Alienazione parentale: una pericolosa deriva (terza parte)
Famiglia. Sentiamo l'avvocata - Le conseguenze delle condotte violente riguardano spesso anche i figli
Napolitani Simona Domenica, 24/07/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2011
Le conseguenze delle condotte violente non riguardano solo la moglie o la compagna, spesso anche i figli che, sebbene non oggetto di violenza diretta, sono coloro che hanno vissuto in un clima violento, in un’atmosfera di paura e tensione. Il concetto di violenza assistita merita attenzione e riflessione: nella sua definizione possiamo includere tutti gli atti di violenza compiuti alla presenza di altre persone che assistono a tali efferatezze, ne sono vittime tutti gli adulti o minori che vivono in famiglie dove avvengono maltrattamenti su altri membri del nucleo: non è solo vedere la violenza, ma anche sentire il rumore del-le percosse, della rottura di oggetti, le voci alterate, le minacce, gli insulti, le grida, i pian-ti; tutto ciò ha un impatto confondente, ansiogeno e spaventoso sui bambini. Violenza assistita è anche sentire le voci paterne che denigrano, svalutano, deridono, controllano, isolano dal mondo esterno, impediscono l’accesso alle risorse economiche, impediscono alla moglie di lavorare. Accade che questi minori cresciuti nel timore della figura paterna accusino gravi sintomatologie quando, dopo la separazione, devono frequentare il padre, a volte chiedono espressamente di non volerlo incontrare o, comunque, assumono un comportamento di aperto rifiuto che impedisce di fatto qualsiasi possibilità di contatto.
Le madri li proteggono, cercando di evitare loro ulteriori stress e assecondano la loro ri-chiesta di non incontrare il padre Le madri vengono accusate di alienare il padre e di in-generare nei confronti dei figli la sindrome di alienazione parentale, in ragione di ciò ven-gono accusate di non essere buoni genitori al punto da ipotizzare anche un allontana-mento dei minori.
In realtà sono solo madri che proteggono i loro figli, testimoni di violenze, che manifestano un chiaro rifiuto nei confronti del genitore che hanno visto esercitare violenza.
Un’illuminata decisione del Tribunale per i Minorenni di Roma ha affermato che “..la pro-lungata esposizione dei minori ad un grave pregiudizio, derivante dall’assistere ad episo-di di aggressione ripetuta da parte del padre in danno della loro madre giustificano l’emissione di un provvedimento .. di allontanamento del padre dall’abitazione familiare e l’affidamento in forma esclusiva dei figli minori alla madre.”
Questa è in effetti la realtà, questa la verità, ci auguriamo che sempre un maggior numero di decisioni tenga conto e rispetti la volontà dei bambini testimoni di violenza.
Simona Napolitani, avvocato in Roma, e.mail: simonanapolitani@libero.it
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