Mercoledi, 16/02/2022 - Un’Alice nel paese delle meraviglie in chiave contemporanea, quella raccontata dal film “I cieli di Alice” (Sous les ciel d’Alice), opera prima della regista e sceneggiatrice francese di origini libanesi Chloé Mazlo, selezionata per la 59a Semaine de la Critique di Cannes, edizione mai tenutasi a causa del Covid 19. Dal 15 febbraio il film arriva in sala e contemporaneamente su I WONDERFULL,
Basato sulla vera storia della nonna della regista, che decise di andare a vivere in Libano innamorandosi di un Paese col quale non aveva mai avuto legami, “I cieli di Alice” è il racconto di un sogno rincorso, vissuto e perduto, di un grande amore e di un cocente disincanto. I genitori di Alice, libanesi, immigrarono in Francia successivamente, a causa della guerra.
Dai monti della Svizzera, dove vive con la famiglia, Alice aspetta solo l’occasione per andare alla scoperta del mondo: quando le viene offerto un lavoro come ragazza alla pari a Beirut, in Libano, coglie subito l’occasione. Scopre così una città solare, vivace, libera e proiettata verso il futuro. Sono gli anni ’50: appena arrivata Alice incontra Joseph, astrofisico gentile e ambizioso, che sogna di inviare il primo cosmonauta libanese nello spazio. Oltre che del Libano, Alice si innamora perdutamente di Joseph, con lui ha una figlia e costruisce la famiglia dei suoi sogni.
Ma ben presto il ‘paese delle meraviglie’, trovato sulle sponde del Mediterraneo, mostrerà il suo volto oscuro: giungerà infatti la guerra civile a cambiare il volto del paese tanto amato, e ogni equilibrio comincerà a vacillare. La storia della protagonista, che cercherà disperatamente di proteggere quanto ha di più caro al mondo, si allarga così a quella di un Paese e delle tante generazioni coinvolte, dilaniate dal conflitto civile che agiterà il Libano per 15 anni (1975-2000).
"Volevo parlare della guerra nel modo in cui mi è stata raccontata dalla mia famiglia – racconta la regista Chloé Mazlo – e il personaggio di Alice è in gran parte ispirato a mia nonna, che dalla Svizzera si è trasferita in Libano intorno alla metà degli anni Cinquanta, innamorandosi immediatamente del paese, una cosa che mi ha fatto porre più domande che se fosse stata libanese. L’attaccamento a una terra è qualcosa di irrazionale, ed è ancora più difficile da comprendere se ci innamoriamo di una nazione che non è neanche quella in cui siamo nati e cresciuti”.
Nei panni di Alice, Alba Rohrwacher, in un’interpretazione particolarmente ispirata e coinvolgente; accanto a lei, nel ruolo di Joseph, c’è Wajdi Mouawad, attore, regista, commediografo e scrittore libanese conosciuto internazionalmente per le sue opere. Come molti suoi connazionali anche Mouawad è stato costretto a lasciare il paese nel 1978, all’età di 10 anni, per scampare alla guerra civile.
La cifra stilistica della regista, formatasi nel mondo dell’animazione e del linguaggio pittorico, propone un’interpretazione originale e quasi onirica del mondo di Alice e del suo Paese delle meraviglie, almeno nella prima parte del film, mutando poi drasticamente in seguito, quando si descrivono la crisi degli ideali e le speranze deluse dei protagonisti, alle prese con l'esperienza del disincanto e della perdita.
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