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Amplessi e complessi

Amplessi e complessi

Intervista ad Anna Sampaolo - Verginità, ansie e ruoli maschili e femminili, malattie sessualmente trasmissibili: ne parliamo con la coordinatrice AIED

Ribet Elena Martedi, 24/11/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2009

Anna Sampaolo coordina i corsi della sezione AIED di Roma. Quali sono le attività da voi svolte?

Da diversi anni coordino corsi di educazione sessuale nelle scuole medie, elementari e superiori. I corsi vengono attivati su richiesta dei consigli d'istituto e del collegio docenti e trattano aspetti medici, anatomici e fisiologici, ma anche psicologici. Un tema a me carissimo è quello delle identità di genere e dei ruoli sessuali. È importante stimolare riflessioni sui modelli proposti nella società e vedere in maniera critica i messaggi di pubblicità e media perchè stiamo parlando di ragazzi e ragazze in fase di costruzione dell'identità e che stanno allontanandosi dai modelli della famiglia per costruirsi i propri.



Secondo lei ragazzi e ragazze di oggi sanno... come nascono i bambini?

Su aspetti anatomo-fisiologici c'è una discreta disinformazione. Molti non sanno dove sia l'imene. C'è chi lo pone dopo il collo dell'utero, chi dentro la vagina e così via.

Non si può dire però che non possiedano informazioni basilari sulla contraccezione: quanto meno è abbastanza diffusa l'informazione che il profilattico difenda dalle malattie sessualmente trasmissibili (MST) quali condilomi, candida, sifilide, herpes, AIDS e dalle gravidanze.

Il fatto è che tra essere informati e modificare i propri comportamenti il passaggio non è così diretto.



Ci sono differenze tra maschi e femmine rispetto a temi quali la contraccezione?

Tendenzialmente le femmine sono più informate, anche perché il 'passaggio' per loro può essere più delicato. Il corpo 'impone' una maggiore riflessione sulla perdita della verginità; ma è come se le informazioni non fossero sufficienti. Il punto è capire quali possano essere le difficoltà, le resistenze rispetto all'uso dei contraccettivi oppure, per quanto riguarda la MST, come si possa far emergere le preoccupazioni senza terrorizzare i ragazzi e quindi provocare meccanismi di rimozione del pericolo; sull'uso del profilattico ad esempio bisogna continuare a parlare di quelle 4 o 5 regolette fondamentali su come si usa.



Perché tanti profilattici si rompono?

Oltre alla cura nella conservazione, quando si infila il profilattico si deve schiacciare il serbatoio. I ragazzi non lo sanno, per questo nei corsi AIED lo ripetiamo il più possibile. Mi sembra che questa informazione venga trascurata, anche nell'ambito di campagne informative e sui media.



Come si svolgono i vostri corsi?

Ad esempio, a Roma copriamo 6-7 classi di ogni scuola per circa 15 scuole ogni anno.

Una volta le lezioni erano frontali; alla fine si potevano porre domande anonime con dei bigliettini. Ora le cose sono molto cambiate, si lavora in cerchio in modo interattivo partendo dalle conoscenze di ragazzi e ragazze, offrendo stimoli e commentando insieme. Si usano immagini eloquenti, ad esempio di pubblicità, e si suscita un dibattito. Abbiamo mantenuto la possibilità di esprimersi in forma anonima, sulle paure dei primi rapporti sessuali e altri temi.



Quali sono le maggiori paure?

Quello che emerge è che ci sono ansie sia nei maschi sia nelle femmine. Questo è molto importante perché quando si vede tutti insieme che c'è una similitudine nell'approccio alla 'prima volta', si abbassano sensibilmente le ansie e la paura di essere giudicati. Nei maschi in genere prevale un'ansia di prestazione, mentre nelle femmine la paura di non essere belle o di farsi vedere nude.



Come vede la possibilità di una 'educazione sessuale' rivolta anche alle famiglie?

Penso che incontri per i genitori non sarebbero una cosa sbagliata. Noi abbiamo sperimentato degli incontri aperti e sono stati positivi. La cosa importante è coinvolgere i docenti di ruolo, in modo tale che i ragazzi e le ragazze sappiano di avere una persona con cui parlare.



Dove possono rivolgersi i giovani in caso di bisogno?

Esiste una rete di strutture. Spesso i giovani invece si rivolgono solo ad amici, magari più grandi, raramente ai genitori. Esistono invece consultori per adolescenti, pubblici e privati, dove si può andare anche se minorenni per consulenze, visite ginecologiche o andrologiche.



Di sesso si parla fin troppo e male. Cosa ne pensa?

C'è una grande confusione. Da un lato ho l'impressione che l'approccio libero e 'sereno' sulla sessualità tanto sbandierato in giro sia solo 'letteratura'.

Dall'altro lato esiste una sorta di soggezione o di turbamento quando si parla di sessualità: bisogna sfatare l'idea che sia una cosa di cui vergognarsi.



Criticità e speranze?

Da quasi vent'anni un disegno di legge per introdurre l'educazione sessuale nelle scuole giace in qualche cassetto e ci sono sempre meno fondi a disposizione. La speranza è che si riesca a superare gli ostacoli che impediscono alla scuola italiana di formare e informare meglio le nuove generazioni.





L'AIED, Associazione Italiana per l'Educazione Demografica, nasce nel 1953 per diffondere il concetto e il costume della procreazione libera e responsabile, promuovere formazione e crescita culturale sui temi della sessualità, della prevenzione, della lotta alle discriminazioni e alla violenza.



Info www.aied.it

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