Venerdi, 23/06/2017 - Un fenomeno davvero preoccupante quello raggiunto dagli atti intimidatori subiti dai sindaci e dagli amministratori locali, che solo nell’ultimo anno ha raggiunto la quota di 454, come denuncia il rapporto di Avviso pubblico presentato ieri, uno ogni 19 ore. E come sottolinea il Rapporto, dal 2011 le intimidazioni sono più che raddoppiate allora se ne contavano 212.
Il sud e le isole sono le regioni più colpite. La Calabria quella che subisce più intimidazioni: nel 2016, 87 casi, una situazione allarmante che aumenta il numero di più del 70% rispetto all’anno prima. Segue la Sicilia con 86 casi. Terzo posto Campania (64 casi) e Puglia (61).
Per il Centro nord la Regione capofila è il Lazio con 21 casi (sesto posto nella graduatoria nazionale). L’aumento preoccupante è il dato dell’Emilia Romagna che passa da 9 casi a 19 in un solo anno (settimo posto). Seguono la Lombardia con 18 casi (ottavo posto). Toscana con 16 casi e Veneto con 10 casi.
Il periodo più a rischio secondo le analisi di Avviso Pubblico è quello elettorale in cui si evidenzia l’escalation di intimidazioni. L’esempio viene fornito dal periodo del maggio 2016 in cui sono andate alle urne 1300 amministrazioni, e durante il quale ci sono stati circa 2 intimidazioni al giorno sia agli amministratori uscenti che a quelli nuovi.
Arriva, dunque, il si definitivo della Camera a quelle norme attese da tempo per proteggere dalle intimidazioni di varia natura e non solo di stampo mafioso, con un inasprimento delle pene previste. Voti a favore 268, nessuno contrario, astenuti 74 (M5S e Lega).
Prima firmataria del Ddl la Senatrice Doris Lo Moro “Si tratta di uno dei quattro disegni di legge elaborati in esito ai lavori della Commissione monocamerale d'inchiesta che ho presieduto in questa legislatura. La nuova legge, in particolare, consentirà l'uso di ogni strumento di indagine, a partire dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, l'arresto in flagranza di reato, l'applicazione di un'aggravante speciale per gli atti ritorsivi”. L'obiettivo è tutelare gli amministratori onesti con strumenti efficaci che potranno favorire una maggiore collaborazione da parte delle vittime ed evitare che i processi sugli atti intimidatori rimangano - come oggi succede - sostanzialmente impuniti”.
Nella legge si evidenziano più tutele ai singoli amministratori. E pene più severe, in sintesi:
Viene estesa ai singoli componenti l’attuale fattispecie che punisce, con la reclusione da uno a 7 anni, ogni violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario. La formulazione allargata, in pratica, tutela i singoli amministratori locali in quanto tali, anche quando operano al di fuori dell’organismo collegiale.
L’arresto in flagranza diventa obbligatorio ed è applicabile la custodia cautelare in carcere. La pena, inoltre, è aumentata fino a un terzo se la violenza o la minaccia sono commesse con armi, da più persone o persona a viso coperto, da associazioni segrete o in forma anonima.
Rischia da uno a 7 anni anche chi minaccia o usa violenza per ottenere o impedire l’adozione di un provvedimento (anche legislativo) o a causa della sua adozione.
Scatta l’aggravante quando alcuni specifici delitti (lesioni, violenza privata, minaccia o danneggiamento
Intimidire un aspirante consigliere comunale costerà il carcere. Sarà punito con la reclusione da 2 a 5 anni chi ostacola, con minacce o atti di violenza, la partecipazione di candidati alle elezioni comunali o regionali.
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