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Coco: sogni, legami e memoria nel Día de Muertos

Coco: sogni, legami e memoria nel Día de Muertos

Che genere di film! Recensioni amatoriali da un punto di vista di genere

Mercoledi, 27/12/2017 - Diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina, il nuovo film di animazione della Pixar, in uscita nelle sale italiane domani, 28 dicembre, ha uno strano titolo, “Coco” . E’ un titolo che richiede uno sforzo per evitare di dire troppo e nello stesso tempo di non dire nulla. Perchè “Coco”? Questo titolo segna precisamente lo slittamento tra un film banale e quello di cui stiamo parlando. Nello stesso tempo questo titolo racconta anche un cambiamento in corsa, un aggiustare il tiro da parte della Disney su questioni sensibili. Ma procediamo un passo alla volta. (trailer)
Il protagonista della storia è un dodicenne amante della musica che si trova ad affrontare la contrarietà della sua famiglia che non gli permette in nessun modo di suonare. Ma Miguel non ha dubbi e vuole suonare nonostante sia attività proibita.
Testardo e determinato a far valere la sua volontà, il ragazzo farà di tutto per affermare la propria libertà di scelta. Ci sono tutti gli elementi per pensare ad una classica storia di formazione in cui il nodo è affermare la propria individualità opponendo la propria autonomia alle regole familiari. La famiglia in questione non solo impedisce ogni espressione musicale ma proprio bandisce la musica in ogni sua forma. Elemento interessante è che questa specifica famiglia è descritta di fatto come matrilineare, infatti un’antenata del ragazzo, la trisnonna Mama Imelda, in seguito all’abbandono da parte del marito prenderà risolutamente in mano le redini della situazione e fonderà una piccola impresa a conduzione familiare. Poste queste basi, il film ci introduce al rapporto con la morte, elemento proprio della cultura messicana , infatti Miguel si troverà ad affrontare un involontario viaggio nel coloratissimo regno dei morti durante i festeggiamenti del “Día de Muertos” (ricorrenza che nel 2003 è stata proclamata “Patrimonio Orale e Intangibile dell’Umanitá” dall’ UNESCO).
Molto bello tutto l’impianto visivo, dotato di una vitalità eccezionale. Oltre ad una realizzazione impeccabile è da notare come l’iconografia della cultura messicana sia stata inserita nella pellicola dalle tradizionali ofrendas, ad un surrealismo à la Frida Kahlo, agli alebrijes (variopinti animali fantastici).
Ad accompagnare Miguel nel suo viaggio, che prevede in modo molto attuale anche attraversamenti di frontiere con tanto di controlli e autorizzazioni, c’è Dante, un simpatico e coraggioso cane della antica razza xoloitzcuintle, rappresentato con una lingua lunga e penzolante a causa della mancanza tipica di premolari. In tutto questo scopriamo che Coco è un personaggio marginale, la bisnonna del protagonista, che non partecipa all’ avventurosa vicenda che vede al centro le scelte ribelli del ragazzo e i suoi sforzi per affermare la propria libertà e inseguire i propri sogni. No, lei è una vecchietta più di là che di qua, che se ne sta in disparte, ma il suo ruolo sarà la chiave di volta per traghettarci al cuore del tema principale. Abbiamo a che fare con un lavoro che mantenendo una struttura lineare e fruibile “per bambine e bambini” trova un aggancio emotivo con chiunque. Tra un incontro ed un’altro, tra una svolta narrativa ed una battuta ci ritroviamo a chiederci di che natura sono fatti i legami profondi, cosa e chi ricordiamo, quale rapporto con il lutto. Tutte queste questioni investono esplicitamente ogni relazione significativa, anche oltre la stretta cerchia familiare. Ed in molte/i dopo la visione avevamo i “lucciconi”.
Da un punto di vista di genere, anche se non sono sicura superi pienamente il famigerato Bechdel test, va più che bene per la tipologia dei (diversi) personaggi femminili e per il ruolo che hanno nella narrazione. Quindi sotto questo profilo è un sì netto. Per quanto riguarda la dimensione musicale (è anche un musical: suonano e cantano non poco) non è sicuramente la parte che più mi è piaciuta.

Riprendendo la questione del titolo, di sicuro sappiamo che nel 2013 la Disney si vide a centro di una protesta perchè, proprio in relazione al film, fino ad allora nominato come "The Untitled Pixar Movie About Dia de los Muertos", cercò di registrare la locuzione "Día de los Muertos" come trademark. La comunità latino americana evidenziò, anche tramite una petizione che ha raggiunto oltre 21.000 firme, che la richiesta della Disney fosse una appropriazione ed uno sfruttamento della cultura messicana. Nel giro di pochi giorni la richiesta venne ritirata e si decise di adottare un altro titolo, appunto “Coco”.
Ammetto che durante la visione ho avuto la sensazione di un ennesimo passo verso l’assimilazione da parte della cultura “occidentale” di tradizioni e culture, con il rischio di depotenziarle e diluirle o di sfruttarle. Dall’altro lato, anche a fronte di politiche che vedono chiusure e arroccamenti irresponsabili, dare visibilità nel modo più rispettoso possibile a culture non occidentali può rappresentare un ponte. Di certo non bastano ponti bellissimi e immaginari composti di tradizionali petali a risolvere. Ritengo apprezzabile il passo indietro della Disney e anche la scelta di assumere una delle voci critiche, Lalo Alcaraz, come consulente culturale. Per approfondimenti sul tema consiglio di leggere direttamente le analisi di Eren Cervantes-Altamirano, blogger Binnizá che si occupa di indigenismo, razza, classe, intersezionalità, religione, femminismi e identità.

In sintesi
Non supera pienamente il Bechdel test, ma da un punto di vista di genere è un’ottima narrazione.
Tocca in modo delicato temi sensibili
Quando si dice: « una gioia per gli occhi »
Elementi di dibattito tra appropriazione culturale e/o ponte tra culture in una fase storica deprimente
Adatto a partire dai 9-10 anni perchè non credo sia “apprezzabile” a pieno prima: in Italia è “film per tutti”, mentre per la Motion Picture Association of America (MPAA) è “Rated PG” per le tematiche.

Riferimenti e link:
- “Día de Muertos” proclamata “Patrimonio Orale e Intangibile dell’Umanitá” dall’ UNESCO

- Petizione contro registrazione trademark della la locuzione "Día de los Muertos"

- Lalo Alcaraz, consulente culturale

- Eren Cervantes-Altamirano, “Understanding mexican nationalism and mestizaje through the film coco” 

- Claudia Carbonari, “Hasta los huesos. La calavera nella costruzione dell'immaginario nazionale in Messico”:

- Certificazioni, rating parental guide

Argentina:Atp
Australia:PG
Canada:G (Alberta)
Canada:G (British Columbia)
Chile:TE
Germany:0
Hungary:6
India:U
Indonesia:SU
Japan:G
Malaysia:U
Mexico:A
Netherlands:6
Philippines:G
Portugal:M/6
Russia:12+
Singapore:PG
South Korea:All
Sweden:7
Switzerland:6
Taiwan:GP
United Kingdom:PG
United States:PG (certificate #51192)

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