Africa 2011

A sette anni dalla sua costituzione, Africa libera ritiene doveroso presentare alla cittadinanza i risultati della sua attività a favore dell popolazioni della regione Brong-Ahafo in Ghana. I progetti realizzati e in corso di ralizzazione- in collaborazione con istituzioni locali e altre associazioni- riguardano i settori della sanità, dell’acqua, della scuola e del sostegno a distanza.

Le due giornate sono l’occasione per illustrare e documentare il lavoro svolto, per raccogliere nuove adesioni e contributi necessari a dare continuità ai nostri programmi, ma anche per mettere al centro dell’attenzione, la situazione di un continenete i cui destini sono intrecciati con il futuro dell’Europa. Soprattutto delle nazioni europee che si affacciano sul bacino del Mediterraneo come l’Italia.

Solo se quei Paesi riusciranno a trovare e percorrere la strada dello sviluppo e della stabilità, a liberarsi dal giogo della fame, della miseria, delle malattie, dell’analfabetismo e delle guerre intestine sarà possibile evitare che massicce e inarrestabili ondate migratorie investano i paesi ricchi. Solo se i giovani africani -a nord e a sud del Sahara- intravedono la possibilità di costruire un futuro accettabile nella propria terra, rinunceranno ad abbandonarla e desisteranno dal cercare una prospettiva meno disperante altrove.

Aiutare le popolazioni africane non è solo un atto di solidarietà umana verso chi soffre e sta peggio di noi, ma è anche nostro interesse. Un’Africa liberata dal sottosviluppo, dalle malattie, dalla violenza è la migliore garanzia anche per il nostro stesso sviluppo, per la nostra sicurezza e per il comune futuro.

Per questo obiettivo dovrebbero impegnarsi -specialmente ora che in Africa si moltiplicano i segnali di risveglio e di emancipazione- gli Stati e i Governi dei Paesi Occidentali. Tra i quali l’Italia. Paesi e Governi che purtroppo fanno troppo poco. Soprattutto l’Italia.

Africa Libera sta offrendo il suo modesto contributo, come tante altre associazioni del nostro Paese che lavorano per lo stesso scopo nelle aree più diverse e bisognose del continenete africano. Per continuare a farlo sono necessari il contributo e la collaborazione più ampia dei cittadini carpigiani.