A piedi nudi nel teatro - Attrice e personaggio sempre fuori dagli schemi, la Innocenti si racconta in un libro autobiografico
Mirella Caveggia Martedi, 26/05/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2009
È sempre stata libera da vincoli, tanto che “il matrimonio riparatore” è arrivato dopo 54 anni di convivenza, quando la vigilia delle sue ottanta primavere ha scatenato la sua impertinente temerarietà. Adriana Innocenti, detta Nana, attrice senza freni e senza tramonto, calca intrepida le scene del teatro e della vita affiancata dal suo compagno d’arte Piero Nuti. Con i migliori registi, questa romagnola piena di entusiasmo e di temperamento ha giostrato con bravura e impegno fra le eroine del classico e le protagoniste delle commedie brillanti. Subrettina coperta da tre farfalle con Wanda Osiris, Mirandolina goldoniana, Giocasta di Euripide, Madama Pitchum nell’Opera di tre soldi, indimenticabile Erodiade di Testori, eterna Miss Marple in Trappola per topi: nella lunghissima carriera ha impresso nel ricordo storie di vita e di arte, incontri e personaggi a non finire. Adesso quel mondo dietro le quinte si anima evocato in un libro autobiografico che si sfoglia e si legge con gran gusto: colmo di fotografie, si intitola “A piedi nudi nel teatro” (Edizioni biografiche).
Signora Innocenti, ne racconta di cotte e di crude. È tutto vero o la sua fantasia sempre accesa ha fornito qualche suggerimento? “Tutto vero, ma quanto castigato! - replica arricciando il naso l’autrice - ma ho ancora tante cose da raccontare”. La sua vitalità è trascinante, il desiderio di comunicare è innato e incontenibile: “Sono nata settimina meno una settimana, volevo uscire al più presto per fare sentire la mia voce. Da piccola ho inventato il telefono con due scatole vuote di cipria della mamma, un po’ di carte oleate, due mollette per capelli”. Nel suo diario pieno di appunti e aneddoti rievoca con allegria i tempi di magra, quando consumava solo il pasto di mezzogiorno o si improvvisava aiutante apprezzatissima in un bar di Milano, nel cucinotto con una cuffietta in testa e il sostegno morale di cinque amiche puttane (“il cui esempio non ho seguito, per fare la puttana bisogna nascerci. Ma quanto mi hanno insegnato per interpretare tutte le ruffiane e le puttanone del teatro italiano”). Le ragazze le avevano persino regalato un cappotto cammello con il colletto di castoro che porta ancora oggi, cinquant’anni dopo. “Adesso vi parlo di Nilla Pizzi, romagnola come me. Le assomigliavo, sembra, e ne ho pure approfittato; ma solo un poco e le chiede scusa”. Specialmente per una volta a Capri che si è lasciata offrire a Capri un lauto pasto ben innaffiato di Lacrima Christi da un ristoratore che la confuse con la cantante.
Nana, tutta genuinità e nessun artificio, capace di rifilare un pugno sul naso di un’attrice maleducata, che adora fare la buffona, che ha fatto risate fino a slogarsi una mascella e cantato allegre canzonacce, percorre i ricordi con affettuosa e sorridente ironia, senza malinconia né rimpianti. “Faccio il lavoro che ho sempre desiderato, ancora oggi mi sento la donna più ricca del mondo”. La vita le ha dato momenti difficili - un’anestesia sbagliata le ha compromesso irreparabilmente la vista - ma si muove così bene in palcoscenico che non lo dà certo a vedere. Ed è tale la sua forza comunicativa e la riconoscenza alla sua buona sorte che ringrazia sentitamente il suo “culo”. Come va la vita signora Innocenti? “Bene, risponde espansiva, è sempre attaccata al culo. La mia intelligenza di attrice di cui si favoleggia è solo vera al settanta per cento. Il resto è fortuna”. Ma non nega di essere, lei “meschinetta”, priva di preparazione universitaria e con un diploma da geometra, una cultura “vissuta” con tanti e tanti anni di teatro. “Sapete di chi è la colpa di me attrice? È di Benito Mussolini. Perché quando ero a Pescara e lo ascoltavo all’altoparlante lo sentivo dire: L’Italia ha finalmente un impero… Pausa-dizione e sillabe finali scandite: L’Ital-i-a. E poi la curiosità. Quando si tratta di vedere, di conoscere, di sapere, è tale la gioia furiosa che mi prende che esco magari con una scarpa di un colore e una di un altro dimentico le cose essenziali”.
“Addio, caro sipario, dolce, tenero, compagno della mia carriera […] nelle commedie scorrevi veloce, allegro saltellavano invitanti l’applauso…” scrive in una bella dedica all’amatissimo padrone, l’unico, della sua vita. Ma non è un addio, un arrivederci piuttosto. Nana, animatrice di Torino Spettacoli e di un festival di teatro classico torna in scena con Piero Nuti in una storia di pirati per la regia di Gregoretti. E sarà ancora divertimento e meraviglia.
E che attrice, e un suggerimento sulla personalità imposta in palcoscenico.
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