Una giornata di studio per analizzare, con sguardo di genere femminile, la qualità del lavoro e del welfare e per cogliere le interconnessioni fra uguaglianza, differenza e democrazia.
Martedi, 20/04/2010 - “Differenti ma non diseguali”
Prima giornata di studio su: lavoro, welfare, uguaglianza”
sabato 24 aprile a Bergamo presso l’Università di Bergamo, in via dei Caniana 2, h.9.30
Nel secondo seminario di IFE Italia avevamo cominciato ad analizzare le questioni economiche intrecciate a quelle democratiche e alla costruzione degli stereotipi femminili. La scelta non è stata casuale perché per noi essere femminista ha molto a che fare con la capacità di partire da un’analisi sui piani materiali e simbolici dei due sistemi di potere dominanti: quello patriarcale e quello capitalista.
Dal seminario è nata l’idea di organizzare una prima iniziativa di studio sull’intreccio lavoro/diritto/welfare/democrazia.
L’idea si è poi concretizzata con una giornata di studio dal titolo “Differenti ma non diseguali. Prima giornata di studio su: lavoro, welfare, uguaglianza”
che si terrà sabato 24 aprile presso l’Università di Bergamo (Bergamo), nella sede di via dei Caniana 2, in aula 15.
Nella prima delle tre sessioni della giornata discuteremo (grazie ai contributi di Lidia Cirillo, Giovanna Vertova, ed Eliana Como) il modello economico e sociale neoliberista , oggi peraltro in crisi, che si è fondato sulla costruzione del “mercato globale” caratterizzato dalla frammentazione dei luoghi di lavoro e delle filiere produttive, dal raddoppio della forza lavoro (in particolare femminile), dalla precarizzazione del lavoro e dal conseguente dumping sociale, dalla forte competizione intercapitalista, dalla finanziarizzazione dell’economia, dalla decostruzione dei diritti al e del lavoro. E rifletteremo sul fatto che tutto ciò ha esasperato, se possibile, l’ antica contraddizione che il lavoro retribuito (per le condizioni in cui viene offerto) ha sempre imposto alle donne del Nord come del Sud del mondo: emancipazione e autonomia pagate con supersfruttamento e precarietà della vita. Possono le donne oggi riscoprire il “valore sociale” del lavoro, in modo che esso consenta, pur nelle sua condizione alienata, di promuovere soggettività sessuata, critica, personale e collettiva?
Nella seconda sessione affronteremo (con l’aiuto di Lidia Menapace ed Alessandra Vincenti) un conseguente livello di ragionamento: il processo neoliberista di precarizzazione/finanziarizzazione ha svuotato il principio di uguaglianza (condizione indispensabile anche per il riconoscimento delle differenze, nel senso che solo l’intreccio uguaglianza/differenza può evitare due derive altrettanto pericolose: l’omologazione al modello maschile o il differenzialismo autoescludente), facilitando le condizioni per la decostruzione dei sistemi pubblici di welfare. Sistemi pubblici che, seppur esageratamente “familistici” in quanto fondati sul lavoro gratuito di riproduzione sociale svolto dalle donne, avevano comunque alluso ad una possibile socializzazione dei lavori di cura, al valore sociale della maternità e dunque all’“esigibilità” del principio di uguaglianza. Come si possono rifondare oggi i sistemi di sicurezza sociale pubblici in grado di tenere insieme “redistribuzione” di diritti e “riconoscimento” di differenze?
Le ricadute sull’assetto democratico sono evidenti: oggi sull’uguaglianza prevale il privilegio che costruisce una società fortemente asimmetrica, escludente, ingiusta e violenta dove vincono sentimenti di invidia, disagio, insicurezza, paura. Se si considera che parallelamente a tutto ciò si assiste ad una nuova riproposizione dell’“ordine simbolico paterno” nella versione volgarizzata del “papi” e in quella fondamentalista delle gerarchie religiose, si possono cogliere tutti i rischi sul piano della libertà, della laicità, del diritto all’autodeterminazione in particolare per le donne e quindi della democrazia stessa. Come riaffermare laicità, ricostruire partecipazione, sollecitare conflitto, sostanziare la democrazia?
Cercheremo di approfondire questi temi nella terza sessione, facilitate dalle relazioni di Maria Grazia Campari e Marilisa D’Amico.
Teniamo molto alla buona riuscita dell’iniziativa. Per questo ci auguriamo che molte altre donne, ma anche uomini, vogliano condividere con noi queste riflessioni.
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