Mercoledi, 16/01/2013 - "L'esperienza scientifica di Rita Levi Montalcini esprime un modo di intendere la stessa funzione dello scienziato non come individualità e neanche come vicenda personale, ma al contrario come soggetto che agisce, in un percorso in relazione con altri, per recare utilità all'esistenza degli umani. E' questa la sua storia, la storia della sua straordinaria capacità di lavorare in gruppo, di creare gruppi di giovani ricercatori negli Usa come in Italia. E questo già descrive la personalità di Rita Levi Montalcini, che si ritrova con le stesse caratteristiche negli altri ambiti del suo impegno, nei temi sociali e nei temi civili". Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd nell'aula al Senato ricordando la senatrice a vita Rita Levi Montalcini.
"Ricordo - ha proseguito Anna Finocchiaro - la Fondazione Rita Levi Montalcini, di cui ho l'onore di essere consigliere di amministrazione, orientata al progresso culturale e scientifico di giovani donne africane. Il suo impegno in questo campo partiva dalla consapevolezza che ogni limite allo sviluppo dei Paesi trova nel protagonismo delle donne la sua prima inarrestabile forza di superamento. Non dunque soltanto solidarismo compassionevole, ma un contributo vero per la crescita attraverso l'emancipazione e il progresso delle donne. La stessa cifra ritroviamo nel suo impegno civile. Collaborò con i partigiani durante la Resistenza e ricordo la sua autoironia quando mi raccontava la sua esperienza nel falsificare i documenti dicendo: 'sai, noi scienziati siamo bravissimi in questa opera di fino'. Era sorretta da grande fede illuministica, ma anche da una profonda fede umanistica, celebrata nella fiducia e nella capacità umana di crescere e di resistere nelle difficoltà. Aveva la capacità di sviluppare una funzione pedagogica senza pedagogia, portando sempre la propria esperienza a dimostrazione e non a modello di come può essere fatto. E' per questo che diceva 'la mia intelligenza è mediocre e il mio impegno è più che mediocre, mi hanno salvato l'istinto e il cuore. Seguite sempre il vostro cuore'. Mi ha colpito molto il fatto che pure dall'emanazione delle leggi razziali seppe trarre grande forza. La prima volta che la conobbi mi disse 'senza Mussolini e senza Hitler io adesso sarei una vecchia signora che sta bene, grazie a quei due invece sono arrivata a Stoccolma'. Questo è un esempio di come invitava sempre al coraggio, anche quando l'impegno sembra insormontabile. Arrivò qui in Senato nominata senatrice a vita dal Presidente Ciampi. Chi l'ha conosciuta ha avuto la scelta di conoscerla o di disprezzarla anche con termini di efficace bassezza. Questo non ha tolto nulla a Rita Levi Montalcini, ma semmai a coloro che non le risparmiarono frasi bassissime, perché è mia opinione che era comunque lei qui, con i suoi 40 chili scarsi, gli occhi che più non vedevano, il suo bastone, la fragile prova dell'umana grandezza".
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