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ANTONIONI, 14 anni dalla scomparsa, ma sempre moderno 'ante litteram'

ANTONIONI, 14 anni dalla scomparsa, ma sempre moderno 'ante litteram'

Cominciando a capire il mondo attraverso l'immagine, capivo l'immagine, la sua forza, il suo mistero... (M.ANTONIONI)

Venerdi, 30/07/2021 - Quattordici anni fa, il 30 luglio 2007, quasi in contemporanea con un altro grande del Cinema mondiale 'par suo', seppur ben ‘diverso’ da lui, lo svedese Ingmar Bergman,  scompariva Michelangelo Antonioni.
A Bologna, all’ultima edizione de Il Cinema Ritrovato, da poco conclusosi, è stato riproposto in versione restaurata, il suo primo fondamentale lungometraggio, che ha da poco superato il settantennio dalla realizzazione, "Cronaca di un amore", protagonisti Massimo Girotti e la bellissima modella, poi attrice di rilievo Lucia Bosè, non ancora Dominguín, con la quale il regista aveva avuto una relazione affettuosa.

Girato in uno splendido b/n, il testo era già una commistione tra le sue radici ed il futuro che andava prevedendo ed a cui andava incontro, avendolo girato un po’ nella sua Ferrara ed un po’ a Milano, come dire la provincia e la grande tentacolare attraente metropoli del promettente dopoguerra.

Ma è bello ricordare l’omaggio che alla sua modernità volle fare alcuni anni fa New York nel luogo che più ideale non si sarebbe potuto, per lui che tanto amava l'Arte e la inseriva in ogni suo capolavoro: il Museum of Modern Art di New York, il MoMA, che allora accolse ed organizzò, in collaborazione con l'Istituto Luce Cinecittà, la sua più completa retrospettiva cinematografica da almeno 15 anni a questa parte.
The Michelangelo Antonioni Retrospective si tenne nei Roy e Niuta Titus Theaters del MoMA dalla fine del 2017 fino a inizio 2018, presentando in quasi 40 pellicole in 35 mm e digitalmente conservate, l’opera completa del Maestro (quasi 60 anni di lavoro), dai primi corti documentari – a cominciare da quel "Gente del Po" * del 1945 - 1947 che oggi si guarda e si legge come un piccolo testo archetipico del Neorealismo, come noto nato 'su carta', dapprincipio – fino ad "Eros" e "Lo sguardo di Michelangelo", i suoi finali capi d'opera, creati anche grazie alla perseveranza della moglie Enrica Fico.

Tutti i capolavori 'visti' come fiume di cultura, di immagini, pieni dell'occhio del Maestro, il suo meraviglioso lungimirante ed anticipatore occhio: dall’esordio, proprio "Cronaca di un amore", da alcuni critici anglosassoni considerato la nascita del Cinema Moderno, alla ‘Trilogia dell’Incomunicabilità’, ai capolavori internazionali e vere pietre miliari come "Blow-up", "Zabriskie Point", "Professione: reporter".

La Retrospettiva Antonioni in un luogo come il Museo d’Arte Moderna di New York, lungi dall’essere un tributo di circostanza, si prefigurò come un momento ideale di verifica del potere dell’immagine - Antonioni, 'in primis' del suo dialogo con il visuale, con il linguaggio figurativo, con l'Arte, che nel suo cinema da oggetto si fa protagonista, come il ‘paesaggio' per Giorgione o la ‘retrospettiva’ per Piero della Francesca - due grandi amori 'nativi' di Antonioni. Il Museo non rappresenta allora – per usare un presente storico – il luogo di esposizione del suo cinema, ma il laboratorio dove 'vedere e confrontare' le immagini del contemporaneo, perché, no? di quello che verrà.

E fu davvero un momento di confronto tra Antonioni e la platea americana. Un confronto ed uno scambio che, a suo tempo, molto aveva ispirato il regista che, a sua volta, si sa, ha enormemente influenzato, a tutt’oggi, il cinema americano (Sam Shepard, il 'tedesco' Wim Wenders, per non citare che alcuni autori, pure suoi collaboratori, tra l'altro, sia per i suoi risultati che per i suoi frequenti richiami a nuove sfide espressive: "Zabriskie Point" ne fu la pietra miliare.
Una verifica, semmai ce ne fosse bisogno, grazie a quella prima retrospettiva nella Grande Mela da anni, della tenuta 'nel Tempo' del cinema e dei film di Antonioni, di come il tempo reagisce ad un cinema che ha sempre lanciato delle sfide al presente e guardato - quasi un 'terzo occhio' - sempre più in là, molto più in là...

*(cfr. M.C.Nascosi Sandri, ANTONIONI, BASSANI, VANCINI, VISCONTI e, affettuosamente, gli altri – Ferrara, il Po e l’Altrove, Ferrara, 2020)
ENRICA FICO presenta la retrospettiva su ANTONIONI al MoMA, 2017-18


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