Una lettera che non avrei voluto scrivervi. Soprattutto per il rispetto che porto alla compagna che ogni anno mi rinnova l'iscrizione all'Anpi e a cui oggi, con molto ritardo, per la perplessità di fronte ad un gesto che le darà dispiacere rimanderò la tessera.
Le perplessità, nate di fronte alla discriminazione di chi ha difeso la Costituzione votando "sì" al referendum costituzionale, mi avevano indotto a chiedere una discussione interna all'Associazione le ragioni del dissenso. Oggi potevo anche lasciar perdere il muro che non avevo voluto.
Sennonché la richiesta per il rinnovo della tessera quest'anno "per la prima volta" è accompagnata da un "modulo di domanda" in cui si deve sottoscrivere l'ovvia condivisione, in nome dell'antifascismo, a conservare, tutelare e diffondere la conoscenza della storia della Resistenza, dei valori e dell' impegno civile e democratico, della Repubblica, della Costituzione e dell'Europa. Questi valori si incarnano nella giustizia e, in particolare, nella libertà, intrinseca proprio al "patrimonio essenziale della memoria del Paese": la Resistenza non può prescindere dalla libertà proprio per il rispetto di chi per lei è morto.
Per quanto io sia persona conosciuta per l'inequivoco impegno democratico anche istituzionale e, secondo antica tradizione resistenziale, rappresentante - in alcuni casi anche formalmente - delle due principali associazioni partigiane, la FIAP e l'ANPI, proprio in virtù di equivoci sorti circa la libertà di pensiero interna all' Associazione, non sapevo ancora come dire che non me la sentivo di firmare il modulo inusitato.
Oggi mi indigna apprendere dell'implicita esclusione dei partigiani ebrei. Oltre all'incredibile falso storico e alla dolorosa discriminazione nei confronti di uno dei simboli della lotta al nazifascismo: diventa strumentale l'idea della consegna alle nuove generazioni di un messaggio che si estende di per sé, senza bisogno di enumerazioni casistiche (magari un'eccezione per Gabriele Del Grande), proprio perché messaggio di libertà, contro tutte le situazioni di violazione dei diritti umani e dei principi democratici, purtroppo sempre più numerose e, per noi europei, sempre più ambiguamente indulgenti ai nazionalismi, al movimentismo fascistoide e neonazista, alla xenofobia e, ultimo ma non ultimo, all'antisemitismo.
Per questo, con molto rammarico nei confronti di tanti compagni a cui questa lettera dispiacerà e che mantengo amici, resta per me simbolo di fedeltà ai principi resistenziali l'appartenenza alla FIAP, la componente di "Giustizia e Libertà" ereditata dall'impegno di mio padre, mentre mi trovo obbilgata a restituire all'amica che me l'ha anticipata, la tessera di un'ANPI in cui, con dispiacere grande, non mi riconosco.
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