Lunedi, 03/04/2017 - Nel mese di Marzo abbiamo assistito a tutta una serie di iniziative dedicate alla educazione al rispetto, contro ogni violenza di genere. La sala conferenza del Dipartimento jonico, ex caserma Rossarol di Taranto, ha ospitato, grazie all’associazione Donna a Sud “Amo Eva?”; si è trattato di una serie di conferenze, seminari, collettiva d’arte, musica, testimonianze, per approfondire il tema della violenza, dell’autocoscienza. Un grande momento di riflessione post Festa Internazionale della Donna, un appuntamento realizzato in collaborazione tra il Dipartimento Jonico-Università di Bari e Donna a Sud. All’iniziativa ha aderito l’associazione studentesca “Progetto Taranto Universitaria Giurisprudenza”. Ma andando nello specifico di cosa si trattava, chiediamo alla presidente Tiziana Magrì. “È questo un modo nuovo, attraverso l’arte, per raccontarsi scoprirsi, liberarsi piacersi, immaginarsi, e soprattutto amarsi”. Tanti i pittori e fotografi intervenuti, tra questi: Tamara Rizzo, Luciano Greco, Sergio Malfatti, Elena Manigrasso e tanti altri ad occupare con messaggi visivi la sala congressi. TAMARA RIZZO (fotografa di NEVIANO, Lecce) ha presentato le sue foto dal titolo: "Le figlie di Eva". Le figlie femmine che Eva non ha avuto. L’altra se stessa di Eva, la parte desiderata e mai amata ma sognata. Se avesse avuto una figlia sarebbe cambiata la storia dell'umanità?
LUCIANO GRECO (fotografo di NEVIANO, Lecce) ha presentato gli scatti dal titolo: La mia Eva. Eva è la madre. È la vita, è la donna il cui respiro è vita in sé. Le parole possono solo descrivere e mal argomentare quello che sento. Per cui lascio che venga interpretato con uno scatto fotografico affinché sia unico e per sempre.
LUCILLA SERGIO (Fotografa di Carosino TA) ha mostrato le sue foto dal titolo: mi chiAmo Eva. Scatti nati per valorizzare la donna prima, la donna nella sua bellezza interiore e in armonia col mondo. Un mondo declinato al femminile sarebbe migliore?
ELENA MANIGRASSO (pittrice di Carosino (Ta) ha scelto il titolo per i due dipinti: chiAmòEva? Eva è la prima donna che ha figliato l’umanità. Ha amato il mondo tanto da darne discendenza. Ma chi ha amato Eva? Maternità e ri-nascita. Due elementi che nessuno potrà mai portare via, perché sono il frutto di due amori diversi, per l’altro e per il mondo ma ne manca uno che corrisponde al titolo: chi amò Eva? L’amore per se stessi non è l’ultimo dei bisogni, La donna lo tralascia; nella consapevolezza che il suo grembo sia accoglienza e accudimento, tiene fede fino all’inverosimile a questi due grandi amori anche passando sulla sua stessa felicità. Ma non bisogna esagerare nel succhiare la felicità dell’altro. Quando le rinunce creano dolore la donna si ferma e può chiedersi: io ho amato ma chi mi ha amato? Chi ha amato Eva? Quante Eva abbiamo visto maltrattate, derise, denigrate, uccise per amore. È quello che vivono le donne ancora oggi, nell’era del progresso, della tecnologia avanzata, dell’espansione dei diritti fondamentali dell’uomo. Eppure casi di donne uccise per mano degli stessi compagni, mariti, fidanzati aumenta incredibilmente in Italia. Ognuno di noi potrebbe raccontare la sua storia. Una scarpa qui e una là, ma ce ne accorgiamo in ritardo, le donne pensano sempre di accogliere, accudire, di sistemare ogni cosa. I cassetti delle violenze quotidiane sono aperti? Si cerca di chiuderli con mani braccia gambe e con una pazienza costruita da secoli di prepotenze. Le parole della pittrice Elena Manigrasso “Morire solo perché si è donna che vuole affermare i propri diritti sembra una cosa assurda, morire per un ideale è morire da eroi; a questo punto speriamo di non avere bisogno di eroi”. Al prossimo appuntamento con Donna a Sud.
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