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Anche “i comunisti sanno ridere”: Staino tra Satira e Sogni

Anche “i comunisti sanno ridere”: Staino tra Satira e Sogni

Notte dei Musei: attraverso il tocco di Sergio Staino davvero la Satira può stringere la mano ai Sogni. Una mostra visitabile a Siena (Complesso Museale Santa Maria della Scala) fino al 3 novembre

Domenica, 18/05/2014 - Come coniugare il sorriso amaro della satira e il soffice volo del sogno? Non un ossimoro, non più perché attraverso il tocco di Sergio Staino davvero la Satira può stringere la mano ai Sogni, due fattori che insieme possono trasportare ad una leggera e malinconica percezione della realtà storica.

Questo lo stato d’animo dopo aver percorso l’esposizione delle sue creazioni dietro la guida dell’artista, i ricordi e il racconto del lento prendere forma dei suoi disegni: per la notte dei musei, le sale del Santa Maria della Scala di Siena si sono illuminate della voce, dell’improvvisazione e dei disegni di Staino nelle vesti di inarrestabile narratore di sé. Una lettura degli ultimi trent’anni attraverso il tratto della matita prima della china poi per approdare ora al digitale, un percorso filtrato dallo sguardo di Bobo, una proiezione ironica dello stesso artista che non rinuncia ai suoi punti neri sul naso, alle rotondità, al sarcasmo agrodolce della sua creatura. Nato dalla mano pensante di Staino in un giorno ben preciso della sua vita, il 10 ottobre 1979, il personaggio si anima prima nelle strisce di Linus, cresce anche attraverso il dolore (“Bobo ai funerali di Berlinguer”), che lo ha poi accompagnato in altre occasioni fino al crollo delle torri gemelle. Si entra nella terza sala, dove si cambia registro, eppure irrefrenabile continua l’incantevole voce narrante di Staino a ipnotizzare i visitatori: intanto Bobo matura nelle pagine dell’Unità, dove dal 1990 ha uno spazio fisso e diventa una sorta di “servizio pubblico”, veste i panni di Capitan Kid, per approdare perfino al cinema. Un crescendo di sfide differenti per l’artista, che è un vero e proprio fiume in piena, travolgente con intelligente delicatezza. Con le pagine del volume sulla “Storia di Montemaggio” – esposte nella sala successiva - inizia la sperimentazione delle tecnologie, che gli consentono di continuare ad esprimersi, perfino di confrontarsi con altre tecniche, come gli acquarelli digitali. Fonte di ispirazione, la musica diventa alle volte una colonna sonora dei suoi fumetti, altre volte uno stimolo di riflessione, fino a esplodere in maestose scenografie teatrali per il Premio Tenco. Prima di abbandonare la retrospettiva, un ultimo sorriso con lo sguardo ad alcune tavole del “ giorno dopo giorno” sulla produzione satirica più recente, per infine raccogliere tutti coloro che lo hanno seguito e ringraziarli a modo suo, con un disegno proiettato insieme ad un abbozzo. Una sagoma, prima un naso, poi gli occhi, “rotondità rassicuranti” quelle di Bobo, che hanno attraversato tre decenni di storia, superato la materia e il foglio bianco per sconfinare nel digitale, dove è possibile superare le spigolosità di Didi e i limiti della natura umana.

Cronaca di una mostra da vivere, percorribile fino al 3 novembre, presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala in Piazza Duomo a Siena.

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