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Ambasciatrice della Pallavolo

Ambasciatrice della Pallavolo

Kenny Moreno - "lo spazio che ci siamo aperte nello sport è molto importante, e sono convinta che piano piano migliorerà"

Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008

Kenny Moreno ha compiuto 29 anni il 6 gennaio 1979. Nata in Colombia, ha giocato in Colombia, Brasile, Italia (Padova in Serie A2 e Forlì in Serie A1), Giappone. Attualmente è schiacciatrice del club Lines Ecocapitanata Tradeco Altamura (sand volley), nel suo albo d’oro si annoverano il Campionato Sand Volley 4x4 2005, Coppa Italia Sand Volley 4x4 2006, 2007, 2008 e la Supercoppa Sand Volley 4x4 2005, 2007.

Kenny Moreno ha rilasciato un’intervista a ‘noidonne’.
Questa campionessa è molto ammirata per le sue qualità tecniche e non solo. La intervisto telefonicamente, e mi sintonizzo sulla sua voce calma, sul suo lieve accento colombiano, sul suo tono che mi sembra concentrato e attento. Mi colpiscono di lei la generosità e la disponibilità. Mi piacciono la sua capacità di analizzare le mie domande e la sua capacità di ascoltare sé stessa in cerca di risposte che siano autenticamente sue. Senza nulla togliere alla sua bellezza esteriore, vorrei provare a dipingere le virtù e i valori di Kenny Moreno a tutto tondo. Ricordo che quest’atleta, con la sua ex società Forlì, è stata testimonial di un progetto per favorire le adozioni a distanza.

Sei una donna di successo, in ambito sportivo. Cosa ti pesa e cosa ti entusiasma di questo ruolo?

È difficile trovare le cose che mi pesano. È stata una scelta personale, ti deve piacere. E a me di questo ruolo piace tutto, in particolare il fatto di poter fare uno sport in cui non ho contatto con l’avversario, perché mi trovo dal lato opposto della rete: è una cosa importante. In passato ho praticato altri sport, ad esempio la pallacanestro, ma non mi era congeniale. Con la pallavolo posso essere aggressiva ed esprimere tutta la mia potenza attraverso il pallone. Inoltre ogni giorno si fa una cosa nuova: la variabilità tecnica e tattica della pallavolo ti permette di scoprire un gesto sempre diverso.
Forse l’unica cosa che non mi piace è… dovermi svegliare prestissimo al mattino!

Qual è il risultato sportivo che ti ha resa più felice?

Sono molti i risultati che hanno significato molto per me. Credo che andare in Giappone sia stato molto importante, non solo come risultato sportivo ma perché mi ha dato la possibilità di vedere in campo quanto sono riuscita ad imparare. Io sono attaccante opposto, sono una schiacciatrice, capire quanto potevo dare non solo nel mio fondamentale, ma anche in difesa, è stata una grande vittoria nel mio curriculum sportivo. Riuscire a crescere nei fondamentali della pallavolo non è così scontato, perché generalmente si cura il proprio fondamentale trascurando gli altri: se sei sempre pronta a schiacciare, non ricevi mai. In Giappone l’impostazione è diversa, gli allenamenti sono personalizzati e mirati a migliorare l’atleta nella sua interezza.

Il risultato non sportivo?

Il risultato non sportivo più importante è stato quello di riuscire a credere in qualcosa di più grande, per crescere come persona e credere in me stessa. Spesso ci si sente in ricerca, ma la cosa che cerchi non sai cos’è. È difficile fare sport, la vita stessa può essere difficile, perché ci sono sacrifici, dolori… ma l’incontro con la fede ha rappresentato per me un arricchimento interno, spirituale, e da quando sono diventata evangelica al mattino mi sveglio felice e mi sento più forte.

Cosa ne pensi del fatto che in Italia, ancora oggi, gli sport diversi dal calcio siano discriminati, soprattutto in ambito femminile?

Ho girato un po’ dappertutto, e devo dire che non è solo in Italia che lo sport femminile è discriminato. È ancora diffusa una cultura maschilista.
Però il piccolo spazio che ci siamo aperte nello sport è molto importante, e quindi sono convinta che piano piano migliorerà.
Quanto al calcio, il discorso è più ampio. Spaventa un po’ sapere quanto guadagnano i calciatori, è pur vero che fanno molti sacrifici, giocando in qualsiasi stagione, con qualsiasi tempo ed essendo sottoposti a pressioni intense, non solo dal punto di vista fisico. Però ci sono evidentemente degli elementi di complessità che andrebbero analizzati meglio.
Io non mi sento discriminata, sono l’unica colombiana a giocare nel campionato italiano, che ha giocato in Brasile…

Quindi ti senti un po’ pioniera

Sì. Mi ricordo la prima volta che sono andata dalla Colombia al Brasile, sono diventata Ambasciatrice della Pallavolo. È una grossa responsabilità, ma io mi sentivo esattamente così. Mi piacerebbe scrivere e raccontare la mia esperienza, credo che questo sia il mio ruolo. Vorrei trasferire a quelle che sono rimaste, a quelle che non hanno avuto le mie possibilità, l'importanza dell'impegno e del lavoro.

Cosa vorresti fare in futuro?

Ho studiato odontoiatria per due anni e mezzo, poi ho dovuto abbandonare perché lo sport esige la totalità del tempo e delle energie. Ho dovuto fare una scelta, e ho scelto la pallavolo. Vorrei continuare in futuro, magari finire gli studi, restando sempre nell’ambito della salute, ad esempio studiando medicina, o fisioterapia. Insomma magari anche rimanendo nello sport, ma un po’ più da lontano. A volte ho pensato che mi piacerebbe insegnare. Non voglio restare il resto della mia vita in palestra. I miei genitori sono professori. Ma io cosa potrei insegnare? Forse quello che ho imparato a fare, quindi, la pallavolo. Se ci penso razionalmente direi di no, ma il mio cuore mi dice “non tenere per te quello che sai, devi insegnare quello che hai imparato”.

Un commento sulla recente liberazione di Ingrid Betancourt?

Sono stata da poco in Colombia, e ho sempre seguito le notizie del mio paese. Sono molto contenta che l’abbiano liberata, mi era dispiaciuto tanto del suo rapimento.
In Colombia c’è una situazione difficile, sono troppe le persone ancora prigioniere. Ingrid Betancourt è libera adesso, non so chi l’abbia liberata, né come. Mi auguro che questo episodio sia il primo e che ne seguano altri fino alla liberazione di tutti quelli che sono ancora in ostaggio.


Porto Cesareo, Kenwood Cup Sand Volley 4x4
la Lines Tradeco Altamura vince la Coppa Italia.
LO SPETTACOLO CONTINUA…


Grande successo di pubblico e di riconoscimenti per il campionato sulla sabbia della Serie A Femminile; la vittoria è andata alla Lines Tradeco Altamura, al quinto successo consecutivo nel torneo. Medaglie d’oro della competizione alle atlete Kenny Moreno Pino, Francesca Mari, Luna Carocci, Veronica Angeloni, Edilma Costa De Conceicao.

Prossimo appuntamento: sabato 12 e domenica 13 luglio a Bellaria Igea Marina. Scendono in campo 6 squadre per il terzo turno della Kenwood Cup 2008, seconda delle tre tappe di qualificazione al Master finale di Salerno.

Kenwood Cup Sand Volley 4x4 2008 – 10a Coppa Italia:
i risultati di domenica e la classifica finale


Semifinali:
Rio Melaceto Aragona – Minetti Infoplus Vicenza 2-0 (15-11, 15-12)
Lines Tradeco Altamura – Atelier Dolce Vita Santeramo 2-1 (15-9, 13-15, 15-9)
Finale 7°-8° posto:
Scavolini-Sorbini Pesaro – Battistelli Compressori SEA Urbino 2-0 (15-7, 15-10)
Finale 5°-6° posto:
Ghisetti Adler Vicenza – Eleca Pavia 2-0 (15-10, 15-8)
Finale 3°-4° posto
Minetti Infoplus Vicenza – Atelier Dolce Vita Santeramo 2-0 (15-9, 15-6)
Finale 1°-2° posto
Lines Tradeco Altamura – Rio Melaceto Aragona 2-0 (21-20, 21-14)

Classifica:
1. Lines Tradeco Altamura
2. Rio Melaceto Aragona
3. Minetti Infoplus Vicenza
4. Atelier Dolce Vita Santeramo
5. Ghisetti Adler Vicenza
6. Eleca Pavia
7. Scavolini-Sorbini Pesaro
8. Battistelli Compressori SEA Urbino

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