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Agire con criterio… di genere

Agire con criterio… di genere

Donatella Linguiti - “Per una leadership al femminile” La Sottosegretaria di Stato per i Diritti e le Pari Opportunità partecipa al Forum Pubblica Amministrazione

Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007

La partecipazione di Donatella Linguiti al convegno “Per una leadership al femminile” svoltosi nell’ambito del 18° Forum P.A. alla Nuova Fiera di Roma, 21-25 maggio, ha richiamato l'attenzione sulle politche di genere ancora troppo ignorate nel nostro paese. Linguiti ha sottolineati che "il criterio di genere deve diventare un principio ordinatore di politiche pubbliche che non sono affatto neutre. Bisogna pensare a una valutazione dell’impatto di queste politiche su entrambe le componenti maschile e femminile della comunità, avviare studi sulle asimmetrie di sesso e promuovere ovunque il bilancio di genere.” L'attenzione della Sottosegretaria si è poi soffermato sullo strumento dei bilanci di genere, in fase di sperimentazione in molti comuni italiani, ricordando come questo “non solo permette di indirizzare meglio la spesa pubblica definendo precisamente i bisogni dei suoi destinatari, ma evita lo spreco di risorse che si realizza, sempre, quando non sono definiti precisamente e differenziati i bisogni della comunità. Una scelta, inoltre, che è l’unica che ci consenta di attivare un percorso reale di democrazia nel nostro paese, non a caso già ampiamente raccomandata dalla IV Conferenza Mondiale sulle Donne di Pechino del 1995”.
Linguiti ha ritenuto giustamente opportuno soffermarsi anche sul tema del lavoro delle donne, tema nel quale il nostro paese ha ancora grandi passa avanti da compiere sia dal punto di vista dei tassi di occupazione che da quello dlla conciliazione dei tempi: "vanno pensati con urgenza modelli organizzativi del lavoro che mettano al centro criteri qualitativi e non quantitativi del lavoro, criteri questi ultimi che penalizzano evidentemente le donne. Fino a quando non riconosceremo al lavoro di cura una funzione sociale e dunque penseremo di organizzare anche in base alla centralità di questa funzione i tempi di lavoro, sarà impossibile una vera conciliazione. Tutto questo ci parla ancora di modelli identitari maschile e femminile che non sembrano minimamente scalfiti, nonostante i cambiamenti enormi nel rapporto fra i sessi degli ultimi anni. Modelli che non sono affatto ‘naturali’, né quello che informa il rapporto fra i sessi né quello che si ripropone, duplicandosi, nel ruolo genitoriale; modelli prodotti da rapporti di forza nati all’interno di contesti storici ben precisi che non possiamo pensare di riproporre ‘naturaliter’ guardando al passato”.
Purtroppo le donne sanno molto bene che bisogna con urgenza passare dalle parole ai fatti e che è ormai indispensabile cambiare il modello culturale che ci sta impedendo di crescere, anche come sistema paese.

(25 maggio 2007)

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