“Istantanee”, l’Associazione Culturale “IntrecciARTI” si presenta.
Performance di debutto per l'Associazione culturale "IntrecciARTI". Un incontro al femminile tra le le quattro socie fondatrici e l'arteterapeuta Luna Mortini, per parlare della e senbilizzare sulla condizione dei carcerati, attraverso le arti v
Giovedi, 26/05/2011 - Il chiostro di San Barnaba sarà un trampolino di lancio per l’Associazione culturale “IntrecciARTI”, che ha scelto un suggestivo luogo mantovano per realizzare la performance “Istantanee”. L’azione si svolgerà domenica 29 maggio, alle 18 e vedrà coinvolti artisti e artiste provenienti da tre diversi territori: la città virgiliana e le province di Modena e Reggio Emilia.
Un bell’esempio di connubio artistico, nato da incontri al femminile.
Le quattro socie fondatrici di “IntrecciARTI”, Sara Bellingeri, Claudia Manarti, Isabella Ferrari e Roberta De Tomi, sono giovani provenienti da diversi ambiti professionali (cultura e comunicazione), che hanno deciso di unire le forze per portare qualcosa di nuovo, che appunto intrecci arte e sociale.
Poi, Luna Mortini. Arterapeuta, coordinatrice di un progetto realizzato presso la Casa Circondariale di Mantova, da cui è nato il catalogo “Percorsi di Arteterapia 2007-2011”, di cui lei stessa è curatrice. Ed ecco che nasce “Istantanee”.
Un’azione multidisciplinare per dare voce al percorso umano e artistico dei detenuti, svelando le sfumature di una condizione su cui gravano stereotipi e luoghi comuni che l’evento si propone di demolire. Raccontare la vita del carcere attraverso una performance simbolica, coinvolgente per gli spettatori.
Tra arti visive (le opere dei detenuti, la pittura agita dal vivo di Alessia Baraldi, la scenografia di Chiara Agosti), musica (Duo Rivolto: Marco Benatti alla voce, Enea Negri, basso elettrico) e teatro (Paola Prestini e Federico Bassi del Gruppo Teatrale Camattino, l’attrice Emily Pigozzi, e performer di supporto Isabella Ferrari), ci saranno occasioni di emozione e di riflessione.
Al termine dell’azione verrà presentato il catalogo dalla sua curatrice, alla sua prima pubblicazione. Il volume, autoprodotto, s’ispira all’esempio del Maestro Bruno Munari e per la sua realizzazione la Dottoressa Mortini si è avvalsa della collaborazione dell’amica, grafica pubblicitaria Federica Bellocchio.
In seguito si è passati alla seconda fase: la scelta di una performance per la presentazione del catalogo e l’incontro con l’Associazione culturale IntrecciARTI, che ha sede a Mantova.
“La considerazione che ho di IntrecciArti –racconta la Dottoressa Mortini - è elevatissima: sempre per le sue implicazioni simboliche. Si tratta infatti è un gruppo di persone giovani, limpide, aperte e curiose che ha desiderio di realizzare qualcosa di proprio, di sensato, di impegnato e di bello. Non a caso è un’associazione femminile: non solo perché composta da donne (almeno per il momento) ma è femminile in tutto. Nel modo di porsi, su dove concentrare l’attenzione, sull’organizzazione capillare e sensibile della logistica”.
“Noi donne,-continua-in un momento culturale e sociale per tutti disastroso, siamo coloro che più soffrono, una situazione di claustrofobia sociale e lavorativa. Il mercato maggioritario si basa completamente su altri schemi relazionali, non orizzontali, autorevoli e complici, ma verticistici, autoritari e di potere. Alle donne non appartiene questa tipologia di comportamento e per fortuna anche a molti uomini”.
“Ecco quindi -sottolinea l’arteterapeuta- che “schiviamo” (cit. Luisa Muraro) le imposizioni del mercato maschile e ci inventiamo altri lavori. Nuovi, articolati, colti, relazionali, comunicativi. Sono concetti che rimandano a tematiche coraggiose, libere, fuori dagli schemi ordinari, incentrati su aspetti altri e diversi rispetto alla direzione generale largamente diffusa e che non ci convince, perché provoca oggettivamente sofferenza”.
La Dottoressa Mortini parla della performance.
“L’obiettivo dell’evento –rileva- è in termini pratici, dare visibilità ai professionisti coinvolti, che operano tutti sul territorio mantovano; siamo tutti molto giovani ed è bello potersi supportare a vicenda, creando circolarità e reciprocità di intenti. Inoltre ci prefiggiamo di focalizzare l’attenzione sulla cultura, l’arte, la società nelle sue complessità; senza la cultura siamo inevitabilmente dispersi e in preda a paure ed eventi che non comprendiamo, reagendo inevitabilmente in modo sbagliato. Saremmo in preda all’ignoranza, anche relazionale e comunicativa che miete milioni di vittime, distrugge vite e imbarbarisce. Lo vediamo quotidianamente. Senza la cultura, senza la ricerca della bellezza, si vive male, la sua assenza si nota sempre”.
Per lei pluralità della cultura, e la pluralità delle espressioni si pone come uno degli elementi fondamentali per “IntrecciARTI”, che ha tra le sue finalità la sensibilizzazione su tematiche sociali, attraverso l’arte in tutte le sue forme e manifestazioni.
“Con questo evento -spiega Sara Bellingeri, Presidente dell’Associazione- desideriamo innanzitutto sensibilizzare e coinvolgere attivamente i cittadini sulla vita e sulle problematiche dei detenuti, trattando anche temi scomodi come quello degli stereotipi e del disagio. Grazie alla performance così elaborata, che prevede un allestimento fisico quasi invadente e per questo più incisivo, l'intento diventa concretizzabile, immergendo il pubblico in un'atmosfera che intende raccontare sia le ombre ma anche le luci della condizione dei detenuti. Credendo, infatti, che l'arte ma soprattutto il confronto tra le persone e le diverse sensibilità siano un canale di conoscenza e di benessere sociale, l'altro obiettivo parallelo è proprio quello stimolare riflessioni e di raccontare il valore espressivo e creativo dell'arterapia”.
E naturalmente, tra i temi che stanno a cuore a “IntrecciARTI”, realtà associativa che crede fortemente nel motto "l'unione fa la forza", superando divisioni e individualismi, non mancano quelli relativi alla condizione femminile e alle Pari opportunità…
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