Mercoledi, 13/04/2022 - Sarà il mistero che aleggia sulla sua identità o saranno i temi dei suoi romanzi, sta di fatto che le opere di Elena Ferrante, oltre a ricevere il plauso mondiale di pubblico e critica per l’elevato valore letterario, vengono trasposte spesso in versioni cinematografiche.
Così dal romanzo “L’Amore molesto”, il regista Mario Martone ha tratto il film omonimo e dal successivo, “I giorni dell’abbandono”, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza con Margherita Buy. Lo stesso è avvenuto con il romanzo “L’amica geniale” (2011) primo volume di una tetralogia letteraria - seguito da “Storia del nuovo cognome” (2012), “Storia di chi fugge e di chi resta” (2013) e Storia della bambina perduta” (2014) - divenuta una celebre serie TV, ideata da Saverio Costanzo, prodotta da Hbo e poi andata in onda su RAI 1.
Oggi un altro romanzo della Ferrante, edito dalle Edizioni E/O nel 2006, ha attirato le attenzioni del cinema, “La figlia oscura”, una delle opere degli esordi di Elena Ferrante, dunque precedente alla serie letteraria e televisiva “L’amica geniale”. Il film, realizzato nel 2021, col titolo The Lost Daughter, è anche l’opera prima alla regia della brava attrice statunitense Maggie Gyllenhaal, vincitrice del Golden Globe nel 2015 per la serie “The Honourable Women” e protagonista di molti altri film originali.
“La figlia oscura” racconta la storia di Leda, un’insegnante di inglese di mezza età, che decide di prendersi un periodo di vacanza al mare da sola. Un giorno Leda (nel film interpretata dalla bravissima attrice premio Oscar®, Olivia Colman) rimane incuriosita e affascinata da una giovane madre (nel ruolo Dakota Johnson) e dalla sua figlioletta mentre le osserva sulla spiaggia. Turbata dal loro rapporto e dalla loro chiassosa e ‘minacciosa’ famiglia allargata, Leda è sopraffatta dal ricordo personale dei sentimenti di terrore, confusione e intensità provati nelle prime fasi della maternità. Un gesto impulsivo, un evento apparentemente insignificante, sconvolge Leda e la proietta nello strano e sinistro mondo della sua stessa mente, dove è costretta ad affrontare le scelte non convenzionali che ha compiuto quando era una giovane madre e le loro conseguenze. Inizia così un viaggio nella memoria della protagonista che dovrà finalmente fare i conti col suo passato.
Dopo aver conquistato la critica della 78a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia vincendo il premio per la Miglior sceneggiatura non originale, e ricevendo numerose nomination ai più importanti festival ed eventi globali, “La figlia oscura”, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento come miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale ai recenti Independent Spirit Awards, ricevendo tre candidature agli Oscar® 2022.
Trattando di un tema ‘scomodo’, come quello di sentimenti non convenzionali legati alla maternità - o forse convenzionalmente nascosti da tante donne per paura del giudizio negativo della società - il romanzo attendeva, per un adattamento cinematografico, una regista donna e Maggie Gyllenhaal certamente ha saputo dare la giusta interpretazione del romanzo, avendo ricevuto anche il plauso della stessa scrittrice.
"A chi ha saputo riconoscere il gran lavoro di Maggie va tutta la mia gratitudine - ha affermato Elena Ferrante a margine dei premi ricevuti agli Independent Spirit Awards - lei ha dovuto scucire la veste letteraria che, quasi venti anni fa, ho cucito addosso con grande apprensione a una vicenda che mi pareva difficile da raccontare: ero preparata, devo dire, all’idea che, di fronte alla materia nuda del racconto - non la gioia, ma il peso della maternità nella vita di una donna - Maggie si sarebbe spaventata e avrebbe accantonato il progetto. Invece no. Con grande abilità, ha dato alla mia storia un nuovo vestito apposta per il cinema. L’ha disegnato con la sua esperienza, la sua cultura, il suo sentimento. Questo abito che ha reinventato mi è piaciuto moltissimo. Ormai è pienamente suo, le sta benissimo. E sono felice che sia piaciuto anche a voi. Grazie ancora".
Il film, tratto dall'omonimo romanzo edito da Edizioni E/O, prodotto da Pie Films, è oggi nelle sale italiane grazie a Bim Distribuzione. Nel cast altri artisti del cinema internazionale, fra i quali Ed Harris, Peter Sarsgaard, Paul Mescal e Alba Rohrwacher.
“La nostra cultura ha stabilito una gamma ristretta di sentimenti che una madre può concedersi – ha raccontato Maggie Gyllenhaal in un’intervista - tutti sono pronti a giudicare se si esce da questo spettro ‘definito’ dicendo che c’è qualcosa di sbagliato in noi. Ho due figlie, essere madre è la cosa più grande che abbia mai fatto, per quello che ci regala e anche per quello che richiede. Penso non esista però una donna che non abbia desiderato andare via di casa, sbattere la porta e lasciare i figli”.
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