Stanotte, alle 4.54 – a detta degli esperti – inizierà ufficialmente la primavera di questo anno davvero … bisesto: la precessione degli equinozi fa sì che ogni volta, il primo giorno che di solito si data al 21 di marzo, non sia mai lo stesso.
Ma il giorno della nascita di Alda Merini, la grande poetessa dei Navigli della sua Milano, rimarrà sempre il 21 che, quest’anno, daterebbe il suo 89° compleanno.
E così la ricorderemo con una delle sue splendide liriche che celebra quel giorno così fortunato per la Cultura e la Poesia Italiana, Sono nata il 21 a Primavera…
Lei, Alda è una delle voci più potenti e prolifiche della poesia contemporanea.
In brevi note autobiografiche si descriveva come una ragazza sensibile e dal carattere malinconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori, ma molto brava ai corsi elementari: “(...) perché lo studio fu sempre una mia parte vitale”.
E non a caso, come sempre avviene per le persone che come lei han dovuto sudare e soffrire per la loro formazione, per il loro maturare nell’arte e per l’arte della loro vita.
E la passione per la poesia e il suo legame con Milano, in particolare i Navigli dove nacque e visse per la maggior parte del tempo – il suo Luogo dell’Anima – caratterizzarono tutta la sua dolorosa e, al tempo stesso, eccezionale esistenza artistica.
Nonostante le ‘ombre della sua mente’ e la tragica lunghissima esperienza del manicomio, il valore di quanto scrisse le permise di avere incontri fondamentali – in primis con Giacinto Spagnoletti e poi con Eugenio Montale, Edoardo Sanguineti o di frequentare, per lavoro e amicizia, Salvatore Quasimodo.
Un viaggio per le ‘sue’ strade di Milano dunque, ma soprattutto un ‘viaggio dentro la sua anima’, romantica e tormentata, oggi sepolta al Cimitero Monumentale di Milano, lo faremo rileggendo quella sua poesia, uno dei semi del suo grande spirito.
Sono nata il ventuno a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera…
Lascia un Commento