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Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale

Analizzare e prevenire la violenza in ambito coniugale

Metodo S.A.R.A. - Dal Canada, un contributo per cogliere i segnali che preludono la violenza sulla donna

Ciani Rossella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007

La violenza alle donne, diffusa in tutto il mondo, ha prodotto una serie di ricerche e di metodologie per riuscire a prevenirla. Le donne canadesi, già da una quindicina di anni, sono riuscite a mettere a punto un metodo chiamato S.A.R.A. per analizzare e prevenire la violenza nell’ambito coniugale. S.A.R.A. è un acronimo che significa in inglese ‘Sposual Assault Risk Assessment’ cioè ‘Rischio di violenza recidiva in ambito coniugale’. Questo metodo, che si basa sull’analisi di una serie di episodi e comportamenti del coniuge violento, è stato importato da alcuni anni in Italia e “tarato” per la realtà italiana dalla Prof.ssa Anna Baldry della Facoltà di Psicologia sociale dell’Università di Napoli. Il metodo, consistente in dieci punti di analisi, non può e non deve essere usato dalla donna che è a rischio di violenza, ma dalle forze dell’ordine, dalla polizia municipale e da tutti gli operatori sociali e sanitari addetti al problema della violenza. Leggendo i dieci punti viene da pensare che si tratti di osservazioni troppo semplici, anzi quasi ovvie e banali. In realtà per sapere cogliere ed interpretare il rischio attraverso questo metodo è indispensabile fare un corso di preparazione ed addestramento perché anche il più piccolo segnale, all’apparenza insignificante, ha un suo peso. Per questo motivo vi è un gruppo di psicologhe, tra cui la Prof.ssa Baldry, che girano l’Italia per aggiornare le Questure, ovvero tutte le forze dell’ordine che da esse dipendono.
Sono già cinque le questure, che si sono impegnate a dotare le loro forze dell’ordine di questo aggiornamento, cioè troppo poche rispetto alle 106 esistenti. Le questure non si sono mosse per iniziativa propria, ma sono state le donne, che si sono rivolte alle loro Amministrazioni provinciali (le Questure hanno un’area territoriale di intervento a dimensione provinciale) per chiedere che l’ente Provincia della loro zona si facesse promotore e assumesse il carico finanziario per l’aggiornamento “S.A.R.A.”. Le donne che hanno ottenuto questo in ambito provinciale segnalano che non è stato molto difficile sensibilizzare le province per attuare l’aggiornamento perché purtroppo, in ogni dove, ci sono violenze sulle donne e sulle bambine, per cui non esiste un luogo con assenza di problemi. Invece l’altro strumento di aiuto costituito dalle Case delle donne, che danno ospitalità alla donna violentata o sottoposta a minacce persecutorie sono assai poche sul territorio italiano. La normativa europea dice che dovrebbe esserci un posto letto ogni settemila abitanti, quindi quindici posti letto ogni centomila abitanti. In sostanza occorrerebbe una casa di accoglienza per ogni città o cittadina italiana. La realtà è completamente diversa e presenta vuoti di risposta spesso macroscopici, per cui non si può pensare di delegare alle sole donne delle case di accoglienza la richiesta di questo aggiornamento.

Altre informazioni si trovano in questi siti internet: www.sara-cesvis.org; www.springerlink.com/links.jstor.org; www.harcourt-uk.com; www.chipts.ucla.edu./assessment.hatm (si ringrazia R. Ronchi di Amnesty 157 Italia per le ricerche dei e sui siti internet). Il libro italiano A. Baldry “Dai maltrattamenti all’omicidio. La valutazione del rischio di recidiva e dell’uxoricidio” Ed. Franco Angeli; il testo originale canadese di P. Randall Kropp, S. D. Hart, C. W.Webster, D.Eaves “Manual for the Sposual Assault Risk Assessment Guide” Ed. British Columbia Institute on family Violence, Vancouer – Canada .

(4 dicembre 2007)

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