Login Registrati
Allarme per la libertà di informazione

Allarme per la libertà di informazione

La piccola editoria, garanzia di libertà dell'informazione, rischia di scomparire. Comunicato dell'assemblea e adesione di Noi Donne alla mobilitazione permanente

Venerdi, 30/09/2011 - Assemblea dell’Editoria cooperativa non profit e di partito

Documento conclusivo



Informazione libera e pluralista condizione indispensabile

per lo spessore e la qualità della democrazia.





La logica del mercato non garantisce una informazione libera, autonoma e pluralista. Porta tendenzialmente al monopolio ed alla omologazione. Ne è prova l’attuale allocazione delle risorse pubblicitarie: il 56% è indirizzato verso l’emittenza, a beneficio pressoché totale di RAI-Mediaset, e solo il 36% verso la carta stampata, in gran parte a favore dei grandi gruppi editoriali. Il mercato della pubblicità, così, penalizza le testate piccole e medie e discrimina oltre ogni misura i “giornali di idee”, cooperativi, non profit e di partito.

Per correggere le distorsioni del mercato ed in attuazione dell’art. 21 della Costituzione, sin dai primi anni ottanta del secolo scorso è stato costituito un Fondo per il sostegno all’editoria; sostegni simili sono attualmente garantiti anche negli altri Paesi avanzati.

Nel quadro del processo di risanamento dei conti pubblici il Fondo è stato drasticamente ridotto, ben oltre quanto operato in altri comparti: i contributi diretti sono passati da oltre 240 milioni ai 180 del 2010 ed ai 90 del 2011.

Con tali risorse gran parte di questo mondo della comunicazione non sopravviverà al 2011 con gravi danni economici e sociali e con l’impoverimento del pluralismo nel sistema dell’informazione.

Verrebbe sancito il fatto che soltanto i possessori di capitali possono manifestare liberamente il proprio pensiero.

Scompariranno testate locali che raccontano la vita delle comunità, essenziali per garantire un’informazione pluralistica nella provincia italiana. E chiuderanno testate nazionali, anche di grande valore culturale, riducendo il controllo, libero ed indipendente, del potere centrale e diffuso, cancellando la possibilità di dare presenza e voce a forze sociali rilevanti ed a orientamenti politici e culturali largamente presenti nella società italiana, con danno grave per la democrazia e per la ricerca dialettica di una verità possibile.

Con la chiusura di un centinaio di testate si brucerà un giro d’affari che sfiora il mezzo miliardo di euro che ricadrà pesantemente anche sull’indotto, già in grande difficoltà.

Si porranno problemi per l’occupazione diretta ed indiretta che riguarderanno circa 4000 lavoratori con un onere per lo Stato, in termini di ammortizzatori sociali, valutabile pari, se non superiore all’impegno richiesto per il rifinanziamento del Fondo, senza contare i danni per le casse previdenziali.

Limitandosi soltanto ai quotidiani, l’offerta informativa, che è già modesta e calante, perderebbe più di 400.000 copie diffuse giornalmente.

La cancellazione di oltre cento testate, sarebbe una sciagura per un bene comune quale è l’informazione pluralista di questo Paese e non sarebbe un vantaggio neppure per il risanamento dei conti pubblici.

E’ per questo motivo che chiediamo al Governo ed al Parlamento di provvedere, in occasione della stesura del “Decreto sviluppo” ovvero della prossima “Legge di Stabilità”, a rifinanziare il Fondo Editoria di quel minimo indispensabile necessario per evitare la sciagurata prospettiva della chiusura dell’editoria di idee, cooperativa e non profit e di partito.

E deve essere questa anche l’occasione per introdurre, come ripetutamente sollecitato, ulteriori norme di rigore allo scopo di evitare che il sostegno pubblico finisca a soggetti e testate che gettano discredito sull’intero settore.

Roma 28 settembre 2011



Articolo21; Federazione Italiana Settimanali cattolici; SLC-CGIL; Federcultura-Confcooperative; Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo; FNSI; Mediacoop-Legacoop; Media non profit.



ADESIONE di cooperativa Libera Stampa, Editrice del periodico storico “Noi Donne”

La Cooperativa Libera Stampa, Editrice del periodico storico “Noi Donne” è una delle primissime cooperative nate fondate in Italia per affermare in concreto una più ampia e libera democrazia nella e della informazione. ININTERROTTAMENTE da 67 essa porta anni nel processo di costruzione e sviluppo di un settore di editoria autogestito da operatori dell’informazione e cittadini (che è stato una vera novità per il nostro paese) la voce, il punto di vista, le competenze, la cultura e la politica delle donne. Uno strumento di libertà al femminile che ha avuto il coraggio delle idee, che ha retto - con vero spirito cooperativo e attraverso grandi sacrifici - alle crescenti difficoltà che hanno pesato in questi anni soprattutto sull’editoria minore, rappresentando anche una importantissima opportunità di occupazione e crescita professionale per tantissime donne. La testata e la cooperativa hanno saputo tenere il passo con i tempi riorganizzandosi sia sul piano aziendale che in quello editoriale, anche attraverso l’attivazione del sito www.noidonne.org che da 6 anni con cadenza settimanale raggiunge il pubblico più giovane e quello connesso nella rete.

“Noi Donne” è stata in tutti questi anni in prima fila per la difesa di questa libera editoria e ha partecipato attivamente tutte le principali iniziative promosse per la libertà di informazione.

I tagli gravissimi ai Fondi destinati a sostenere l’editoria produrranno la chiusura di tantissime testate cooperative e non profit colpendo in particolare quelle di minori dimensioni che hanno garantito un vero pluralismo dell’informazione. Anche “Noi Donne” sarebbe duramente colpita dai tagli e dalle norme e sarebbe costretta a ridimensionare la sua già essenziale struttura operativa ed editoriale, anche per l’impossibilità di reperire altre risorse attraverso la raccolta pubblicitaria che in Italia è inaccessibile ai piccoli editori.

“Noi Donne” denuncia questa gravissima situazione e, condividendo le osservazioni e le proposte di Mediacoop, si sente mobilitata insieme a tutte le altre testate perché ci sia un ripensamento da parte del Governo su scelte sbagliate e dannose. “Noi Donne” chiede inoltre che vengano apportati modifiche ad alcuni aspetti del Regolamento di semplificazione e riordino, soprattutto quelli che, mettendo vincoli rigidi nel rapporto tra numero di giornalisti e altri tipologie di dipendenti e nella prevista esclusività del tempo pieno, penalizzano soprattutto le testate di minori dimensioni.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®