‘Le assaggiatrici’: sfidare la morte, confidando nella speranza e nell’amicizia
Dopo l’anteprima al Bif&st 2025, il film di Silvio Soldini arriva nelle sale italiane con Vision Distribution. Dal romanzo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello 2018. Soggetto di Cristina Comencini
Giovedi, 27/03/2025 - Tra le innumerevoli, drammatiche storie raccontate dal cinema su episodi del periodo nazista sconosciuti o meno noti, la vicenda portata alla luce dal film di Silvio Soldini ‘Le Assaggiatrici’, tratto dal romanzo omonimo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello 2018 (oggi best-seller internazionale, edito da Feltrinelli) è senz’altro una delle più singolari, coinvolgendo un gruppo di giovani donne tedesche forzate ad assaggiare tutti i piatti che venivano cucinati per Hitler nel suo bunker segreto.
Presentato in anteprima come film d’apertura del Bif&st 2025 al Teatro Petruzzelli di Bari, alla presenza dell’autrice del romanzo Rosella Postorino, del regista Silvio Soldini, del cast e dei produttori, ‘ Le assaggiatrici’ arriva nelle sale italiane il 27 marzo distribuito da Vision Distribution. Il film inizialmente doveva essere diretto da Cristina Comencini la quale ha poi avuto altri impegni di lavoro ma ha firmato il soggetto (molto al femminile infatti) insieme a Giulia Calenda e Ilaria Macchia e, con Silvio Soldini, Doriana Leondeff e Lucio Ricca, anche la sceneggiatura.
L’idea del romanzo e del film è ispirata alla vera storia dell’ultima assaggiatrice di Hitler, una donna di nome Margot Wölk che, nel 2012 a 95 anni, poco prima di morire, ha rivelato di essere stata una delle giovani tedesche costrette ad assaggiare i pasti di Hitler; dopo ogni pasto le donne dovevano attendere un'ora per avere la certezza che quel cibo non fosse avvelenato. Nessuno, prima di questa rivelazione, aveva mai saputo dell'esistenza delle assaggiatrici e Margot Wölk è stata l'unica tra loro a sopravvivere alla fine della guerra.
L’opera è ambientata nell’autunno 1943, quando una delle protagoniste, la giovane Rosa, una segretaria in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale, dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno.
Rosa scopre da subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, chiamato la ‘Tana del Lupo’. Il Führer vede nemici dappertutto, essere avvelenato è la sua ossessione. Una mattina, all’alba, Rosa viene prelevata, assieme ad altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui: non c’è scelta possibile, le donne sono obbligate con la forza a questo compito ma verranno pagate.
Divise tra la paura di morire e la fame che attanaglia il Paese, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti, anche se Rosa, chiamata la berlinese, fatica a farsi accettare. Ma quando finalmente cade la diffidenza verso di lei, accade qualcosa che la farà sentire in colpa: mentre il marito è disperso in guerra, un ufficiale delle SS, contro ogni razionalità e a dispetto di sé stessa, risveglia in lei l’amore o, più probabilmente, il semplice bisogno di sentirsi viva, nonostante tutto.
Il gruppo delle giovani donne è tratteggiato con grande capacità e poesia: sogni infranti o attese fiduciose, bambini da crescere, delusioni e speranze di ragazze giovanissime già duramente provate dalla guerra, eppure ancora capaci di godere della bellezza, di un bagno nel lago e dell’amicizia reciproca. Ma esiste anche il tradimento, di fronte al quale, se riguarda una vita, bisogna decidere di prendere una posizione etica, e Rosa nonostante la paura, correrà questo rischio.
“È quello il vero cuore del film - afferma Soldini - il gruppo di donne costrette in una stanza intorno a una tavola apparecchiata. Lì, nella sala assaggi e nel cortile durante l’attesa tra due pasti, Rosa e le altre vivono emozioni e sentimenti di ogni genere, iniziando dalla paura, dalla rabbia, per arrivare a stringere amicizie, complicità, o a tradirsi. Antonella Viscardi, che ha organizzato la produzione dei miei ultimi film e aveva iniziato anche questo - un’amica che purtroppo ora non è più con noi - mi aveva detto: ‘questa è una grande storia... che devi dipingere con un piccolo pennello'.
Ho provato a farlo, a raccontare la 'piccola' vicenda di un gruppo di ragazze travolte dalla violenza della Storia – e dalla guerra, purtroppo ancora oggi vicina alle vite di tutti noi. Guerra che vuol dire paura, povertà, fame... elemento che in questo caso, come una beffa crudele, viene spinto alla contraddizione massima: per queste donne, al contrario di tante altre, il cibo per nutrirsi c’è ed è buonissimo, ma potrebbe portarle alla morte. Ho provato raccontare la guerra stando accanto alle donne, vittime della “guerra degli uomini”, concentrandomi su un microcosmo - la ex scuola dove le assaggiatrici sono costrette a mangiare due volte al giorno, la casa dei suoceri, la stanza da letto, il laghetto, l’emporio…”
Un’ambientazione perfetta che ricorda in tutto e per tutto la Germania ed il film è parlato in lingua tedesca, ma in realtà è stato girato in Alto Adige in provincia di Bolzano, con attrici tedesche: davvero onore al merito per una produzione fortemente ‘internazionale’ nei risultati e negli intenti.
Il film è interpretato da un ottimo cast di giovani attrici e attori, fra i quali: Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun, Emma Falck, Olga Von Luckwald, Berit Vander, Kriemhild Hamann, Thea Rasche.
Il romanzo è stato un pubblicato in 46 paesi con oltre un milione di copie vendute in tutto il mondo.
‘Le assaggiatrici’ è una co-produzione Italia-Belgio-Svizzera Lumière & Co. in associazione con Anteo, in coproduzione con Tarantula e tellfilm, in collaborazione con Vision Distribution e Sky, prodotto da Lionello Cerri e Cristiana Mainardi, da un soggetto di Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia e sceneggiatura di Doriana Leondeff, Silvio Soldini, Lucio Ricca, Cristina Comencini, Giulia Calenda, Ilaria Macchia.
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