‘L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice’: una commedia audace e anticonvenzionale
Nelle sale italiane dal 27 aprile e designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), il film affronta con sguardo tagliente e leggero tematiche sociali molto serie
Giovedi, 27/04/2023 - Un film che spiazza le certezze e le aspettative dello spettatore, ‘L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice’ (Viens je t’emmène), come è nello stile del regista francese Alain Guiraudie (‘Lo sconosciuto del lago’, ‘Rester vertical’), che affonda il suo sguardo originale nelle paure e nelle nevrosi della società contemporanea, qui in particolare di quella francese ma estendibili all’Europa in generale, realizzando un' opera che sfida i luoghi comuni e coglie aspetti difficili da raccontare, a volte disturbanti, sicuramente originali e di grande attualità.
Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI ha designato Film della Critica ‘L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice’, con la seguente motivazione: “Alain Guiraudie, regista giocoso e serissimo, filma il cuore della Francia contemporanea e tra le tensioni del nostro tempo delinea un nuovo, possibile mondo alternativo”. Il film è l’opera più recente che viene distribuita da Satine ‘Cult’, il nuovo label di Satine Film, dedicato alle voci cinematografiche più indipendenti e originali del cinema contemporaneo.
Nel film si intrecciano tante storie, che mettono in luce altrettanti temi importanti: l'infatuazione di un giovane trentacinquenne, Médéric, per una prostituta cinquantenne Isadora - filo conduttore della storia apparentemente parossistico - evidenzia il tema della prostituzione femminile e della violenza domestica; un attentato terroristico a sospetta matrice islamica, che sconvolge la tranquilla cittadina di Clérmont-Ferrand – dove è ambientato il film – è l’occasione per parlare di paure, tensioni e sospetti verso chiunque sia di differente etnia e religione. Nella storia si inserisce anche la vicenda di un giovane arabo senzatetto Selim che, proprio la sera dell'attentato, cerca rifugio nel piccolo e multietnico condominio dove vive l'innamorato, scatenando una paranoia collettiva da parte delle famiglie che vi abitano e al tempo stesso una generosità diffidente da parte delle famiglie musulmane dello stesso condominio: è forse lui il terzo uomo che la polizia sta cercando?
Tutto si complica nella vita di Médéric, combattuto a sua volta tra l’empatia che prova verso il ragazzo e il sospetto nei suoi confronti: i tentativi del protagonista di districarsi tra i maldestri interessamenti dei vicini finiscono per intrecciarsi con le sue complicate vicende amorose: sempre più pazzo di Isadora, Médéric cerca disperatamente di convincerla a fuggire con lui ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, così come l’affiorare del doppio legame tra carnefice e vittima. Altro tema che emerge, quello del possesso e dell’utilizzo sconsiderato delle armi, sottolinea una violenza sotterranea pronta a scatenarsi contro il ‘diverso’ senza nessuna prova di colpevolezza e nella completa illegalità.
Nella seconda parte del film si fa strada un altro personaggio interessante, quello di Charlène, una giovane donna “figlia dell’immigrazione”, come si dice oggi, che rappresenta una giovinezza che sogna un lavoro e di diventare grande, d’inventare le sue regole, e che compare come sorellina ‘ideale’ di Selim, anche se lei è innamorata di lui.
Amori, attrazioni irrefrenabili e pericolose gelosie finiscono per intrecciarsi, fortunatamente, con gli slanci di solidarietà e terrore per lo straniero che animano il colorato microcosmo, in un vaudeville leggero e giocoso ma socialmente graffiante, dove nulla è mai come sembra. Nel cast, Jean-Charles Clichet (Gli amori di Anaïs) è l’innamorato, il debuttante Iliés Kadri è l’arabo ‘sperduto’ e la pluricandidata ai premi Cesar Noémie Lvovsky (La brava moglie) è la passeggiatrice.
“Nel mio film volevo tornare alla commedia rimanendo radicato nell'attualità e nella realtà sociale di oggi - racconta il regista - anche se non è esattamente delle più allegre e ho pensato che sarebbe stato interessante portare i grandi dibattiti e le questioni scottanti del nostro mondo a una scala più modesta, più quotidiana, come quella di un appartamento. Isadora, nel film, è la controparte femminile di Selim. Il giovane musulmano e l'anziana prostituta: due paria. Una prostituta è una donna oggetto, che puoi comprare per farci ciò che vuoi. Médéric dichiara fin da subito di essere contro la prostituzione, contro l'idea di comprare il corpo di un'altra persona, ed è un opinione che condivido. Non nego la libertà di una donna (o di un uomo) a prostituirsi, ma in realtà le persone che ricorrono alla prostituzione hanno spesso subito violenze sessuali nell'infanzia o, quantomeno, sono sempre persone bisognose, persone che non hanno altra scelta. In questo caso, la prostituta ha anche più di cinquant'anni, accetta di fare l'amore gratis con uno sconosciuto ed è così convincente che Médéric si chiede se non stia fingendo. In realtà i ruoli si sono invertiti. Fin da subito è Isadora che usa Médéric come un sex-toy, pensando soltanto al proprio piacere. Il film racconta, fra l’altro, la storia di una prostituta che tenta di liberarsi, vivendo una sorta di interludio incantato: e noi speriamo che lasci il marito violento e smetta quella professione. Ciò di cui sono convinto è che il ruolo del cinema sia quello di favorire uno sguardo diverso sul mondo, riposizionare le questioni della società e quelle personali, confrontarsi con tutto questo, inventare rapporti tra i personaggi pur restando credibili, è una lotta tra l’utopia e la realtà. Anche se spesso la realtà prevale, è fondamentale mantenere il sapore dell’utopia.”
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