Occhio alla Parità - “Come può un’assemblea di maschi con un’età media di 70 anni, esprimere quella sensibilità femminile che da sempre le è estranea?”
Stefania Friggeri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2005
“Scomparsa la mediazione della DC, il rapporto fra il mondo politico italiano e le gerarchie vaticane si sta modificando sotto i nostri occhi e non mancano i problemi. Ultimo quello dei Pacs. Chi propone i Pacs si preoccupa semplicemente di offrire delle garanzie ai membri delle numerose coppie di fatto già presenti nel paese e pertanto dispiace vedere che la Chiesa cominci una nuova crociata che potrebbe portare ad un’altra legge simile alla 40 : un testo ideologico, pieno di paletti più che di diritti, che concede il meno possibile ai cittadini giudicati capricciosi o immorali. E infatti la propaganda attira l’attenzione sugli omosessuali così da sporcare non solo l’immagine dei Pacs ma anche quella di Prodi, ‘lo sfasciafamiglie in cerca di voti’.
Lascia pertanto sconcertati il fatto che alla Chiesa non ripugni di ritrovarsi in compagnia delle frange più primitive del Polo del quale non ha denunciato le scelte politiche che sfasciano -queste sì- le famiglie italiane. Ma l’esecrazione dei Pacs non può creare sorpresa dopo il referendum vinto anche grazie ad uno slogan equivoco, cioè l’appello di ‘dire sì alla vita’, la vita fra virgolette, non la vita vera che si può sviluppare solo se viene accolta da un grembo femminile: si è parlato di embrioni non del corpo della donna che accoglie, concentrandosi sull’aspetto fisico, direi materiale, della vita e trascurando quello umano e spirituale. E’ vero che Woytila ha esaltato il ‘genio’ femminile, ma come può la Chiesa di Roma, guidata da un’assemblea di maschi con un’età media di 70 anni, esprimere quella sensibilità femminile che da sempre le è estranea?
Inoltre è davvero stupefacente che chi ha fatto voto di castità si senta legittimato a dettare una precettistica intorno ai costumi sessuali, che ammette solo se finalizzati alla riproduzione, condannando non solo l’aborto ma anche la contraccezione. E invece solo là dove la contraccezione ha permesso alle donne di vivere la maternità come scelta e non come destino, progresso sociale e incivilimento hanno migliorato la vita di tutti non solo la vita delle donne. Ma Storace invece di promuovere la contraccezione, si attiva affinché la pillola RU486 continui a restare fuori dei confini nazionali anche se: farebbe risparmiare soldi alla sanità; è entrata in commercio 20 anni fa; evita l’operazione chirurgica.
Certo il ministro vuole guadagnarsi la benevolenza della Chiesa, la cui condanna della contraccezione è così inossidabile da rimanere intatta anche davanti al fatto che la stragrande maggioranza dei milioni nati ogni anno è destinato a morire di fame e/o di sete; per tacere dell’Aids, una catastrofe umanitaria che i contraccettivi avrebbero potuto contenere. Come si vede l’umanità ha oggi di fronte a sé problemi epocali, compresa la conservazione della biosfera e perciò le chiese dovrebbero spingere l’uomo a rinsavire. Potrà farlo la Chiesa cattolica se conserva una struttura monocratica, accentratrice e gerarchica, in cui predomina una cultura occidentale non fecondata dal contributo del mondo femminile e dei giovani? Purtroppo le ultime vicende italiane non ci rendono ottimisti, e dimostrano come ancora oggi la Chiesa stenti a pacificarsi col principio di laicità, coi valori del pensiero illuminista e liberale.
Questo per dire che il dialogo coi cattolici laici va condotto con la massima apertura, ma nella consapevolezza che la Chiesa non soffre dell’arretramento civile e culturale inflitto al paese da una destra nemica dei valori affermati nella Costituzione. Anche la campagna referendaria ha prodotto un grave ‘vulnus’ alla Costituzione: nei piccoli centri, negli istituti religiosi addio al voto segreto; in un popolo che ha fede negli oroscopi e nei maghi si legittima un sentimento di diffidenza verso la scienza (un po’ di paura fa bene alla salute, ma tutto con misura e facendo attenzione a non procedere parelleli alla Moratti, che sta smantellando la ricerca in Italia); Ruini non ha dato l’immagine del pastore che si rivolge al gregge, ma quella del politico che orienta con parole d’ordine gli elettori e questo non glielo consente neanche il Concordato di Craxi. Ma nel paese la consapevolezza del pericolo rappresentato dalla perdita di un valore fondamentale come la laicità non è presente neppure nel centrosinistra, vedi le parole di comprensione bipartisan per Ruini, dimenticando: che Adornato gli dava un riconoscimento della sua attività letta in chiave squisitamente politica; che la voce di Ruini, amplificata dai media, non è quella di un comune cittadino; che questo clima politico fa correre all’Unione il rischi dell’implosione”.
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