Nelle sale il film fanta-sociale, esordio al lungometraggio del regista TV Stefano Amatucci. Grande interpretazione della sorella, Luisa Amatucci, nei panni di Caina
Martedi, 29/05/2018 - Di professione ‘trovacadaveri’, in un mondo del futuro in cui c’è chi, per guadagnarsi da vivere, cerca, trova e vende i corpi degli immigrati che sempre più numerosi si accumulano sulle spiagge peninsulari, Caina - donna sola e dannata, ex-killer di immigrati con una storia di tragedie personali senza ritorno - incarna il male e l’amoralità assoluti, legati al pregiudizio, al razzismo ed all’annichilimento dell’altro, del diverso, del migrante. Ma c’è chi, più povero e disgraziato ancora di lei, un gruppo di immigrati sbarcati e senza nulla da perdere, si trasforma in carnefice a sua volta e sottrae i cadaveri agli ‘aventi diritto’ (oltre ad uccidere, senza tanti complimenti, migranti vivi se occorre a svoltare la giornata), in una guerra spietata ed oscura in cui l’alienazione dall’umano sembra raggiungere il parossismo.
Ci voleva coraggio a costruire, in una fiction come nel romanzo, un personaggio femminile così complesso e potente, distruttivo e affascinante per la sua anima nera, ed affidarne l’interpretazione a Luisa Amatucci, attrice di teatro e sorella del regista che ha condiviso con lui fin dal 1996 l’esperienza di ‘Un posto al sole’, è stato certamente un atout di questo film cupo ed angosciante, che non concede nulla alla speranza e sembra lanciare un monito alla comunità umana. Girato sulle spiagge del Mare Nostrum, a rappresentare quelle di un indistinto ma attualissimo Mediterraneo, il film ha avuto solo tre settimane e mezzo di riprese, dopo una lunga gestazione, perché il regista ha faticato a trovare i fondi necessari per portare a compimento la sua opera prima (ultimata grazie all’intervento dell’imprenditore stabiese Salvatore Suarato, che sostiene opere artistiche di valore sociale).
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