Politica/ Elezioni di aprile - È una vera e propria emergenza. In Italia c’è una ‘Democrazia dimezzata’. L'associazione Emily sta promuovendo le candidate di entrambi gli schieramenti alle prossime elezioni
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2005
Non importa se sono di idee politiche diverse, di fronte all’emergenza le italiane si stanno organizzando intorno ad una parola d’ordine comune: “Vota donna”. Il problema della difficoltà di inserimento tra le cariche politiche delle italiane era stato reso noto da tempo su più fronti, con ricerche statistiche e numerose pubblicazioni a cura di diverse associazioni. La nostra democrazia è ormai comunemente definita ‘incompiuta’ o ‘dimezzata’ per l’eccessivo dominio maschile che la caratterizza.
“Il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalla rappresentanza femminile: quando le donne sono poco rappresentate vuol dire che c’è un gap di democrazia. E questo non può più essere tollerato”. Si legge in un messaggio intitolato appunto “Vota donna” a cura di un insieme di gruppi: il Cif (Centro italiano femminile), l’Udi (Unione donne in Italia), Gruppo donne di Carpi (che fanno parte della Commissione Pari Opportunità). “Al di là di nuove norme – continua il comunicato - che, se approvate, potranno fare in modo che si raggiungano più adeguate percentuali di rappresentanza femminile, riteniamo che ciascun elettore possa, con il suo comportamento, determinare la differenza. È necessario mandare ai partiti un messaggio forte e chiaro a sostegno delle candidate, per questo chiediamo di votare donna alle elezioni regionali”.
L’invito, amplificato dall’appello della signora Franca Ciampi (vedi rassegna web), viene anche dall’associazione Emily nazionale e dai suoi diversi gruppi regionali. Con loro c’è il Comitato nazionale di pressione per le leggi paritarie, presieduto da Rita Capponi che, alla vigilia degli importanti appuntamenti elettorali dei prossimi mesi, ha ottenuto il sostegno di alcune deputate e senatrici di entrambi gli schieramenti, fra le quali Elettra Deiana (Prc), Cinzia Dato (Dl), Luana Zanella (Verdi), Elena Montecchi (Ds), Dorina Bianchi (Misto), Chiara Moroni (Nuovo Psi), Ida D’Ippolito e Patrizia Paoletti Tangheroni (entrambe di Fi).
Il titolo della loro campagna è “Vota una donna perché”. Hanno al loro attivo diversi eventi, uno fra tutti quello in sala stampa a Montecitorio dove, insieme all’invito bipartisan al femminile delle parlamentari, c’è stata la distribuzione di rose di diversi colori. Del comitato fanno parte oltre settanta associazioni, dalla Federcasalinghe a Telefono Rosa.
“Ci vuole una forte carica di rottura e di innovazione - ha dichiarato Elena Montecchi - che può essere data solo da donne giovani, con una forte rottura generazionale”. Ma che sia ben chiaro, ricorda Cinzia Dato, che non è una battaglia fra donne e uomini, bensì: “una lotta molto più grave e importante fra inclusi ed esclusi”. Una battaglia, insomma, “per una democrazia dell'inclusione”. “Vota donna” non si rivolge solo alle donne - ha concluso Cinzia Dato – il voto possiamo e dobbiamo ottenerlo anche dagli uomini.
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