Le attiviste di 'Obiettiamo la sanzione' plaudono alla decisione dell'Agenzia del farmaco di eliminare l’obbligo di prescrizione medica per la pillola del giorno dopo
Le attiviste di Obiettiamo la sanzione accolgono favorevolmente la decisione dell’Aifa, con la quale si statuisce che la vendita della “pillola del giorno dopo” non sia assoggettabile a prescrizione medica per le maggiorenni.
Si riconosce in tal modo anche in Italia ciò che da circa quindici anni ha deciso l’Oms in materia di Contraccezione di emergenza (CE), nel cui novero rientra tale farmaco . Infatti è ormai dimostrato che l'uso di Levonorgestrel (Norlevo) e di Ulipristal acetato (Ellaone) non abbia effetti abortivi, ma piuttosto di interferenza con l'ovulazione, caratteristiche che li rendono più simili quindi ad una pillola estro progestinica che funziona più efficacemente, inibendo la produzione di ovociti.
Proprio per poter più rapidamente ritardare l'ovulazione, è necessaria quindi una grande tempestività di assunzione della “pillola del giorno dopo” e di contro l’obbligo di prescrizione medica veniva a ritardarne l’acquisto e quindi l’efficacia.
Per tale motivo tutti gli organismi regolatori dei farmaci in Europa (E.M.A.) e nel resto del mondo hanno a ragion veduta, senza alcuna leggerezza, scelto di abolire la ricetta permettendo così in "emergenza" di assumere questi due farmaci che, come ci mostrano numerose ricerche non hanno fatto segnalare in questi anni nessun grave effetto collaterale nei milioni di donne che le hanno assunte.
Appare conseguentemente pretestuosa la presa di posizione del presidente di Federfarma Roma, Vittorio Contarina, che così si è espresso “La Norvelo è un derivato ormonale: provoca effetti collaterali e rischia di disincentivare l’uso del preservativo, con aumento del rischio di contrarre malattie veneree. L’Aifa ci ripensi”.
Invece i dati rilevati in vari Paesi europei ci mostrano che tra le utilizzatrici della contraccezione d’emergenza non vi è stato né aumento di malattie sessualmente trasmesse, né riduzione del ricorso alla contraccezione, né aumento di interruzioni volontarie di gravidanza. Anzi si potrebbe mettere in correlazione il calo delle IVG con un maggiore e più tempestivo uso di tale tipo di contraccezione. Si ricorda infine che il suo maggiore ricorso è generalmente legato ai casi di rottura del profilattico. Ci domandiamo, ordunque, quale reale vantaggio per la salute ci sarebbe a rendere più complesso e tortuoso l'acquisto di Norlevo.
Certamente molto altro rimane da fare, ossia una maggiore, diffusa, corretta e completa informazione sui temi della contraccezione sia per i cittadini, sia per i medici di medicina generale, che per i farmacisti. A riprova di tale necessità v’è il dato che l'Italia, con il suo 16 per cento di donne in età fertile che assume la pillola estroprogestinica, rimane tra i Paesi europei con le più basse percentuali di uso di contraccettivi orali, appena prima della Grecia. Con l’aggravante che tali stime negli ultimi anni tendono a scendere invece che ad aumentare.
In quest’ottica ci sembra lodevole l'iniziativa di proporre Linee Guida e Protocolli sulla CE a tutte le farmacie da parte della SIFAC (Società Italiana di Farmacia Clinica), in modo che tutti i loro titolari abbiano elementi specifici di riferimento elaborati dalle proprie società scientifiche. Così i farmacisti sarebbero in grado di rispondere alle domande delle donne che chiedono la contraccezione d’emergenza, invece di frapporre ad esse clausole di coscienza e comunicazioni dai toni minacciosi verso la salute femminile, prive di reale supporto scientifico.
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