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Aldo Famà. Lo stato dell’arte

Aldo Famà. Lo stato dell’arte

Inaugurata con successo di pubblico al Palazzo Costanzi di Trieste l’Antologica “Aldo Famà. Lo stato dell’arte”.

Venerdi, 22/02/2019 - COMUNICATO STAMPA

Inaugurata con successo di pubblico al Palazzo Costanzi di Trieste l’Antologica “Aldo Famà. Lo stato dell’arte”.

Inaugurata davanti a un foltissimo pubblico a Trieste nella Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi (piazza Piccola 2), un’importante antologica dedicata all’artista triestino Aldo Famà, dal titolo “Aldo Famà. Lo stato dell’arte”.
La mostra, realizzata con il contributo del Comune di Trieste e ideata e curata dall’architetto Marianna Accerboni, si propone di testimoniare in modo esaustivo - attraverso una sessantina tra dipinti a olio, incisioni, collage, esempi di arazzi e installazioni, documenti, supporti audiovisivi e sculture innovative stampate in 3D - la profonda ricerca condotta dal 1975 a oggi dall’artista, che in settembre compirà ottant’anni. Fiore all’occhiello della rassegna sono proprio queste sculture, create nel 2016 in collaborazione con Studio Arsenal e Daniele Lucà, utilizzando una tecnica di assoluta avanguardia che, partendo dal modello digitale dell’opera, mediante il programma CAD, lo stampa e lo traduce nella terza dimensione. Ultimo step è poi la colorazione delle superfici scultoree con pittura acrilica da parte dell’artista.

“Un valente e originale protagonista dell’arte contemporanea, - annota in catalogo il Sindaco Roberto Dipiazza - pittore rigoroso e nel contempo capace di fantastiche intuizioni, ricche di calibrati cromatismi, dai contrappunti formali ricchi di luce e di personalità.
Un artista, che ha saputo cimentarsi nella pittura, nell’incisione, nel collage e nelle installazioni ma anche affrontare la terza dimensione, tramutando le proprie opere bidimensionali in eleganti sculture animate di vita propria, avvalendosi in età matura di tecniche di assoluta avanguardia.
Un artista, che ha amato profondamente anche lo sport, affrontando prove notevoli e alte in questo campo. Né va dimenticato il suo assiduo impegno quale organizzatore di iniziative culturali, che lo hanno visto e lo vedono tuttora partecipare in modo molto attivo a manifestazioni artistiche nell’ambito di gruppi molto selezionati.
Nella sua viva personalità, in cui s’incrociano più culture mediterranee - quella dalmata e quella siciliana - il binomio arte e sport si esprime felicemente, riflettendo quelle caratteristiche che spesso hanno portato ai massimi livelli la cultura, l’arte e la disciplina sportiva dall’età classica a quella postmoderna e che oggi possono essere, di certo, esempio e sprone anche per i giovani, verso un futuro all’insegna della positività”.

Nel testo critico intitolato “Il Razionalismo fantastico di Aldo Famà”, scrive Accerboni: “È questa, a mio parere, un’antologica coerente ed elegantemente poliedrica, specchio perfetto e calibrato di un artista che con il suo costante, a volte silenzioso ma brillante, lavoro di ricerca e sperimentazione, rappresenta una delle voci più interessanti di riferimento dell’avanguardia triestina e regionale, allargata però anche alle molteplici esperienze che hanno visto Famà presente all’estero.
Una sperimentazione originale e razionale, sostenuta da un’attenta e vigile progettualità, che si accende però molto spesso di guizzi improvvisi di libera energia non solo cromatica ma anche segnica e volumetrica, a rappresentare un importante intervento nello spazio tridimensionale. Una corsa vivace verso la vita, tracciata da colori simbolici e brillanti - un rosso, un giallo, un’ocra, il bianco e talvolta il blu - la cui modulazione s’intreccia e respira nell’incontro con una matericità interessante e raffinata, che crea una sorta di melodia nello spazio circostante, e nel rapportarsi con una linea decisa che accende un contrappunto ritmico ogni volta diverso.
Una ricerca sul filo dell’avanguardia, che Famà - prossimo a compiere gli ottant’anni, di cui due terzi dedicati all’arte - testimonia in questa rassegna, che va dagli anni settanta a oggi e che ha il suo minimo comun denominatore nella forza della linea, che ne sostiene potentemente il cromatismo acceso. E in quella della sintesi, portata avanti nello spirito di evoluzione del concetto di essenzialità che ha condeterminato molti aspetti della cultura e dell’arte del Novecento e del Duemila, da Montale al ritorno della poesia Haiku”.

In occasione della mostra il M° Silvio Donati, illustre musicista triestino dalle frequentazioni internazionali, ha composto per piano e fagotto il brano “In - solito”, ispirato alle linee pittoriche di Famà e alla comune passione per il jazz. Il pezzo musicale è stato presentato in anteprima assoluta alla vernice dell’esposizione e ne costituisce la colonna sonora. All’inaugurazione è stato presentato anche un’esaustivo catalogo a colori dedicato alla vita e alle opere di Famà, a cura di Accerboni con un’introduzione del Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e con le foto di Annamaria Castellan e Denis Pitter. Seguirà un vin d’honneur.
La rassegna si svolge con il patrocinio della Sissa - Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Studio Arsenal, Associazione Amici dei Musei Marcello Mascherini e con il contributo di Torrefazione Guatemala Caffè di Trieste e Cantina Parovel (San Dorligo della Valle, Trieste).

Aldo Famà nasce nel 1939 a Trieste, dove vive e lavora. E’ autodidatta in pittura e allievo, per quanto riguarda l’incisione, di Carlo Pacifico. La sua pittura prende avvio nella seconda metà degli anni cinquanta con degli appunti veloci e incisivi a olio, dedicati al paesaggio e già orientati verso la dinamica fauve. Si volge quindi verso un infinito geometrico dalle forti, ma più controllate, contrapposizioni cromatiche, segniche e compositive di valenza prettamente simbolica, redatte secondo una personalissima scala di valori.
Ha realizzato anche installazioni di grande dimensione, arazzi e sculture in pietra. Molto presente anche sul piano organizzativo, ha fatto parte del Consiglio Direttivo del Sindacato Autonomo degli Artisti Triestini e nel 1982 ha dato vita con altri colleghi al Gruppo 5, con il fine di sondare nuove ipotesi di indagine nell’ambito dell’astrazione, ricerca che Famà persegue da cinquant’anni attraverso una pratica pittorica rigorosa e meditata, intessuta di controllate contrapposizioni cromatiche e di inserti materici ottenuti con lo stesso impasto del colore, inciso e segnato come fosse un antichissimo graffito.
Ha allestito 28 mostre personali ed esposto in quasi 400 collettive e di gruppo in Italia e all’estero, meritando numerosi riconoscimenti.

Appuntamenti collaterali:
Nell’ambito della rassegna avranno luogo a Palazzo Costanzi sette appuntamenti collaterali: sabato 23 febbraio, 2 e 9 marzo alle 11 ci sarà un laboratorio condotto dal progettista Daniele Lucà, esperto in stampa 3D, che terrà una dimostrazione pratica sull’uso della stampante 3D in ambito artistico. Domenica 24 febbraio, 3 e 10 marzo alle 11 la curatrice Marianna Accerboni terrà una visita guidata. Seguirà una degustazione di caffè offerta dalla Torrefazione Guatemala Caffè di Trieste. Lunedì 11 marzo alle 17.30 avrà luogo il finissage condotto da Accerboni sotto l’egida dell’Associazione Amici dei Musei Marcello Mascherini.

DOVE: Sala Umberto Veruda di Palazzo Costanzi · Piazza Piccola, 2 · Trieste
QUANDO: 16 febbraio · 11 marzo 2019
ORARIO: tutti i giorni 10.00 · 13.00 / 17.00 · 20.00
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: si
INFO: 335 6750946

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