Giovedi, 28/11/2019 - Questo 25 Novembre la facciata di Palazzo Madama si è illuminata in rosso e quella di Montecitorio si è illuminata di arancione, il colore che simbolizza un futuro più luminoso per le donne, libero dalla violenza di genere. I Palazzi Istituzionali hanno così voluto dare segnali evidenti della loro partecipazione alla mobilitazione nazionale delle donne e nel cortile di Montecitorio è stata anche montata una panchina rossa, al pari di quelle istallate in molti parchi italiani per ricordare le donne vittime di violenza.
A parte i segnali simbolici, alcuni rappresentanti del Parlamento e del Governo hanno anche partecipato ad iniziative e convegni di analisi e approfondimento del problema, promossi dalle donne.
Su iniziativa della Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio, a Palazzo Giustiniani si è tenuto un convegno incentrato soprattutto sul tema delle molestie sessuali sui luoghi di lavoro, un fenomeno dalle proporzioni rilevanti e sconosciuto nella sua massiccia esistenza perché le donne nell'80% dei casi non ne parlano, per vergogna, per paura di perdere il posto di lavoro o perché non si sentono tutelate nel momento in cui volessero denunciare la molestia subita. Ne ha parlato la Presidente della Commissione, Valeria Valente (senatrice PD) e ne ha parlato anche la Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che introducendo il Convegno ha dichiarato che il Parlamento ha lavorato e lavora sul problema, che negli ultimi 10 anni si sono introdotte misure che hanno creati degli argini ma che non si è riusciti a contrastare il problema nel profondo, a colpirne le radici.
All'origine c'è un problema culturale, come si legge in un rilevamento fatto dall'Istat e che dimostra come per il 40% degli Italiani una donna può sottrarsi a un rapporto sessuale se realmente non lo vuole e, secondo il 23%, la donna è la causa prima della violenza sessuale, da lei sollecitata con un abbigliamento disinvolto e succinto. Bisogna quindi rimuovere pregiudizi e mentalità maschiliste radicate da generazioni e bisogna iniziare dalla famiglia e prima ancora dalla scuola, dice la Senatrice Valente che, in occasione del 25 Novembre, ha accompagnato il premier Conte proprio in una scuola romana per sensibilizzare i ragazzi sul fenomeno della violenza di genere. A domande dei ragazzi su cosa faccia il Governo per sostenere la lotta delle donne, il presidente Conte ha dichiarato di aver sbloccato 12 milioni di euro di fondi, per aiutare nello studio e nella ricerca di un lavoro gli orfani di femminicidio e che si sta per lanciare una iniziativa per il "microcredito di libertà" a sostegno delle donne, per permettere loro di cominciare una nuova vita.
Anche il ministro della Giustizia Bonafede è intervenuto ad un convegno promosso in occasione del 25 Novembre. Il Convegno è stato promosso al Senato dalle donne del Movimento 5 stelle e si è occupato in particolare della violenza che gira e di diffonde tramite web. Il Convegno era titolato "Nemmeno con un fiore, nemmeno con un click" e il Ministro Bonafede ha preso la parola per dire che sulla scia delle misure già prese con il Codice Rosso il Governo prosegue nel suo impegno per evitare l'isolamento della donna molestata, il suo sentirsi "sola". È da qui, dice il Ministro Bonafede, che lo Stato deve partire per abbattere mura psicologiche e sensi di colpa che spesso assalgono non chi impartisce ma chi subisce violenze.
La Giornata nazionale contro la violenza sulle donne ha avuto quindi dei riscontri anche nei Palazzi dove si può realmente fare qualcosa per arginarla. È un problema complesso e che non richiede solo repressione ma innanzitutto formazione e crescita culturale, e anche qui Governo e Parlamento sono stati chiamati ad impegnarsi di più.
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