AIFA: un Consiglio di Amministazione di soli uomini NON VA BENE !

Al Signor Ministro Orazio Schillaci

Ministero della Salute

Al Presidente Robert Giovanni Nisticò

Agenzia Italiana del Farmaco

Roma, 20 aprile 2024

Signor Ministro, Signor Presidente,

Noi Rete Donne è un network di donne (professioniste, accademiche, esperte, dirigenti, giornaliste, rappresentanti di associazioni ecc.) da oltre dieci anni impegnato nell’ambizioso progetto di realizzare una democrazia pienamente paritaria, concentrandosi sul rapporto tra donne e potere in tutte le articolazioni, nelle istituzioni e nell’economia, a partire dall’analisi della rappresentanza nei processi decisionali.

Noi Rete Donne apporta il proprio contributo al dibattito sul tema della disparità di genere nei luoghi decisionali, anche mediante l’elaborazione di proposte normative, tra cui la proposta per l’equilibrio di genere nelle nomine pubbliche e quella per l’equilibrio di genere nelle società (modifica ed estensione della L. Golfo - Mosca), al fine di valorizzare le competenze femminili che sono una delle leve necessarie per affrontare le sfide attuali e future.

Le donne sono infatti presenti in grande misura in tutti i più diversi campi, ma troppo spesso la loro presenza è offuscata, la loro autorevolezza è negata, la loro competenza non è riconosciuta e ciò si traduce nella loro assenza dai vertici quando questi sono individuati per designazione.

Riteniamo preoccupante che si nominino in AIFA, nel 2024, un Presidente e un Consiglio di Amministrazione interamente composto da uomini in un settore così importante qual è quello della salute.

A prescindere dalle competenze e qualità delle persone nominate, la foto pubblicata sul sito a corredo del comunicato stampa “Riunione CdA AIFA con il nuovo Presidente” è emblematica e colpisce pesantemente per l’assoluta rimozione del genere femminile tra le persone indicate come i vertici decisionali dell’Agenzia, offrendo una visione distorta dell'impostazione culturale del nostro Paese e del mondo accademico, scientifico e istituzionale, in contrasto con l'art. 3 della Costituzione. Tale circostanza risulta ancora più grave se si tiene conto che il Consiglio d'Europa ha più volte bacchettato l'Italia proprio sulla disparità fra i generi.

L’AIFA è un ente pubblico nazionale le cui decisioni sull’adozione dei farmaci ad uso umano, delle sperimentazioni e del governo della spesa farmaceutica impattano da vent’anni direttamente e fortemente sulla vita dei cittadini e delle cittadine. Non avere considerazione delle eccellenze femminili nel settore della medicina e della salute, tra cui ricercatrici orgoglio del nostro Paese, significa dimenticarsi di più della metà delle persone che vivono ed operano nel nostro Paese.

Ciò impoverisce e circoscrive l’analisi a schemi che mortificano anche il recente dibattito sulla medicina genere-specifica, concetto adottato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’adozione dell’approccio di genere, con le azioni previste nella ricerca scientifica e sull’utilizzo farmacologico nella popolazione femminile, consente di promuovere accesso, appropriatezza e personalizzazione delle cure, generando un circolo virtuoso con impatti positivi anche sui costi della spesa pubblica del Servizio sanitario nazionale.

            Siamo certe che vi sia più di una donna competente nel mondo della farmaceutica e in generale della ricerca e della medicina.

Noi Rete Donne auspica, pertanto, un tempestivo ed adeguato riequilibrio di genere delle presenze nel Consiglio e negli altri organi dell’Agenzia.

Noi Rete Donne

Daniela Carlà, Sabrina Cicin, Sonia Ostica