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ANPI / La violenza e il coraggio delle donne - di Cristina Melchiorri

ANPI / La violenza e il coraggio delle donne - di Cristina Melchiorri

Il coordinamento delle donne dell'ANPI e il convegno del 16 marzo. La Sala affollata anche di giovani che ascoltano le voci storiche di Marisa Ombra e Lidia Menapace

Venerdi, 22/03/2013 - Affollata, molte persone in piedi, la sala di Palazzo Marino sede del Comune di Milano che ha ospitato il convegno promosso dal Coordinamento nazionale delle donne dell’ANPI il 16 marzo, dedicato al tema “La violenza e il coraggio. Donne, fascismo, antifascismo, resistenza”. Monica Minnozzi, che apre il convegno sottolinea che oggi siamo qui non solo per “custodire la memoria”, anche se ricordare cos’è stato effettivamente il fascismo per le donne - più esattamente contro le donne, è importante, ma soprattutto per cogliere cosa c’è di attuale di quel coraggio ancora oggi”.

E’ fra le donne che comincia l’avversione alla guerra. Le donne hanno scelto due volte: la prima, con la disobbedienza al potere, che era il potere delle armi, e poi con la Resistenza.

Fra le oratrici, donne importanti del pensiero e della cultura italiana e “femminista” Marisa Ombra, Lidia Menapace.

Al centro del convegno c’è, soprattutto, l’attualità: una cultura sessista che, pure in presenza di normative che hanno compiuto grandi passi avanti, resiste nelle pieghe della società. Dove persiste un’idea della donna che, se anche non trova un lavoro, un lavoro comunque ce l’ha ed è la maternità. E dunque poco o niente si fa per smantellare lo stereotipo della donna come proprietà, che giunge persino al femminicidio, e della donna-oggetto, della quale si continua a mettere in primo piano il corpo. Come denunciare e combattere questa vecchia cultura che fa dell’Italia uno dei Paesi più arretrati e non solo d’Europa, è uno dei fulcri del convegno.

Carlo Smuraglia, Presidente Nazionale dell’ANPI sottolinea che: “oggi siamo qui anche perché possiamo considerare Milano la capitale dell’antifascismo. E da Milano può partire la comune lotta all’assuefazione alla violenza, per cui disordini nelle scuole
e negli stadi, scritte violente su molti muri, violenze contro i diversi, frasi orrende sul web, vengono assorbiti come trascurabili scorie marginali.”

Simona Lunadei, della Società Italiana delle Storiche e Dianella Gagliani ripercorrono alcune tappe dell’ideologia del fascismo contro le donne.

L’attrice Aglaia Zannetti legge con emozione alcuni testi, consegnati agli atti del convegno perché si possano rileggere con calma.

Una ragazza del pubblico chiede perché ancora oggi c’è tanta brutalità fra i giovani.

Difficile, anche per l’oratoria del Presidente, rispondere. “Facciamo molte iniziative, utili, ma non sufficienti. E’ la scuola che deve affrontare maggiormente questa parte della nostra storia passata, per dare i messaggi giusti al nostro presente e al futuro dei nostri giovani”.

Con un brillante flash Simona Lembi, Presidente del Consiglio Comunale di Bologna, riprende il punto e sottolinea: “ Rischiamo tutti di dare per scontato le attuali conquiste delle donne, che sono recenti, e per questo fragili. Dobbiamo lavorare di più sulla consapevolezza dei giovani, perché non possiamo correre il rischio che ogni generazione riparta da zero.

Interventi toccanti da parte di molte Associazioni. Ernesto Nobili, Consigliere della Fondazione Memoriale della Shoah, ricorda i nomi di alcune donne uccise. E dice: “la memoria autentica scongiura la formazione di un vuoto alle nostre spalle. Attenua quella comprensibile tendenza alla rimozione del passato che toglie gradatamente senso agli avvenimenti, spingendoli nel pozzo della storia fino a confonderli con tanti altri. Il ricordo, soprattutto per i giovani, è un esercizio salutare: apre la mente e i cuori. Ci fa guardare all’attualità con meno pregiudizi e minori ambiguità, ci fa accettare chi ha etnia o religione diversa dalla nostra. Chi ha buona memoria è un cittadino migliore. Un educatore più attento.”

I due terzi dei presenti ha i capelli bianchi. Spiccano ancora di più dunque due gruppi di giovani diciottenni, ragazze e ragazzi, seduti educatamente a terraper lasciare le sedie ai più anziani. Elena, Sara, Ginevra, Costanza, Camilla, Marina, Andrea, Federico, Vittorio, Lapo ed altri, studentesse e studenti dell’ultimo anno del Liceo Statale Artistico di Brera, Succursale via Papa Gregorio, classe V I , condotti a questa lezione speciale dalla loro Prof.ssa di Storia, Francesca Gullotta. Cosa ti ha colpito di più, oggi? chiedo a Camilla, “Mi hanno emozionato le drammatiche esperienze vissute da giovani donne che hanno dimostrato tanto coraggio“, risponde. E Federico aggiunge: “è molto interessante capire i collegamenti del passato con il presente”. “E’ per questo che siamo qui”, spiega la professoressa. Oggi, a Milano, la scuola c’è.

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