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"NATURALE" COME "NORMALE": IL GRANDE ERRORE DI UN PENSIERO ACRITICO E OBSOLETO

"NATURALE" COME "NORMALE": IL GRANDE ERRORE DI UN PENSIERO ACRITICO E OBSOLETO

Come diceva la scrittrice britannica Mary Wollstonecraft a metà Settecento: «appartenere al sesso femminile, nascer donne piuttosto che uomini, significa trovarsi al mondo in una posizione di inferiorità, oppressione e svantaggio»

Domenica, 13/04/2014 - Potrà sembrare fantascienza, ma si tratta di un fatto di cronaca realmente accaduto (e riportato su Le Figaro), in questi giorni, presso una scuola privata francese: la Fenelon à La Rochelle.

Una ragazza di 16 anni è stata presa alle spalle e violentata. La studentessa, incapace di identificare l'aggressore, ha sollecitato l'istituzione ad una misura di controllo a tappeto, per cui: quasi 530 persone (fra insegnanti, membri del personale e studenti) verranno sottoposti al test del DNA. Tempo un mese, il DNA corrispondente a quello di certe macchie organiche presenti sul vestito della ragazza individuerà con certezza lo stupratore.



Effettuare un test del DNA su circa 530 persone, come si può immaginare, è una misura esosa nelle due accezioni di: "odioso" e "dispendioso". In termini economici, sicuramente è una spesa enorme per la scientifica. In termini umani, è un'odiosa misura di controllo per combattere ancora una volta una vecchia battaglia del bene e della giustizia sul male e sull'impunità.



C'è, di più, che questa solita e odiosa questione prende le mosse da un dato sessuale e di genere purtroppo imprescindibile. Come diceva la scrittrice britannica Mary Wollstonecraft a metà Settecento: «appartenere al sesso femminile, nascer donne piuttosto che uomini significa trovarsi al mondo in una posizione di inferiorità, oppressione e svantaggio».



E tutto questo, perché la cosiddetta "cultura del patriarcato" ci ha dato a bere che le donne siano "per natura" qualcosa di subalterno rispetto alla "natura" maschile. Le molte culture del passato vedevano nella "naturalità" di questa osservazione, una certezza indiscutibile e una prova provata. Si sbagliavano eccome.



Oggi, che abbiamo cognizioni più sviluppate e occhi meno ingenui, conviene precisare che ciò che è "naturale" non è per forza di cose una legge che va "normalizzata". I più gravi errori di interpretazione della nostra civiltà contemporanea provengono forse da questo tentativo legittimistico (che ha del disperato!): volere che la "natura" detti le leggi della "norma". Non è sempre così, va ribadito. Molta parte della morale sarebbe "contronatura" se dessimo retta a questa primitiva visione.



Fa parte delle grandi sfide dell'umana morale quella di incarnare dei modelli di verità e di bene che - pur partendo dall'osservazione di ciò che è naturale - arrivino ad un concetto di "normalità" nuovo e comprensivo dei molti casi delle fattispecie.



Agli occhi di persone profondamente morali, tuttalpiù, la natura può parere (non a torto) ironica e beffarda; agli occhi di persone non così morali, la natura può servire come un alibi infelice per legittimare prospettive davvero crudeli e ridicole insieme.



Marta Mariani

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