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Anna Rita sfida la 'ndrangheta e si candida a Platì

Anna Rita sfida la 'ndrangheta e si candida a Platì

Per paura della ‘ndrangheta a Platì nessuno ha avuto il coraggio di presentare liste per le elezioni di fine maggio. Tranne Anna Rita Leonardi giovane dirigente del PD

Lunedi, 18/05/2015 -
Platì è un piccolo paese di 4000 anime che negli anni è diventato archetipo della ‘ndrangheta calabrese, la cui foto simbolo è l’insegna all’ingresso del paese con la sua insegna crivellata di colpi. Negli anni ’80 fu ucciso il sindaco del paese, nel 2003 vennero scoperti cunicoli sotterranei grandi quanto il paese stesso che servivano da rifugio per i latitanti. In dieci anni è stato sciolto tre volte per infiltrazioni mafiose, poi commissariato, e quest’anno a maggio, finalmente, si sarebbero dovute tenere le elezioni amministrative. Ma nessuno ha presentato liste.



Anna Rita Leonardi è una dirigente del Pd regionale di appena trent’anni che, invece, ha proposto di candidarsi: “È nato tutto qualche settimana fa da una provocazione del segretario regionale del PD Ernesto Magorno, proponendo la sua di candidatura”. I dirigenti del PD avevano reagito alle polemiche sulla mancata presentazione delle liste, con le candidature dei dirigenti nazionali, oltre Magorno anche la deputata Enza Bruno Bossio. E “poiché erano già scaduti i termini per la consegna delle liste, a quel punto si è pensato di chiedere una proroga straordinaria per Platì, per i cittadini di Platì. Considerando i problemi enormi della città, quello che noi possiamo fare è di lavorare a loro fianco”, dice Leonardi, che in realtà spiazza tutti, perché ormai le cose sembravano finite lì, con la scadenza dei termini per la presentazione delle liste.



Qualche giorno fa si è presentata insieme ad alcuni dirigenti del suo partito e ai rappresentanti del sindacato nella chiesa del paese, “perché altrove non sarebbe stato possibile”, e rompendo muri di omertà si è presentata ai cittadini: “c’era molta gente. Noi abbiamo fatto questa provocazione per far capire ai cittadini che qualora non avessero una forza politica all’interno di Platì che volesse amministrare il comune e ci fossero le e condizioni io darò la mia disponibilità in qualsiasi ruolo, sindaco, usciere, consigliere, qualsiasi cosa perché per me è la politica è veramente un servizio, e con questo spirito chiederei ai cittadini di cosa davvero hanno bisogno”.



Ma ci vuole il coraggio e la determinazione di una giovane donna per muovere muri di omertà, nel caso in cui venisse accolta la richiesta di una proroga ad hoc e la candidatura si concretizzasse: “Penso che sia un bellissimo segnale, lasciando da parte personalismi e protagonismi perché non fa bene a nessuno, ma è un bel segnale per i calabresi, per la politica prima di tutto perché questi territori sono stati abbandonati. La Calabria è fatta per la maggioranza di persone perbene stanche di essere additati come ‘ndranghetisti”.



Dopo qualche ora dalla sua proposta esce su un giornale locale 'La Riviera' la sua foto con una serie di provocazioni sessiste: “io non voglio nemmeno pensare a quello che mi è stato detto, e poi cosa posso rispondere a chi mi dice di mettermi la crema solare. Alla fine quelli colpiti maggiormente sono i cittadini di Platì. A me hanno ferito, è vero, ma mi spingono a continuare e a fare di più”.

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