Giovedi, 02/05/2013 - “Questo paese diventerà civile quando gli uomini smetteranno di odiare le donne” con questa frase comincia la prima puntata di “Amore criminale” in prima serata da domani su rai Rai3. E’ una frase che un giovane amico dice pensando a una delle vittime di questo ciclo di sei puntate. La trasmissione si occupa di donne vittime dei maltrattamenti e di violenza dell’uomo dal 2007 “ci siamo occupati di questi temi, in tempi non sospetti” dice la regista del programma Matilde D’Errico, “quando, per intenderci, in Italia non c’era nemmeno la legge anti-stalking”. Una trasmissione che collabora con i centri antiviolenza e le associazioni femminili per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica. La conduttrice di questa edizione è un’ispirata Barbara De Rossi: “Quando ho saputo della trasmissione, ho lottato per farla, molte donne pensano che sia amore e invece non lo è”. Coinvolta in prima persona in quanto Presidente dell’Associazione “Diritti civili nel 2000” che si occupa di bambini e donne in difficoltà da anni. Le denuncie che molte donne fanno alle forze dell’ordine spesso non vengono ascoltate, ed è purtroppo una delle condizioni che porta alla loro solitudine e all’omicidio: “mancano le leggi adeguate al problema” dice la De Rossi “che molto spesso non mettono le forze dell’ordine nelle condizioni di poter lavorare”. Un disagio questo che i centri antiviolenza denunciano da anni. Il telefono Rosa che raccoglie in prima battuta le denuncie di violenza ribadisce l’aumento delle donne che trovano il coraggio di denunciare, in soli tre mesi sedicimila telefonate: un numero elevatissimo. O Be Free che si occupa delle donne vittime di tratte sostiene l’aumento vertiginoso delle denuncie e la mancanza di fondi per poterle sostenere. La violenza sotto ogni forma da quella fisica a quella psicologica sessuale o economica affrontate nelle storie di Amore criminale, accanto alle storie delle donne che vengono uccise e che vengono raccontate in tutte le puntate ci sono anche le donne che si sono salvate ai tentativi di omicidio e ai maltrattamenti e che Barbara De Rossi intervisterà in tutte le puntate, donne che si sono salvate che sono uscite dal tunnel antiviolenza e che si sono riprese la loro esistenza. Le vittime di femminicidio legati alla ‘ndrangheta o alla criminalità organizzata, non sono presenti nella programmazione di quest’anno come ad esempio il caso eclatante di Lea Garofalo: “Saranno di sicuro trattati nella prossima edizione” ci conferma la D’Errico “quelli sono dei casi molto complicati”.
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