Login Registrati
“Facciamoci vedere”

“Facciamoci vedere”

Pacchetto Sicurezza - "Non riconosciamo queste leggi e ne denunciamo il carattere di violazione della Costituzione repubblicana e della Dichiarazione dei diritti umani."

Redazione Mercoledi, 08/04/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2009

L’idea è nata così, dopo che un appello stringato alla disobbedienza civile sul famigerato “pacchetto-sicurezza” aveva raccolto in pochi giorni e senza nessun supporto di comunicazione che non fosse il passaparola, centinaia di firme. Detto fatto, è stata organizzata la prima uscita pubblica, appena tre giorni dopo la pubblicazione dell’appello (22 febbraio), una mattina di sole quasi primaverile davanti al ministero dell’Interno. Una ventina di donne (e un uomo!) si sono appesi al collo grandi cartelli chiari e concisi: “leggi razziali = leggi criminali”, “ronde e manganelli = barbarie fai da te”, “ma che sicurezza questo pacchetto è una schifezza” e “ la salute è da garantire la denuncia fa inorridire”.

Ora in gruppo, ora in fila, ora in ordine sparso, hanno cominciato a distribuire il testo dell’appello ai passanti e agli impiegati del Ministero che uscivano in pausa pranzo: curiosità dei primi, sconcerto dei secondi, poi l’inevitabile reazione della polizia: la manifestazione non era autorizzata. Alle rimostranze, fatte in modo cortese (le ronde non sembrano molto popolari neanche tra di loro) dagli agenti, è seguita una breve contrattazione e poi l’autorizzazione a proseguire la “passeggiata” (con la discreta ma molto visibile scorta di una volante) per alcune vie del centro di Roma.

La seconda uscita è stata meno tranquilla, perché questa volta l’obiettivo era la piazza antistante Montecitorio, e magari quella adiacente, davanti a Palazzo Chigi. La vigilanza qui è stata, come prevedibile, molto più veloce a reagire e a pretendere, per l’appuntamento successivo (posteriore al momento in cui scriviamo), la richiesta di autorizzazione.

Che fare? Autorizzazione o no, lo strumento di rendersi visibili con i cartelli appesi al collo sembra efficace, rende facile avvicinare la gente e moltiplica la visibilità della protesta impegnando un numero di persone che può essere anche esiguo. Si discute ora se renderlo un appuntamento permanente, a giorno, ora e luogo fissi, un po’ come le donne in nero israeliane, o se “funzioni” meglio camminare per le strade tra la gente, fermandosi quando qualcuno si avvicina a parlare. Se rimanere alo stato spontaneo e passaparola o darsi un minimo di struttura, un nome: le rondinelle? La discussione è aperta, ma una cosa è certa: non ci si ferma, almeno per tutto l’iter delle legge.

L’appello è nato dall’incontro, sui temi della violenza e del razzismo, tra le “Donne per la sinistra” e il “Coordinamento donne contro il razzismo della Casa internazionale delle donne”. Ecco il testo.

“Con l’approvazione da parte del Senato del Disegno di Legge sulla sicurezza (Ddl 733) questa legislatura ha imboccato senza ambiguità la via del razzismo e dell’incitamento all’odio razziale: delazioni e denunce, ronde e manganelli istigano e legittimano episodi brutali di linciaggio e rappresaglia contro i migranti, i clochard e le persone più deboli.

Non riconosciamo queste leggi e ne denunciamo il carattere di violazione della Costituzione repubblicana e della Dichiarazione dei diritti umani.

Noi non obbediremo e invitiamo tutte e tutti a esprimere il proprio dissenso”. (Anna Schiavoni)



L’appello si trova al sito:

http://www.associazioneperlasinistra.it/appello-contro-il-razzismo-e-il-pacchetto-sicurezza



Per aderire: assosinistra@gmail.com





(1 aprile 2009)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®