Intervista a Marguerite Welly Lottin - Marguerite Welly Lottin, presidente dell’Associazione Interculturale Griot e componente Consulta Immigrati del Comune di Roma, è preoccupata per la situazione in Cameroun.
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008
Nel paese africano negli ultimi giorni si sono verificati gravi incidenti e scontri tra i movimenti sociali e l’esercito. Se, da una parte, gli scontri si sono verificati per l’aumento dei prezzi dovuto ad un'impennata dell'inflazione, a questa precaria situazione economica si è aggiunto il tentativo del Presidente Paul Biya, in carica dal 1982, di modificare la Costituzione per potersi presentarsi alle prossime elezioni e ottenere un nuovo mandato. Già il passato 23 febbraio un corteo dell'opposizione al presidente era stato disperso dalla polizia con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Questo episodio ha contribuito ad aumentare la tensione sociale e politica in speciale modo a Douala, città di circa 3 milioni di abitanti che, oltre ad essere la capitale economica e commerciale del Paese, è anche un territorio dell'opposizione, che non intende permettere al Presidente di governare fino al 2011, cosa probabile se il suo progetto di revisione della Costituzione dovesse andare il porto. L’apice degli scontri è stati raggiunto tra il 25 e il 27 febbraio; la situazione, in questo momento, è quella di una calma tesa.
Marguerite Welly Lottin, presidente dell’Associazione Interculturale Griot e componente Consulta Immigrati del Comune di Roma è molto preoccupata per la situazione nel suo paese ed è in continuo contatto con il Cameroun.
Ci puoi raccontare cosa è avvenuto?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’aumento dei prezzi dei carburanti che si è portato dietro quello dei generi di prima necessità. Dovete pensare che in Cameroun, che è un paese produttore di petrolio, la benzina costa l’equivalente di 1 euro al litro e il reddito di una famiglia di classe media è intorno ai 100 euro. Già questo dovrebbe dare un quadro della situazione. La protesta forte è partita dal sindacato dei tassisti e degli autotrasportatori che hanno indetto una manifestazione a Douala. Questo corteo è stato attaccato dalla polizia e sono cominciati scontri e saccheggi. I miei parenti, che ho subito contattato, mi hanno detto che sembra una guerra civile. Per tre giorni non è stato possibile uscire di casa, neanche per rifornirsi di generi alimentari. Ci sono stati circa 20 morti tra cui, purtroppo, anche un mio nipote: un ragazzo di 16 anni che si è affacciato nel cortile di casa perché aveva sentito degli spari ed è stato colpito alla testa da un proiettile. La repressione dell’esercito è stata molto dura; hanno usato mezzi pesanti ed elicotteri. L’epicentro degli scontri è stato proprio Douala; la situazione a Yaundè, invece è più tranquilla; lì le proteste si sono svolte senza eccessi di violenza. Come è la situazione in questo momento?
Sembra che il momento più critico sia passato ma solo perché il governo ha controllato il problema con la forza. Sono giunti ad un accordo coni tassisti ma non so se potrà durare perché c’è stata una diminuzione del prezzo del carburante (da 600 franchi a 541) che è pressoché simbolica. La cosa che mi fa più male è che il mio è un paese ricco di risorse, le persone sono piene di iniziative e di speranze eppure la situazione di povertà e di deprivazione sembra non possa cambiare. L’Africa è troppo sfruttata; dovete aiutarci ad uscire da questa situazione.
Lascia un Commento