Emanuela Irace Lunedi, 06/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010
Ci sono donne che procedono come soldati, stabilendo in autonomia obiettivi e regole di ingaggio. Padrone della propria femminilità, sfruttano curve e labbra, trasformando il potere delle seduzione in macchina da guerra. Virilmente indipendenti conquistano alcove a cinque stelle. Ottengono favori. Attentano alla stabilità dei Governi e qualche volta ricevono incarichi di prestigio. Nella Grecia antica si chiamavano Etere, uniche a varcare il tempio maschile dello svago, prendevano la scena a Eros, competendo con gli uomini da “eguali” nei riti orgiastici del Simposio. Oggi si chiamano Escort. Capitale senza lavoro. Femmine a pagamento più libere delle prostitute. Più coraggiose delle precarie e più autonome delle lavoratrici a mille euro. Forti di bellezza e gioventù abbracciano il potere con determinazione e leggerezza. Scardinando ordine e gerarchia ed entrando là dove per censo mai potrebbero. Scrivono libri e rilasciano interviste. Usano il corpo con l’astuzia della ragione per scavalcare povertà e disprezzo, ottenendo in poche ore più che in vent’anni di studi a zero euro. Si offrono per non restare incastrate nei ruoli familiari di una società machista e patriarcale, cui lo Stato scarica con profitto l’intero peso del welfare, blindando ruoli e politiche di genere. Si vendono nell’emergenza di un capitalismo parassitario e di un ordine sociale che continua a disegnare soffitti di vetro e di cristallo, perpetuando alle donne un futuro da comparsa su un proscenio riservato agli uomini.
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