'La crisi reale della fecondità: l’autonomia riproduttiva in un mondo che cambia' è il titolo del Rapporto che analizza le ragioni della crisi demografica
Riceviamo e pubblichiamo
Milioni di persone non riescono a costruire le famiglie che desiderano: è quanto emerge dal nuovo rapporto UNFPA - Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, lanciato in Italia da AIDOS - Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo, il 10 giugno scorso a Roma (Università La Sapienza).
La crisi reale della fecondità: l’autonomia riproduttiva in un mondo che cambia, è il titolo del rapporto che analizza gli elementi che ostacolano le scelte riproduttive – e quelli che le facilitano – in un’epoca segnata da notevoli cambiamenti demografici.
La narrazione oggi più diffusa si concentra sui tassi di fecondità troppo bassi - o troppo alti, a seconda dei contesti - contribuendo all’adozione in numerosi paesi di misure che limitano e forzano le scelte riproduttive, soprattutto di donne e persone giovani. Attraverso un’indagine condotta in quattordici paesi di diverse regioni, tra cui l’Italia, il Rapporto rileva come sia preoccupante la percentuale di coloro che non riescono a realizzare le proprie intenzioni di fecondità. Se da un lato persiste un numero elevato di gravidanze non desiderate, dall’altro, sono numerose le persone che desiderano avere figli e figlie senza averne, o vorrebbero averne di più. Ne consegue che la crisi reale della fecondità non è un problema di sottopopolazione - o sovrappopolazione - piuttosto risiede nell’impossibilità di esercitare l’autonomia riproduttiva. Il Rapporto evidenzia quindi come sia necessario adottare politiche che mettano al centro i desideri di fecondità di ogni persona ed eliminare gli ostacoli, tra cui disuguaglianze di genere e barriere economiche, sociali, sanitarie, che impediscono l’esercizio di libera scelta rispetto alle proprie decisioni riproduttive, al proprio corpo e al futuro che si desidera.
Messaggi chiave
UNFPA e AIDOS / Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2025
I tassi di natalità stanno calando perché le persone non riescono ad avere le famiglie che desiderano. Questa è la crisi reale della fecondità. L’alto costo della vita, norme sessiste e l’incertezza sul futuro costituiscono le principali barriere alla genitorialità per milioni di persone.
• Nel bel mezzo di paure crescenti per una “crisi di spopolamento”, nuovi dati dimostrano che la maggioranza delle persone desidera avere figli, ma molte di loro si trovano ad affrontare sfide insormontabili
• Donne e persone giovani sono incolpate di “rifiutare” la genitorialità, ma tra i paesi in cui è stata condotta l’indagine (14 paesi dove si trova più di un terzo della popolazione mondiale), la maggioranza delle persone desidera avere due o più figlie e figli
• Tuttavia, una persona su cinque pensa di non riuscire a realizzare la famiglia desiderata, in termine di numero di figlie e figli – la maggior parte si aspetta di averne meno mentre altre persone si aspettano di averne di più
• La società non assicura le condizioni necessarie affinché le persone possanofare una scelta reale, il Rapporto evidenzia, ad esempio, come la precarietà economica, il sessismo e l’incertezza sul futuro costituiscano delle barriere insormontabili
• Le barriere economiche sono il problema numero uno
• Più della metà delle 10.000 persone che hanno partecipato all’indagine hanno riportato che le questioni di carattere economico (finanze, casa, lavoro) sono un elemento determinante nello scegliere quante figlie e figli avere
• Quasi un quarto delle persone intervistate ha detto che le questioni di salute sono determinanti
• Una persona su cinque ha risposto che guerre, pandemie, questioni politiche e cambiamento climatico sono questioni decisive
• Le disuguaglianze di genere aggravano la crisi
• Disuguaglianza di genere, lavoro di cura non retribuito e disparità di genere nei ruoli domestici sono determinanti silenziose che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi di fecondità
• Le donne svolgono ancora da 3 a 10 volte più lavoro domestico e di cura non retribuito rispetto agli uomini
• Sempre più uomini desiderano avere un ruolo paterno attivo, ma si trovano ad affrontare barriere sociali e sul luogo di lavoro. Anche se l’11% delle persone intervistate ha riportato che la scarsa partecipazione del partner al lavoro di cura ha contribuito ad avere meno figli/e di quante/i desiderate/i
• La precarietà economica e l'arretramento verso l’uguaglianza di genere stanno contribuendo a una “epidemia di solitudine” che influisce sui tassi di fecondità.
o Il 14% delle persone pensa di non riuscire ad avere il numero di figli e figlie desiderato per mancanza di partner o di partner adeguato/a
• La libertà riproduttiva significa assicurare diritti e scelte per tutte le persone
• Le convenzioni internazionali sui diritti umani fermano che le persone hanno il diritto di “scegliere, liberamente e responsabilmente” il numero di figlie e figli e il momento in cui averne. Nessun’altra persona può prendere tali decisioni al loro
posto
• Le coppie dello stesso sesso, le persone single, le persone migranti ed altri gruppi in situazioni di marginalizzazione troppo spesso sono esclusi da possibilità e mezzi per diventare genitori, tra cui la procreazione assistita, l’assistenza alla maternità, i servizi di adozione, il riconoscimento dello status genitoriale
• Nuovi dati mostrano che sia le donne sia gli uomini incontrano gravi limitazioni nella loro autonomia riproduttiva:
o una persona su tre che ha partecipato all’indagine ha riportato che loro o la/il partner ha vissuto una gravidanza indesiderata
o una persona su quattro ha detto di aver vissuto un momento in cui avrebbe voluto figlie/figli ma non ne ha avuto la possibilità
o il 13% delle persone ha sperimentato entrambe le situazioni durante la propria vita
• I fattori che limitano la possibilità delle persone di prevenire una gravidanza indesiderata spesso sono gli stessi fattori che limitano la loro possibilità di avere figlie e figli nel numero desiderato:
o marginalizzazione economica
o disuguaglianza di genere
o difficoltà di accesso alle cure sanitarie
o mancanza di speranza per il futuro
• La volontaria assenza di figlie e figli è una scelta valida e legittima che deve essere protetta dallo stigma e dalle pressioni dei governi
• Le politiche che mirano ad influenzare i tassi di fecondità stanno ampiamente fallendo
• Molti governi stanno intraprendendo azioni inefficaci, tra cui:
o incentivi finanziari, come bonus bebè una tantum
o divieto dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole
o restrizioni all’accesso alla contraccezione
o limitazioni o criminalizzazioni dell’accesso all’aborto
• Queste misure sono controproducenti, peggiorano il problema che cercano di risolvere e possono portare a conseguenze indesiderate:
o i divieti all’aborto sono collegati ad un aumento del numero di aborti non sicuri ed alta mortalità materna
o gli aborti non sicuri sono una delle principali cause di infertilità secondaria
o limitare le scelte e le opportunità può rendere le persone giovani più pessimiste riguardo al loro futuro – e meno inclini ad avere figli
o la storia dimostra che gli sforzi per indirizzare i tassi di fecondità possono portare a coercizioni e violazioni dei diritti umani
• Dobbiamo smettere di cercare di “correggere” i tassi di natalità e puntare invece su soluzioni che si basano sui diritti
• È necessario un nuovo approccio che includa misure che permettano di programmare e adattarsi rispetto ai cambi democratici, quali:
o alloggi a prezzi accessibili e lavori dignitosi
o procreazione assistita per tutte le persone, non solo quelle abbienti
o politiche che facilitino le famiglie, come i congedi parentali
o parità di diritti e riconoscimento dei diversi tipi di famiglie
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