Venerdi, 04/12/2020 - "Un Papa venuto dall'altra parte del mondo” così si è definito Bergoglio all'inizio del suo pontificato. E dall'altra parte del mondo, dalla sua lontana Argentina, la Chiesa mostra incredibilmente segni di apertura nei confronti del mondo LGBTQ.
A Neuquen, la città più popolosa della Patagonia argentina, ad agosto 2020 è stato inaugurato un “condominio sociale protetto per donne trans”, tenacemente voluto dalla suora di clausura Monica Astorga Cremona, superiora del monastero delle Carmelitane Scalze, che da quattordici anni è impegnata nel recupero sociale e psicologico delle trans.
L'inaugurazione sarebbe stata benedetta anche da Papa Francesco, che secondo reportage di agenzia ha scritto a suor Cremona: "Cara Monica, Dio che non è andato al seminario né ha studiato teologia, ti ripagherà abbondantemente. Prego per te e per le tue ragazze:....Fraternamente, Francesco”.
Il particolare di definirle "ragazze" ha scandalizzato diversi benpensanti cattolici, ma a dire il vero anche nel linguaggio di tanti cosidetti progressisti noi li sentiamo definire "i trans”, negando perfino un misero articolo al femminile.
In una intervista a Linkiesta, suor Monica ha dichiarato che Bergoglio conosceva la sua comunità ancor prima di diventare vescovo e che nel 2009 si era recato a trovarla. “In quell'occasione - dice la suora a Linkiesta - l'ho informato che seguivo le donne trans e mi ha detto: 'Non abbandonare il lavoro di frontiera che il Signore ti ha dato'", scrivendole poi in altre occasioni che l'emarginazione che subiscono le donne trans è paragonabile ai lebbrosi scacciati allo stesso modo all'epoca di Gesù.
Sorella Monica è nata a Buenos Aires nel 1967 e fino a quattordici anni fa considerava, come gran parte della Chiesa, un peccato essere trans. Poi l'incontro con Kathiana Villagra, una transessuale che si prostituiva, alcolizzata e con l'aids. Kathiana aveva già quarant'anni, l'età in cui in quelle condizioni si muore. Suor Monica vede in lei solo la sofferenza e non il "peccato" e capisce che il peccato non è nella condizione ma solo nei comportamenti, a loro volta indotti da povertà e disperazione. Quando chiede a Kathy di cosa ha bisogno lei risponde: "Quiero una cama limpia para morir” (desidero un letto pulito per morire).
Dopo aver conosciuto Kathy, suor Monica decide di aiutare lei e le sue compagne a lasciare la prostituzione e l'alcool. Undici anni fa la diocesi ha messo a disposizione del progetto una casa e delle stanze per svolgere attività. Nel 2017 suor Cremona ha chiesto al Comune di Neuquen un terreno edificabile per realizzare il condominio "La costa del Limay”, inaugurato ad agosto, dodici miniappartamenti per le sue ragazze. Fino ad oggi ha aiutato più di novanta transessuali ad avere un lavoro dignitoso e ad essere rispettate.
Kathy ha iniziato a lavorare come sarta e undici anni dopo ha il suo laboratorio, che ha chiamato “Renacer” (Rinascita), non beve da quattro anni. Il sogno di suor Cremona è che tutte abbiano un lavoro dignitoso e non siano obbligate a prostituirsi per sopravvivere, ma anche che vengano considerate esseri umani e non “rifiuti della società, che devono essere portati fuori di notte e al sorgere del sole devono essere spariti perché le città risultino pulite”.
C'è ancora tanta strada da fare per i diritti di queste ragazze: la deve fare la società, la devono fare le famiglie; un piccolo esempio come quello di suor Monica è comunque un passo avanti su quella lunga strada.
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