Sabato, 04/12/2021 - Sono a Torre Santa Susanna, è il 28 novembre 2021 e sto per indossare una maglia rossa, unirmi a tante donne in piazza e iniziare una marcia contro la violenza sulle donne che porta prima al Comune della cittadina e poi al Teatro. Un flashmob organizzato dalla scuola di ballo di Francavilla Fontana, guidato dalla maestra Tina Serpentino, ha dato un messaggio forte, di vicinanza alle donne afgane e a tutte le donne e le bambine.
Di seguito si è assistito a esercitazioni di autodifesa con Woman Defense Academy FCA del maestro Massimiliano Zanzarella.
Un tassello di emancipazione quello della difesa della donna. La donna rinuncia a priori di fronte alle botte del maschio. Cerca solo di difendere le sue parti intime, e se ha un bimbo in grembo, il pancione. Il maestro dice di non restare immobili e di reagire allo schiaffo o allo strangolamento con delle tattiche. Da bambine ci dicevano di stare immobili, di non fare le maschiacce; ai bambini si dice: “se te le danno reagisci”. La difesa invece è un diritto di tutti, anche delle bambine, delle future donne. “Metti l’intera mano sulla sua faccia e spingilo, se ti sta picchiando”, dice il maestro. Molte le donne che hanno vissuto questi momenti, purtroppo.
Un grande lavoro di squadra quello che si evince dalla manifestazione in atto: a tessere le fila l’associazione Fiorediloto con la sua instancabile presidente Franca Rizzo.
Arriviamo al teatro comunale e prende la parola il Sindaco Michele Saccomanno. Le sue parole sono piene di messaggi votati al rispetto della persona; messaggi che il sindaco fa comprendere con esempi calzanti, con citazioni letterarie e cinematografiche. “Ci sono tantissime forme di violenza, tantissime sfumature che si nascondono dietro le parole apparentemente innocue”, incalza Saccomanno e continua: “anche il distacco sociale è violenza, il prendere le distanze da chi crediamo sia al di sotto è violenza. Ce lo dimostra perfettamente il film -Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto- pellicola del 1970, diretto da Elio Petri, interpretato da Gian Maria Volontè e Florinda Bolkan. Le musiche sono del grande Ennio Morricone. In questo film il protagonista è un pezzo grosso della polizia, ma è un criminale scoperto da un uomo comune. E allora per screditare la sua parola sapete cosa dice nell’interrogatorio? -Chi sei tu un idraulico? No caro mio non sei un idraulico, tu sei stagnaro, lo stagnaro fai”. Per non parlare del ruolo della protagonista, vista come donnaccia solo perché ha una storia con il commissario. E tante altre citazioni di femminicidio sono trattate in modo ordinario, come un fatto comune, di ordinaria follia nel contesto sociale; una donna strangolata a Coccio di morto, un racconto fatto di battute e risatine.
Anche i testimoni nel film sono messi in scacco.
Molto eloquente e incalzante il messaggio: sei a testimoniare? Ricordati che sei una donna, ti posso screditare come e quando voglio, stai al di sotto della mia scala sociale a prescindere. Sono io che ho potere, sono capofamiglia anche se il diritto di famiglia non dice questo. Io ho potere come uomo. Questa è la parola chiave della violenza maschile sulle donne. Quando le si vuole umiliare e farle tornare al loro posto basta screditarle e umiliarle, demolire la loro dignità denigrando per prima nella donna la sua sfera intima, rendendola un oggetto sessuale pubblico, con immagini e parole volgari divulgate nella collettività. Chi sei tu un essere umano? No cara mia, una donna sei. Stai al tuo posto. Sottoposta. La gogna pubblica è offerta in modo cinico allo sguardo predatorio di chiunque, e pochi mettono in dubbio le parole del maschio, molti invece il decoro della donna.
La parola è passata poi al capitano dei carabinieri Gianluca Cipolletta il quale ha dato alcune indicazioni sul “Codice rosso”.
Nelle stazioni di carabinieri si stanno allestendo a Brindisi e provincia, delle stanze rosa per vittime che vanno tutelate e che non possono esporsi in sala d’attesa. Entro 72 ore la donna deve essere ascoltata dal PM. Lo stesso chiederà poi al giudice, secondo l’entità del reato, misure coercitive per il reo. Viene valutato in caserma il rischio della donna, con un format specifico, poi viene allertato il CAV di zona. Per la donna messa in protezione scatta il reddito di libertà di euro400, che si unisce al reddito di cittadinanza.
Evitare il contatto con il carnefice è fondamentale. Le vittime sono spesso manipolate da questi uomini. Una volta diventata vittima l’uomo può fare della compagna ciò che vuole. E invece esiste il percorso di rinascita, perché di rinascita si tratta. Questo il messaggio finale in un teatro dalle poltroncine rosse: il nostro cuore rosso pulsa anche idee di cambiamento. Per sradicare quello che il commissario, alias Gian Maria Volontè, dice nella parte finale del film: “io sono l’autorità costituita, io sono Dio”. Ancora oggi la nostra moderna società è intrisa di questo credo.
Elena Manigrasso
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