Mercoledi, 29/09/2021 - Gli spettri della mancanza di alloggio e della disoccupazione si incontrano con quelli della violenza familiare nei confronti delle donne nella delicata ma efficacissima commedia “I nostri fantasmi”, scritta e diretta da Alessandro Capitani, il bravo regista toscano attento ai temi del femminile fin dalle sue prime opere.
Presentato a Venezia 2021 alle Giornate degli Autori – Notti Veneziane, il film racconta la storia di due solitudini e di due drammi differenti: il primo, quello di Valerio, vedovo e sfrattato da tempo, che vive nascosto con suo figlio Carlo di sei anni, nel sottotetto della casa da cui sono stati sfrattati molto tempo prima. Ogni volta che arrivano nuovi inquilini, padre e figlio li terrorizzano inscenando la presenza di fantasmi, nella speranza di tornare a vivere nell’appartamento "di sotto".
Per Carlo è un gioco che lo protegge da una vita misera e da una mamma assente. E per un po’ di tempo il ‘gioco’ funziona, fino all’arrivo di Myriam, una giovane donna in fuga con la piccola figlia Emma da un marito violento. Lei, visto il suo personale dramma, non sembra aver paura dei fantasmi, se non di quello del suo compagno, che puntualmente la trova: le conseguenze sarebbero devastanti se non intervenisse il fantasma del sottoscala a salvarla.
Scritto con grande cura dei particolari ed attenzione alla psicologia dei protagonisti, il film si presenta quasi come una favola, dati i piccoli eventi soprannaturali che, di quando in quando, punteggiano la storia rimandando anche al gioco del destino che riuscirà a far incontrare i due protagonisti attraverso i loro rispettivi drammi, offrendo loro una nuova opportunità di vivere.
Dietro le quinte si sottintende (e a volte si esplicita) il dramma della mancanza di alloggi e di lavoro (drammatica la scena dell’occupazione selvaggia delle case da parte di stranieri ed italiani), la difficoltà di trovare vera solidarietà ed aiuto, la tragedia della paura nelle donne inseguite e perseguitate da compagni violenti, la necessità per tutti di proteggere ed accudire i propri figli.
«Tra tutti gli ostacoli della vita – dice il regista - uno particolarmente ostacolante è il non riuscire a fare pace con il proprio passato. Valerio non riesce a guardarsi indietro senza scorgere altro che vuoto e delusione. Impossibilitato a ricucire le ferite ancora aperte decide di rifuggirle trasformando il presente in un “gioco” con la vana speranza di proteggere suo figlio Carlo da quel mondo esterno che invece di “dare”, gli ha, egoisticamente e improvvisamente, tolto: una compagna, un lavoro, una casa».
Il film si avvale di un cast d’eccezione, con Michele Riondino nella sua piena maturità attoriale, nei panni di Valerio, la giovane attrice israeliana Hadas Yaron nel ruolo di Myriam, Paolo Pierobon, Orlando Forte, e con la partecipazione speciale di Alessandro Haber nei panni di un vicino nostalgico dell’esercito, incattivito dalla vita, che a poco a poco si addolcirà grazie ai suoi singolari vicini.
Il film, prodotto da Fenix Entertainment con Rai Cinema con il sostegno del MIC - Direzione Generale Cinema e della Film Commission Torino Piemonte, sarà in sala dal 30 settembre, distribuito da Fenix Entertainment e Europictures.
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