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‘MOI 392’: Camille Claudel, donna e artista, raccontata in un lungometraggio

‘MOI 392’: Camille Claudel, donna e artista, raccontata in un lungometraggio

A Roma (spazio ‘Scena’) sabato 11 marzo sarà presentato il progetto cinematografico scritto da Chiara Pasetti e diretto da Mario Molinari, dedicato alla scultrice francese

Lunedi, 06/03/2023 - “Non voglio essere aiutata, voglio essere riconosciuta”. Così rispondeva, a chi le offriva sostegno, Camille Claudel, personaggio scomodo ed artista di grande talento: la donna morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio e fu sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune, senza neppure il suo nome sulla lapide, ma solo l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392. Proprio da questo disumanizzante particolare biografico, prende spunto il titolo del progetto cinematografico ‘MOI 392’, sullo stesso testo del monologo teatrale MOI.

Il film-documentario ‘MOI 392’, verrà presentato per la prima volta a Roma, sabato 11 marzo alle ore 18.30, nello spazio ‘Scena’. Dopo la visione del film, Chiara Pasetti e Mario Molinari saranno protagonisti di un incontro di approfondimento, in dialogo con Vincenzo Vita, presidente dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, e con lo psicoanalista e scrittore Fabio Castriota.

Liberamente tratto dalla ‘Correspondance’ e pubblicato nel libro ‘Mademoiselle Camille Claudel e Moi’ (ed. Aragno 2016, seconda edizione marzo 2023), il testo è stato concepito come per il monologo teatrale ‘MOI’, uno spettacolo che ha debuttato nel settembre del 2016 nell’ex ospedale psichiatrico di Quarto-Genova e che da allora è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani, oltre che in Svizzera, e continua ad essere rappresentato. Protagonista dello spettacolo teatrale è Lisa Galantini, diretta da Alberto Giusta.

Il progetto cinematografico ‘MOI 392’ è affidato ad una suggestiva narrazione orale che vede protagoniste le voci recitanti della stessa Galantini, nei panni di Camille Claudel, di Massimo Popolizio - interprete di due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore - e di Anna Bonaiuto, che recita la lettera di condoglianze per la morte dell’artista, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943.



La storia di Camille Claudel, appassionante e drammatica, è ancora poco conosciuta, specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella, e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul. L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943.

"Né film né teatro, né documentario, né video - afferma l'autrice, Chiara Pasetti – ‘MOI 392’ è un esperimento cinematografico condotto con la volontà di continuare a parlare di questa grande artista dimostrando il valore, ma anche il pericolo, di un’esistenza dedicata all’arte, in un’epoca storica che emarginava il talento femminile o non lo sapeva accettare. Una storia di violenza, quella di Camille Claudel, di reclusione forzata e di isolamento voluti dalla sua stessa famiglia. Una storia temporalmente distante da noi ma in fondo non così diversa da tanti, troppi eventi che accadono ancora oggi, non soltanto alle donne."

Nel lungometraggio ‘MOI 392’ - realizzato con il contributo promozionale di Nidodiragno-Produzioni – figurano i disegni di Mimmo Lombezzi ed i filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016.

‘MOI 392’ è un’opera dedicata a tutte/i coloro che sanno riconoscere, sostenere e incoraggiare il talento e la creatività, ovunque e comunque si manifestino, ed alle artiste/i che non smettono di credere in sé stessi, malgrado le difficoltà e i pregiudizi.

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