Mercoledi, 23/06/2021 - Molti conoscono il "Diario di 30 anni: 1913-1943", scritto da Camilla Ravera - maestra ed intellettuale piemontese fra le fondatrici del Partito Comunista e dell’U.D.I., nominata senatrice a vita da Pertini - ma pochi sanno che questa opera importante e dettagliata, che rappresenta quasi un memoriale dei fatti di quegli anni e testimonia la volontà di raccontare il significato di un’epoca e di una lotta, sia stata messa in musica dal grande compositore e cantautore torinese Fausto Amodei, fra i fondatori del gruppo dei Cantacronache, nel 1958, insieme, fra gli altri, a Michele Straniero, Giorgio De Maria, Emilio Jona, Sergio Liberovici.
Nella ricorrenza dei 100 anni del Partito Comunista, e dopo essere stata a lungo dimenticata, anche per le sue difficoltà tecniche, questa storia cantata che racconta le vicende legate alla nascita del PCI, dal sobrio titolo ‘Il Partito’, è stata portata in scena presso il Teatro Vascello di Roma, da poco riaperto al pubblico, sia pur con i posti dimezzati, generando emozione e coinvolgimento negli spettatori.
La voce narrante di questa storia non semplice da raccontare, ma a cui era importante dare spazio, è stata quella del Coro Inni e Canti di Lotta, nato sotto la preziosa guida di Giovanna Marini all’interno della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, e oggi diretto da Sandra Cotronei, una formazione musicale che da anni è presente con i suoi canti in situazioni politicamente e culturalmente significative, insieme ai musicisti della Piccola Orchestra diretta da Giulia Accardo.
La concertazione dell’opera, realizzata con sicura maestria dalla musicista Giovanna Marini, ispiratrice di tutto il progetto, ha dato forza e potenza allo spettacolo, impreziosito dalla mise en espace di Antonella Talamonti, dal disegno di luci di Alberto Grilli e Marcello d’Agostino e da un’installazione di volti dipinti di compagne e compagni dell’epoca, operaie e operai, intellettuali e politici, a cura di Maria Chiara Calvani.
Un racconto coinvolgente sulle note particolari ed inaspettate del cantautore Fausto Amodei che si è ispirato al “Diario di trent’anni” di Camilla Ravera seguendo l’appassionata narratrice della nascita del partito. Una storia raccontata dalle tante voci diverse di chi ha creduto, sperato, lottato e combattuto per un mondo nuovo che fosse capace di rivendicare giustizia ed uguaglianza. Un’occasione per riflettere sul nostro recente passato, sugli errori e le conquiste, su ciò che è stato e che avrebbe potuto essere, su quello che siamo. Per tramandare alla memoria futura un’analisi critica, lucida e personalissima, degli eventi di quegli anni.
Camilla Ravera nasce ad Acqui Terme il 18 giugno 1889 e muore a Roma il 14 aprile 1988. Dopo aver lavorato come maestra a Torino, s’iscrive al PSI nel 1918 e, tra il 1919 e il 1920, sente con sempre maggior forza il richiamo dell’impegno politico ed entra a far parte della redazione della rivista ‘L'Ordine Nuovo’, fondata da Antonio Gramsci, che le affida l’incarico di esperta del movimento internazionale e responsabile della “Tribuna delle donne”. Nel 1921 insieme a Gramsci ed altri, è tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia: incaricata dell'organizzazione femminile, dà vita al periodico ‘La Compagna’. Arrestata durante il fascismo, è condannata al carcere e al confino, con gravi conseguenze per la sua salute. Fra le fondatrici dell’U.D.I., nel 1947, la Ravera è stata la prima donna ad essere nominata segretaria di un Partito (nel 1927, dopo Gramsci) e senatrice a vita (nel 1982, da Sandro Pertini). Ha lasciato molti scritti, fra cui il ”Diario di 30 anni: 1913-1943” e una “Breve storia del movimento femminile in Italia”.
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