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Al bivio: girano a destra o a sinistra?

Al bivio: girano a destra o a sinistra?

Consultori / 1 - Un’idea moderna della procreazione e di vicinanza alla donna, un’eccellenza italiana che va rinvigorita. Per evitare il rischio (molto concreto) di una fine lenta ma inesorabile

Bartolini Tiziana Venerdi, 17/09/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2010

Sono trascorsi trentacinque anni da quando, approvata la legge 405 nel 1975, furono istituiti i consultori familiari demandando alle Regioni il compito di regolarne la programmazione, il funzionamento, la gestione e il controllo. L’assistenza psicologica, sociale e medica alla maternità e paternità, la procreazione responsabile e la contraccezione sono gli scopi delle attività dei consultori e i principi ispiratori mettono al centro la donna, la sua salute e, soprattutto, la sua autodeterminazione. Quella legge fu una vittoria delle donne e della forza che, tutte insieme, seppero esercitare. Per comprendere il contesto culturale occorre ricordare che l’art 553 del Codice Penale che istituiva il reato di incitamento a pratiche contro la procreazione (cioè vietava la diffusione e somministrazione di anticoncezionali, pena la reclusione) fu dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale solo nel 1971, e comunque la sentenza fu ignorata fino al 1976, quando con un decreto il Ministero della Sanità finalmente lo abrogò. I medici erano sempre più sollecitati non da ‘malattie’ ma da situazioni “problematiche di tipo sessuale, psicosomatico, sociale”. Colpisce la modernità - oggi ancora intatta - dell'idea che ha ispirato i consultori, presidi multidisciplinari in cui il livello medico si intreccia con dimensioni e problematiche sociosanitarie con la primaria attenzione alla donna nelle varie fasi della vita riproduttiva: dalla contraccezione alla scelta della maternità, dalla gravidanza al parto, dall’allattamento al puerperio e oltre.

Ma quale è, oggi, lo stato dei consultori? La risposta giusta è ‘disomogeneità’: singole eccellenze si alternano a carenze strutturali e a livelli organizzativi insoddisfacenti. I dati ufficiali parlano di una tendenza alla diminuzione di presidi e di un gap numerico tra strutture esistenti al Nord e al Sud. La differenza l'hanno fatta le istituzioni locali, sanitarie e amministrative: là dove hanno continuato a credere nell’utilità del servizio e ad investirvi risorse e attenzioni i consultori sono cresciuti di numero e nella qualità. In molti casi il buon funzionamento è affidato alla professionalità e alla buona volontà degli operatori e operatrici che credono nel loro lavoro e nell’utilità del servizio pubblico. Certo ha pesato, e non poco, il progressivo indebolimento del movimento delle donne e il loro scarso (o inesistente) controllo. Volgere lo sguardo al contesto politico e culturale in cui fu possibile infrangere gli schemi di una società maschilista e bigotta rende inevitabile un confronto con i nostri giorni, in cui lo scontro sul corpo delle donne permane in tutta la sua violenza come manifestazione del controllo sociale sulla riproduzione e sulla libertà della donna. Nel frattempo il quadro si è fatto più complesso: ieri il problema era limitare le gravidanze invece oggi la maternità per molte donne è un traguardo irraggiungibile. Il progresso scientifico, anziché consentire spazi di libertà femminile, ha aperto ulteriori fronti di contrasto. Emblematici i casi della procreazione assistita, della pillola del giorno dopo o della RU486.

Sul piano economico - anche in conseguenza dei tagli alla spesa pubblica ma fatte salve le scelte delle regioni - è prevedibile un ulteriore definanziamento dei consultori pubblici, cosa che rende inaccettabili i contributi erogati alle strutture private. Questo trend comporterà il doppio danno di compromettere il ruolo e l’efficacia dei consultori e di ridurre gli spazi di autonomia delle donne. Invece i movimenti per la vita sono sempre più intrusivi e lasciano poco spazio al dialogo con chi - laico o cattolico - ha un’idea non confessionale dello Stato. Il 'caso Lazio' è in questo senso emblematico e potrebbe configurarsi come un 'laboratorio' per l'affermazione su scala nazionale di un altro modello di consultorio, funzionale al rafforzamento della famiglia 'naturale' e fondata sul matrimonio. La relazione che intercorre tra questa idea di famiglia e la tendenza alla privatizzazione parziale o totale dei consultori si rileva nella volontà di far entrare, con pieno potere di controllo e gestione, solo le associazioni "che promuovono la stabilità e la cultura familiare". L'esclusione dell'associazionismo femminile e delle unioni al di fuori del matrimonio disegnano un futuro etico per i consultori, con buona pace di politiche familiari che dovrebbero includere le varie ‘famiglie’ esistenti, nel rispetto delle scelte dei cittadini e per garantire pari diritti a tutti. Quello dei consultori potrebbe diventare un terreno di confronto e di scontro nei prossimi mesi anche in relazione ad una questione centrale che riguarda la questione definita valore sociale della maternità, che avrebbe bisogno di parecchi chiarimenti circa il ‘chi’, il ‘come’, il ‘quando’. Sui consultori, e su tutto quello che intorno ruota in termini di valori e investimenti, i movimenti delle donne potrebbero dire cose interessanti, a partire dall’indispensabile patto tra le generazioni per trovare una sintesi ideale e operativa. Oltre a nuove energie.



 



NUMERI            


A cura di Elena Ribet



Secondo l’ISTAT i consultori materno-infantili in Italia nel 2003 sono 18,9 ogni 100mila donne in età compresa tra 15 e 49 anni, in leggero calo rispetto al 2000.

Un’indagine condotta da Altroconsumo su 146 consultori e pubblicata nell’ottobre 2007 ha fatto emergere una discrepanza tra consultori teorici e consultori realmente esistenti, evidenziando alcune criticità anche di funzionamento e accessibilità.

Ci sono molte differenze tra le Regioni per quanto riguarda il numero e l’organizzazione dei consultori, le normative di riferimento, i finanziamenti.

Mentre si trovano numerose inchieste sui consultori, è difficilissimo reperire informazioni precise sulle prestazioni erogate e sul numero degli/delle utenti Regione per Regione. Nemmeno il censimento ministeriale fa cenno a questo dato.

Fa eccezione la Provincia Autonoma di Bolzano, che nella sua Relazione Sanitaria 2008 registra che “i consultori ostetrico-ginecologici hanno erogato complessivamente 31.335 prestazioni nell’anno 2008, tra cui soprattutto consulenze sanitarie per menopausa, sterilità, consulenze ostetriche (27,6%), pap-test (15,0%)”. Sono 10.200 invece le prestazioni dei consultori di Torino nel 2009.

Nel Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI) si trovano invece indicazioni approfondite su requisiti, metodi, azioni, obiettivi, Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). È lo stesso POMI a dichiarare però che le sue proposizioni “implicano una disponibilità di risorse che non è detto sia garantita” e riporta un calcolo orientativo del carico di lavoro per figura professionale nell’ipotesi di un consultorio che opera in un bacino territoriale di 20 mila abitanti. Nella realtà, le assunzioni e i finanziamenti sono bloccati in gran parte delle regioni italiane, a discapito sia del funzionamento che della sopravvivenza stessa di molti consultori.





VISTI DA VICINO



2173
: I CONSULTORI FAMILIARI IN ITALIA



0,7-0,8 OGNI 20.000 ABITANTI: la Legge 34 del 1996 ne fisserebbe il numero in 1 ogni 20.000



300 CIRCA I CONSULTORI PRIVATI RICONOSCIUTI IN ITALIA. DI QUESTI, 200 CIRCA QUELLI D'ISPIRAZIONE CRISTIANA (RETI UCIPEM E CFC)



22 CITTÀ DOVE AIED È PRESENTE (SOLO A GENOVA FA CIRCA 17.000 VISITE ALL’ANNO)



23,28 GIORNI DI ATTESA PER UNA VISITA NEI CONSULTORI PUBBLICI*



8,5 GIORNI DI ATTESA PER UNA VISITA NEI CONSULTORI PRIVATI LAICI*



39,3 GIORNI DI ATTESA PER UNA VISITA NEI CONSULTORI PRIVATI CATTOLICI*



- 41,2% la diminuzione delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) tra il 1982 e il 2005 grazie alla Legge 194


*FONTE: Altroconsumo 2007





PERCORSO NASCITA




Nell’INDAGINE CONOSCITIVA SUL PERCORSO NASCITA (anno 2002, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità), cui hanno aderito 60 ASL con la somministrazione di 7.640 questionari (tasso di rispondenza dell’87%) emerge che:

1. L’assoluta prevalenza delle donne (circa il 75%) è stata seguita da un ginecologo privato e la percentuale di donne seguite dal consultorio familiare varia del 2.3% al 17.3%.

2. Le donne assistite in gravidanza hanno ricevuto migliori informazioni se assistite dall’ostetrica o dal consultorio familiare rispetto ai ginecologi (privati o pubblici).

3. La qualità delle informazioni e delle attività nei corsi pre-parto è risultata migliore nel caso dei corsi organizzati dai consultori familiari.





Pillole, etica e mistificazioni




Rivolti agli operatori sanitari e a chiunque intenda avere informazioni scientificamente corrette sulla RU486 e sulla pillola del giorno dopo, i due volumetti hanno un taglio divulgativo e affrontano anche gli aspetti etici con cui il dibattito accompagna l’accesso a questi farmaci. Flamigni e Melega sono autorevoli professionisti nel campo dell’Ostetricia e Ginecologia e non mancano di polemizzare con chi, per ragioni riconducibili alla religione o alla politica, distorce i dati a vantaggio delle proprie tesi. Non a caso il libro sulla RU486 è dedicato ai membri del Consiglio Superiore della Sanità (a seguito della decisione del ricovero ospedaliero fino alla verifica della completa espulsione per l’interruzione della gravidanza con metodi farmacologici) “nei confronti dei quali, in questo momento, non nutriamo buoni sentimenti, anche se siamo ammirati della loro (distorta) buona volontà”. Della pillola del giorno dopo chiariscono il funzionamento e smascherano vere e proprie bugie, confermando che si tratta di un anticoncezionale e non di un farmaco che procura l’aborto. I costanti riferimenti agli studi e alla bibliografia scientifica non diminuiscono il piacere della lettura e, anzi, favoriscono la comprensione della complessità.





Carlo Flamigni – Corrado Melega



La pillola del giorno dopo



Dal silfio al levonorgestrel



Ed l’Asino d’oro, pagg 180, Euro 12,00





















Carlo Flamigni – Corrado Melega



RU 486



Non tutte le streghe sono state bruciate



Ed l’Asino d’oro, pagg 201, Euro 12,00





(17 settembre 2010)



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