Società/ Nuove unioni - “Quelli che vogliono i Pacs non sono attentatori ai valori della famiglia ma persone che si amano, si sostengono, si aiutano”
Federica Lupparelli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
Vivere assieme per amore, ma anche per amicizia o per aiutarsi a vicenda. E' la scelta, volontaria o imposta dalle circostanze, di tanti italiani che convivono per mille motivi diversi.
Ci sono, sempre più spesso negli ultimi anni, i giovani, per cui la convivenza è a volte l'anticamera del matrimonio. Una sorta di prova generale, che di frequente dura più del previsto perché prima di mettere su famiglia si aspetta di avere una situazione di lavoro più solida. Un'attesa che oggi, in un mondo del lavoro intossicato di precarietà, si fa sempre più lunga.
Poi i separati, uomini e donne con un matrimonio finito alle spalle. Se e quando incontrano un'altra persona, magari veramente quella giusta, possono dover attendere anche anni la sentenza di divorzio che consente di nuovo di risposarsi.
Infine, naturalmente, ci sono le coppie di omosessuali che in quasi tutta Europa sono accettati, convivono e vengono riconosciuti dalle leggi e dallo Stato come dei coniugi qualunque. Coppie gay che da qualche mese in Spagna possono addirittura sposarsi ma che qui in Italia non hanno altra scelta che mettere in condivisione sentimenti, affitto e bollette, senza che la comunità prenda atto della loro esistenza.
Ci sono anche gli anziani che rimasti soli trovano nella convivenza una risposta alla solitudine o alla povertà.
Ecco chi sono quelli che, in Italia, vorrebbero vedere approvati i Pacs. Non attentatori ai valori della famiglia, ma persone che si amano, si sostengono, si aiutano.
In realtà, le coppie di ogni sesso e di ogni età che decidono di dividere la propria vita e il proprio tetto lo fanno con il cuore, con rispetto e solidarietà reciproca. Per questo meritano di essere riconosciuti dallo Stato e dalla società con altrettanto rispetto e altrettanta solidarietà.
"Non si tratta assolutamente - spiega la senatrice Vittoria Franco, dei Democratici di Sinistra, che in Senato ha firmato un disegno di legge per l'introduzione delle Unioni di fatto - di un matrimonio, per questo fare paragoni con la famiglia tradizionale è sbagliato e fuori luogo, serve solo a fare confusione. L'obiettivo dei Pacs non è quello di distruggere la famiglia, ma garantire il riconoscimento dei diritti a tutti coloro che per le più differenti ragioni decidono di convivere mettendo in comune anche le risorse di cui dispongono.
Si tratta di diritti minimi, che per tante coppie italiane restano ancora tabù. Il diritto a subentrare nel contratto di affitto, di vedersi assegnare la pensione di reversibilità alla morte del convivente, ma anche di poterlo assistere in ospedale in caso di malattia o di incidente. All'interno del centrosinistra - ribadisce Vittoria Franco - al di là dei diversi termini o delle diverse formule che ognuno di noi preferisce, c'è un'intesa di fondo, sostanziale sui punti più importanti di questa proposta".
Effettivamente, nonostante la spiazzante presa di posizione di Francesco Rutelli che a un certo punto dichiara di preferire la formula più 'leggera' del Contratto civile di solidarietà (stipulato da due contraenti senza nessun coinvolgimento dello Stato), la commissione Giustizia della Camera sta lavorando da circa un anno ad un testo che vuole essere la sintesi di diverse proposte depositate da parlamentari di quasi tutte le forze politiche: da Franco Grillini e Livia Turco dei Democratici di Sinistra, all'azzurro Dario Rivolta, affiancato da folta schiera di deputati della Casa delle Libertà, a Titti De Simone di Rifondazione Comunista, Chiara Moroni del Nuovo Partito Socialista.
Anche a Palazzo Madama, il testo presentato dalla senatrice Ds Vittoria Franco e dal capogruppo della Quercia a Palazzo Madama, Gavino Angius, ha raccolto l'adesione di numerosi esponenti dell'intero centrosinistra, Margherita compresa.
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