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Amministrare, un lavoro che non ‘fa notizia’

Amministrare, un lavoro che non ‘fa notizia’

Intervista a Rosa Russo Iervolino - Napoli non è solo spazzatura e camorra. E’ anche la città dove è aperto il più grande cantiere d’Europa: quello della metropolitana. Amministrare significa lavorare faticosamente, giorno per giorno, avendo prese

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

Napoli e la Campania sono state al centro di particolari attenzioni dettate molto, forse troppo, da speculazioni politiche che poco o nulla avevano a che vedere con valutazioni oggettive dell’operato amministrativo. E’ vero che il centrosinistra deve rispondere delle scelte, e quindi anche di eventuali errori o ritardi, di un lungo periodo di governo della città e della Regione, ma altra cosa è stata la ridondanza suscitata - o creata ? – da una speculazione che aveva soprattutto scopi elettorali. In una parte dell’Italia in cui districare gli atavici problemi della disoccupazione dagli interessi malavitosi è opera difficilissima – e che è resa ancora più ardua dalla forza che tali interessi traggono dai legami di quella economia ‘dei colletti bianchi’ pienamente legittimata in altre regioni - il lavoro amministrativo che va valutato è quello delle buone prassi che offrono risposte ai problemi quotidiani delle persone, magari quelle più svantaggiate che non hanno voce sui grandi media. Ma quello è lavoro che non fa clamore e quindi, per le miopi leggi della comunicazione, ‘non esiste’. ‘noidonne’ ha voluto accendere una luce su questo lavoro, faticoso e importante, intervistando Rosa Russo Iervolino, sindaca di Napoli giunta a metà del suo secondo mandato.


Lei è stata confermata sindaca con una alta percentuale (il 57,8) nel 2006 e Napoli tornerà al voto amministrativo nel 2011. Può far un bilancio delle sue due amministrazioni ?
Ogni valutazione va fatta tenendo presente che dal 2001 ad oggi sono quasi dimezzati i trasferimenti dallo Stato alle amministrazioni locali, che vivono infatti un momento di fortissima crisi. Vado fiera del fatto che questi tagli di bilancio hanno giocato sul superfluo e mai sull’essenziale, infatti in tutti questi anni non abbiamo diminuito risorse alle politiche sociali. Anzi abbiamo cercato di incrementare, per quanto possibile, i servizi alla persona e quelli legati al diritto allo studio (ad esempio l’edilizia scolastica per scuole materne, elementari e medie). Poi ci sono alcune cose di grandissima portata di cui la gente forse non si accorge, ma che sono il frutto di un impegno serio. Ne elenco tre. E’ stato aperto il cantiere della Metropolitana, definita la più grande opera pubblica d’Europa, che cambierà il volto di Napoli liberandola dal traffico e facilitando la vita ai napoletani. Da quando ci sono io sono state aperte 5 nuove stazioni e prima della fine del mandato ne saranno aperte altre 3. Sicurezza permettendo, al più presto organizzeremo delle visite al cantiere. Altra importante opera è stata la progressiva riapertura dell’Albergo dei Poveri, che è il più grande edificio d’Europa (per intenderci è anche più grande di Versailles!). Abbiamo avviato parziali recuperi e l’edificio ha ospitato iniziative culturali di alto profilo come il Festival del Teatro. Dopo la guerra e il terremoto stava cadendo a pezzi ed era ridotto ad un covo di sterpaglie e topi, il degrado era tale che quando arrivai si pensava di venderlo. Siamo riusciti a tenerlo, metterlo in sicurezza e a restituirlo alla città. Per restaurarlo tutto occorre una cifra enorme e il progetto è di un progressivo recupero. La terza opera di cui rivendico l’importanza è l’approvazione del Piano Regolatore Generale, che ha bloccato lo sfruttamento edilizio intensivo che in passato ha divorato ad esempio tutto il verde di Posillipo. E’ stato definito uno dei migliori e più severi PRG, cosa che dimostra una lotta vera ai potenti interessi edilizi. Il poco spazio che rimane vogliamo che sia dato ai cittadini come parchi, fermando le colate di cemento.
Altra cosa di cui vado orgogliosa è il decentramento amministrativo che abbiamo creato istituendo 10 municipalità con poteri. Una scelta che permette di dare concretezza alla democrazia partecipata.


Siete riusciti a comunicare alla città l’importanza di queste scelte?
Ferma restando la libertà di stampa che è sacra, non sempre si riesce a comunicare correttamente soprattutto quando ci sono organi di stampa che sono di proprietà di quegli interessi lesi dal PRG. Ognuna delle cose dette presuppone un minimo di cultura della solidarietà, di interesse collettivo, capire che ci sono bambini, anziani, che hanno bisogno di respirare.

D’accordo per le grandi opere e per le scelte storiche come la Metro o il PRG, ma una buona amministrazione è riconoscibile anche attraverso servizi, magari piccoli ma utili. Ci può citare qualche esempio?
Dobbiamo partire da una realtà nella quale abbiamo il tasso più alto di disoccupazione d’Italia è vicino al 50% tra i giovani appena laureati e diplomati, come conseguenza il reddito pro-capite è bassissimo. Dare risposte in termini di infrastrutture sociali adeguate è difficile. Una delle considerazioni che mi fece accettare la candidatura dopo Bassolino furono le sue politiche sociali, che quadruplicarono gli investimenti. Io speravo di fare altrettanto, ma non ci sono soldi per nuovi servizi e nonostante i tagli abbiamo mantenuto gli esistenti. Però questi sono i dati: quando sono arrivata c’erano 16 asili nido, oggi ce ne sono 28. Mi rammarico di non aver potuto fare di più, di non aver potuto aprire più campi sportivi, più centri di aggregazione sociale per anziani. Tra i vari servizi che potrei citare c’è la Casa delle Donne violentate, la Casa donne migranti e il Centro per l’occupazione femminile. Mi piace citare in particolare un servizio di eccellenza per la città: il dormitorio pubblico di Via De Blasiis, vicino al Porto. Le persone che vivono lì hanno le chiavi, sono i padroni di casa. Dal punto di vista della dignità ha un grande valore, che si aggiunge ai percorsi di formazione professionale e di reinserimento abitativo. All’interno gli ospiti hanno la possibilità di frequentare un corso di artigianato artistico e hanno costituito una cooperativa che gestisce una lavanderia; inoltre giuridicamente li abbiamo fatti dimorare preso il comune risolvendo il problema di avere la pensione sociale o alcune prestazioni perchè abbiamo capito che uno dei loro problemi era che non sapevano dove farsi recapitare la posta. E’ un servizio quasi perfetto, che è possibile per l’incrociarsi di tre entità: Comune, Fondazione Massimo Leone onlus e gruppi di volontariato. All’interno l’atmosfera è di una casa molto ben tenuta, che purtroppo non riesce ad ospitare più di 50 persone, infatti stiamo pensando al secondo ricovero.

Volgendo lo sguardo al panorama nazionale, secondo lei cosa sta succedendo alla politica italiana?
E’ in atto un processo di de-razionalizzazione che è molto pericoloso. E’ una novità negativa. Ho fatto politica in periodi che hanno visto anche scontri aspri - penso agli anni del divorzio e dell’aborto - ma allora l’accordo che si prendeva tra partiti, ad esempio, su un articolo di una legge, era poi mantenuto. Oggi non si capisce dove sia finita la razionalità, si lavora per trovare dei punti di mediazione e poi ti ritrovi smentito senza capire cosa sia successo. La mancanza dei grandi partiti di massa ha prodotto un processo disgregativo per cui ognuno va per conto suo, senza pensare di dover rispondere né al territorio, né agli elettori, né al partito. Il rischio è che si vada verso una confusione istituzionale.

Cosa possono fare le donne?
Le donne possono giocare un ruolo essenziale perchè hanno avuto sempre due qualità che ora sono necessarie: sono poco interessate alla politica politicante ed essendo più concrete possono riportare la politica ai problemi, facendo cessare un processo di autoreferenzialità nocivo per la democrazia

A suo parere le donne del Partito Democratico stanno facendo abbastanza?
Difficile capire e valutare cosa fanno le donne del PD. Per capire dovresti conoscere, per conoscere dovresti avere momenti di raffronto. Al momento non abbiamo una direzione nazionale ma un’assemblea pletorica, che non è né direzione né assemblea. Di certo è che le donne sono più concrete e meno chiuse nel Palazzo, sono uno strumento essenziale per riagganciare il Palazzo alla gente. Dovrebbero essere più autorevoli e più ascoltate.


DONNE E SERVIZI A NAPOLI
COF “Centro Occupabilità Femminile” ha l’obiettivo di promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro e di contrastare i fenomeni di discriminazione. Il COF offre servizi come accoglienza, orientamento e bilancio di competenze, accompagnamento all’autoimpiego e al lavoro autonomo. Attivo sul territorio dal 2005, ha ad oggi accolto oltre 20.000 donne che, a seconda dalle proprie esigenze, hanno intrapreso e concluso i percorsi previsti.

Casa di Accoglienza per le Donne Maltrattate. Potrà ospitare fino a nove donne vittime di violenza e i loro figli. Dopo l’individuazione della sede e delle fonti di finanziamento (a valere su programma POLIS e Piano Sociale di Zona) sono stati avviati e completati i lavori di ristrutturazione e di adeguamento del centro. Attualmente il Comune è in attesa di ricevere le certificazioni per indire la gara di affidamento della gestione dei servizi.

“Casa della Socialità” - Incubatore di Imprese Femminili e Servizi Sperimentali ed Innovativi per la Legalità e la Sicurezza dei cittadini. Si trova a Scampia e si rivolge alle donne residenti nell’area nord della città con l’obiettivo di riqualificare il tessuto urbano e socio-economico dell’area e ripristinare condizioni di sicurezza per i cittadini. Sono in fase di costituzione le 20 imprese di donne che hanno partecipato al percorso di avvio all’impresa e che saranno incubate presso Casa della Socialità.

(9 febbraio 2009)

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