Mercoledi, 23/12/2020 - Ancora non è finita, la pandemia, come purtroppo sappiamo, ma ne inizia già l’elaborazione sociale e collettiva, in questo caso mediante un racconto seriale del periodo più difficile, quello del lockdown totale. Attraverso la lente di questo tempo sospeso, donne e uomini comuni ma individuati dagli autori per la loro unicità, si raccontano secondo uno specifico punto di vista, grazie a smartphone, videocamere, mezzi di ripresa improvvisati: nasce così “Aria” (disponibile dal 29 dicembre su RaiPlay), una docu-serie narrativa che in un arco temporale di quattro mesi segue il percorso di alcuni italiani sparsi in varie parti d’Italia e del mondo, dalla Cina al Kenya, dal Brasile alla Francia. Divisi dal distanziamento sociale imposto dall’epidemia ma uniti da una tensione collettiva, questi “testimoni” esprimono una resilienza spontanea dello spirito e del cuore, e raccontano le loro vite in un affresco disegnato a più voci, ma nulla qui è fantasia: si tratta di storie vere e nessuna è ancora terminata. Aria è il racconto di un’epoca oltre che la fotografia di un momento: il diario del 2020.
«Quando per la prima volta Daniele Vicari ci ha fatto vedere la docu-serie ‘Aria’ - ha dichiarato Elena Capparelli, direttore di RaiPlay - ci siamo commossi perché racconta la storia di tutti noi. È il desiderio di luce, sole, libertà, che si deve misurare con la pandemia, il dolore, la perdita, la solitudine. Ma è anche l'Aria che ritroveremo, che ci attende alla fine di questo lungo viaggio nell’emergenza. Per questo abbiamo voluto regalare al pubblico di RaiPlay le storie piene di speranza che i protagonisti di ‘Aria’ hanno filmato durante i mesi del lockdown».
Un gruppo di italiani, al momento dell'esplosione della prima ondata dell'epidemia da Coronavirus, si trovano in diverse parti del mondo: Greta in Cina, Marta e Gerardo in Brasile, Daniele e Yasmin in Kenya, Angelo nel suo circo, Costanza dalla sua camera, Cristina in ambulanza. Queste persone ci mostrano come le difficoltà, la speranza, l'avventura, la determinazione, la fantasia si mescolino in questa crisi straordinaria, insieme alla capacità di reagire, alle difficoltà, alle speranze, alla rassegnazione ed ai desideri di persone che resistono.
«L’aria in un’opera lirica è il momento in cui un personaggio esce dal contesto della Storia -affermano gli autori (Andrea Porporati, Costanza Quatriglio, Daniele Vicari) - e canta al pubblico chi è e cosa sente veramente, la sua storia nella Storia. Qui la Storia è quella dell’Italia del terribile anno 2020, le storie sono quelle delle persone che la vivono sulla e sotto la propria pelle, nelle ossa, nel cuore»,
La selezione di questi “testimoni dell’anno 2020” è avvenuta durante le prime settimane del lockdown in Italia, nel mese di marzo, ad opera degli autori. Da aprile sono iniziate le riprese, auto-eseguite dai testimoni, in condivisione e costante contatto con il gruppo di lavoro di ‘Aria’, che sono proseguite fino a metà luglio in Italia, attraverso le cosiddette Fasi uno e due, e nel resto del mondo secondo le differenti ondate della pandemia nei continenti extraeuropei.
Realizzata da Andrea Porporati, Costanza Quatriglio e Daniele Vicari insieme a Chiara Campara, Francesco Di Nuzzo, Flavia Montini, Pietro Porporati, Greta Scicchitano, la serie è prodotta da Minollo Film.
I proventi della docu-serie saranno devoluti all’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”.
I protagonisti di ‘Aria’:
Greta Pesce: studentessa italiana in Cina.
Famiglia Santonicola: Gerardo Santonicola e sua moglie Marta Ribeiro, bloccati in Brasile col loro figlio piccolo.
Daniele Sciuto e sua moglie Yasmin Genovese: lui medico, lei ostetrica in Kenya, e loro figlio.
Angelo Patti: clown. In un circo bloccato in una piazza di Caltanissetta.
Simona Spinoglio, counselor di Casale Monferrato.
Sibilla, Diana, Giulia e Francesco Nozzoli, una famiglia divisa dalla pandemia tra Trento e Roma.
Cristina Palma: volontaria della Croce Rossa Italiana.
Costanza Savaia: giornalista ed attivista, chiusa volontariamente in camera da prima del lockdown, a Savona
Carlotta Zanlari e Fabio Caccin: equipaggio della Sea Shepherd.
Margherita Carlini: sportello antiviolenza, Recanati.
Pasquale Cirillo: ristoratore.
Lorenzo Baselice, Sarah Di Lorenzo, Sofia Esposito: ragazzi dello 081 – Laboratorio di mutuo soccorso a Napoli.
Romano e Martina Ceschini: padre e figlia gestori del Rifugio “Ai Caduti dell’Adamello” a 3040 metri di quota.
Marcella Bouché: che ha vissuto la guerra da bambina e la confronta con la pandemia.
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