Martedi, 21/12/2021 - Favola di Natale e film metafora di un mondo aperto all’impossibile, arriva sul grande schermo “La Befana vien di notte II - Le origini”, diretto dalla regista milanese Paola Randi (‘Into Paradiso’, 2010; ‘Tito e gli Alieni’, 2018), su sceneggiatura di Nicola Guaglianone e Menotti, prequel del film “La Befana vien di Notte” del 2018 (diretto da Michele Soavi, con protagonista Paola Cortellesi). Il film, prodotto da Lucky Red, Rai Cinema e Sky, sarà distribuito in sala dalla 01 Distribution dal 30 dicembre 2021.
Il fascino della Befana, icona del folclore e personaggio magico della tradizione popolare italiana, che porta il sorriso ai bambini nel giorno dell’Epifania regalando dolci e giocattoli, calandosi dal camino e dispensando carbone ai bimbi cattivelli, non si discute nel nostro Paese ma anzi si alimenta e, tra timore e curiosità, la vecchina che vola sulla scopa appendendo calze di casa in casa fa parte di tante differenti tradizioni locali. Non possono dunque mancare film per ‘tutti’ come “La Befana vien di Notte II – Le origini”, specialmente nel periodo natalizio.
Ambientato nel XVIII secolo, in una Roma piena di miseria e di bambine e bambini orfani, imprigionati e schiavizzati da loschi figuri, il film ha come protagonista Monica Bellucci nel ruolo della strega/fata buona Dolores, affiancata dall’esordiente Zoe Massenti, nei panni della giovanissima Paola, insieme ad una pletora di bravissimi attori, quali Alessandro Haber, Herbert Ballerina, Corrado Guzzanti, Fabio De Luigi e Guia Jelo.
Paola è una ragazzina di strada, cinica ed egoista, una ladruncola sempre a caccia di guai, che parla un romanesco colorito e un po’ sguaiato: intrufolatasi con un piccolo amico nel castello di un monsignore, per rubare il contenuto della cassaforte, la ragazzina si trova inavvertitamente ad intralciare i piani politici del terribile Barone De Michelis (un Fabio De Luigi trasformato in ‘cattivo’), un omuncolo gobbo e frustrato, perciò infelice, con una sconfinata sete di potere e uno smisurato odio verso le streghe, che comanda però l’esercito papale ed è sempre scortato dal fidato e bistrattato Marmotta (Herbert Ballerina).
Catturata, la giovanissima popolana sta per essere bruciata viva e solo l’intervento magico (nel film c’è un largo uso delle polverine colorate e degli effetti speciali) della dolce e potentissima Dolores (un’ispirata e misteriosa Monica Bellucci), strega buona che dedica la sua vita ai bambini, salva Paola da un rogo già acceso. Tra un magico apprendistato, inseguimenti su scope volanti, incredibili trasformazioni e molte, molte traversie, Paola scoprirà, insieme al potere dell’amore e della magia, che il destino ha in serbo per lei qualcosa di davvero unico, tanto da diventare parte della leggenda, facendo avverare una antichissima profezia.
“Mi è sempre piaciuta la capacità del cinema di raccontare l’impossibile – ha raccontato Paola Randi – ed adoro gli effetti speciali: volevo incastonare nel film un universo di relazioni credibili in una storia fantastica, una sorta di viaggio di formazione della protagonista. Volevo anche far passare l’idea che la forza è qualcosa di molto diverso dalla violenza, dall’odio e dall’esclusione: la Befana ha la missione di portare il sorriso ma le armi con cui combatte sono le caramelle e il sorriso. Tutti noi abbiamo un superpotere, quello dell’immaginazione, della fantasia e lo possiamo usare contro la paura, per sentirci liberi. In questo senso il mio è un film che fa riferimento a molte icone e metafore”.
Molto brava e naturale, anche se con tanta strada da fare, la giovanissima attrice Zoe Massenti, che racconta i suoi primi passi nel mondo della recitazione cinematografica: inizialmente si vergognava a recitare ma il suo desiderio di fare questo lavoro era talmente forte che ha fatto di tutto per superare i propri timori ed il risultato è davvero notevole.
“Del mio personaggio, Dolores – ha poi affermato Monica Bellucci, in un ruolo che la trova nella piena maturità artistica – una strega/fata raccontata nel suo dolore, ho molto amato la profonda umanità, la magia da cui è avvolto fino alla fine, quando anche la morte è trasformazione. Credo che ci sia stata un’evoluzione della femminilità, dobbiamo imparare ad essere solidali ed a collaborare con le altre donne, per una femminilità contro gli stereotipi. È bello quando ci si dona completamente a un personaggio e, cambiando fisicamente con gli anni, si può accedere a nuovi ruoli. Alle mie figlie ho insegnato ad essere complici con le altre donne. Anche il fatto che Paola Randi sia una regista donna è segno di indipendenza, non sono tante ancora le registe donne. Infine, per quanto riguarda la magia, credo sia già magico mantenere la capacità di sognare e riuscire ad andare avanti con il cinema”.
Molto coinvolgente la colonna sonora, come si addice a un film di fantasia ed avventura.
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