Mercoledi, 07/03/2012 - Dopo la strage di Brescia di qualche giorno fa, dopo che ieri a Piacenza e a Verona due donne sono state uccise dai partner, anche oggi a Minerbio (BO) due donne sono state accoltellate da un familiare. 120 le donne uccise in Italia nel 2011 per motivi di genere, secondo la rilevazione della Casa delle donne sulla stampa nazionale, da oggi online:
Grazie ai centri antiviolenza finalmente si diffonde sempre di più il termine femicidio per definire questi delitti motivati dall’odio verso le donne, dalla volontà di controllare, opprimere, infine annientare il loro corpo, la loro vita, spesso insieme a quella dei loro figli/e.
Secondo dati della Polizia di Stato, nel 2010 2.300 donne hanno subito lesioni personali, 7.000 hanno subito percosse e 3.500 violenze sessuali.
E’ un massacro che va fermato: le storie delle donne uccise ci dicono che di botte si muore, che a volte non basta denunciare, ma servono maggiori strumenti di protezione per le vittime e di contenimento dei maltrattanti, occorre un impegno più forte e su più fronti.
Nel 2011 la Casa delle donne ha accolto 618 donne, il 94% per motivi di violenza, ha ospitato 24 donne e 22 bambini/e. Si tratta di donne italiane nel 60% dei casi, quasi il 70% ha figli/e che vengono maltrattati o assistono alla violenza (tutti i dati 2011 a: www.casadonne.it).
La crisi e i tagli effettuati sui bilanci degli enti locali diminuiscono le risorse destinate al centro antiviolenza, proprio nel momento in cui le donne arrivano sempre più povere a chiedere aiuto: circa il 70% di loro dichiara un reddito insufficiente o inesistente. La dipendenza economica è uno dei fattori chiave che rende difficoltoso il percorso di uscita dalla violenza.
La realizzazione di politiche di genere e a sostegno delle donne vittime di violenza va proseguita con più decisione, i centri antiviolenza non vanno lasciati soli accanto alle donne vittime di violenza e ai loro bambini/e.
Promozione - Casa delle donne per non subire violenza Onlus
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