Mercoledi, 03/03/2021 - Fra le tante proposte dell’8 marzo, da non perdere il delizioso ed utilissimo film documentario dedicato alla sessualità femminile consapevole, intitolato “Il mio nome è Clitoride” (Mon nom est clitoris), diretto dalle registe Lisa Billuart-Monet e Daphné Leblond, e distribuito in Italia da Wanted Cinema, dove in maniera spontanea, ironica e non convenzionale, un gruppo di ragazze racconta il primo contatto con la propria sessualità, la scoperta del piacere auto-provocato, le sensazioni fisiche della prima volta, i tabù e gli stereotipi legati al piacere femminile nella nostra società, i falsi miti relativi alle relazioni sessuali ed a quello che gli altri (maschi o femmine) si aspettano dalle donne in questo campo a causa delle imposizioni socio-culturali.
Il documentario si presenta dunque come una guida alla consapevolezza della sessualità femminile, specialmente per le giovanissime, ma anche per ripercorrere il sentiero delle conquiste fatte in questo ambito, rispetto al corpo femminile, al piacere, alle scelte alternative contro il bigottismo e l’omologazione sempre in agguato. Il progetto è nato dopo una lunga e inaspettata conversazione tra le stesse registe sulle loro difficoltà nella scoperta delle relazioni sessuali, e questo le ha spinte a mettersi alla ricerca di donne loro coetanee disposte a raccontare le proprie esperienze.
Protagoniste sono infatti dodici giovani donne, tra i 20 e i 25 anni, che si confessano in maniera intima e al tempo stesso divertita, e parlano con grande naturalezza della loro sessualità, a partire dalle esplorazioni dell'infanzia. Dalle loro stanze, davanti alla telecamera, si rivolgono alle due registe rispondendo alle loro domande: ricordano le prime sensazioni, le esplorazioni azzardate, le conversazioni al buio e gli ostacoli inaspettati. Provano anche a disegnare il clitoride e si accorgono che nei libri scolastici questo elemento fondamentale del piacere femminile è spesso ignorato e di rado se ne parla anche in ambito di educazione sessuale. Ciascuna a modo proprio, le dodici ragazze del film sono tutte mosse dallo stesso impulso, la ricerca di una sessualità appagante, libera ed egualitaria.
"Attraverso questo lavoro – spiegano le registe – si vuole combattere contro le varie stigmatizzazioni e il silenzio che circondano la sfera sessuale e che hanno conseguenze per alcuni giovani come vergogna, frustrazione, disagio o persino violenza. Il desiderio è quello di far emergere la più grande diversità possibile di esperienze legate alla sessualità delle donne cisgender. Le donne che testimoniano, infatti, sono tutte cisgender, vale a dire che la loro identità di genere è a proprio agio con il genere biologico <…> Spesso vengono attaccate alle donne delle etichette (‘puttane, frigide, bloccate’) inerenti la sfera sessuale che ridicolizzano, stigmatizzano e umiliano. A forza di ripeterli, questi termini possono causare sofferenza e isolamento, persino comportamenti pericolosi. Queste parole di solito sono definite da uno sguardo esterno che nella maggior parte dei casi rispecchia una relazione di potere. Trasmettono, rafforzano e banalizzano gli stereotipi associati alla sessualità delle donne, che diffusi principalmente dai media, influenzano la vita relazionale, emotiva e sessuale delle donne".
“Il mio nome è Clitoride”, disponibile on demand dall’8 Marzo sulle piattaforme Wanted Zone, Iorestoinsala, MioCinema, Chili, Cg Home Entertainment, con la media partnership di My Secret Case, offre un dialogo libero, positivo e politico sulla sessualità femminile ed invita ogni spettatore a trovare un richiamo, intimo e collettivo nelle parole sincere che queste donne condividono sulla loro sessualità, per difendere il diritto a un'educazione alla vita relazionale, affettiva e sessuale libera dai tabù.
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