Martedi, 03/12/2019 - Ispirato a fatti realmente accaduti, arriva nelle sale l’atteso “God Exists, Her Name is Petrunya” (trailer) quinto lungometraggio della quarantacinquenne, geniale regista macedone Teona Strugar Mitevska (poco nota in Italia e amatissima dal pubblico della Berlinale), invitata a far parte della regia del Torino Film Festival, dove il film è stato presentato in anteprima nazionale, all’interno di una retrospettiva dedicata all’artista, schierata da sempre, e nell’ultima opera in particolare, contro il maschilismo e gli stereotipi di genere.
Disillusa dalla vita e senza un lavoro, vessata dalla sua stessa madre, mentre fa ritorno dall’ennesimo colloquio andato male (lei, laureata in storia, viene cacciata da un dirigentino efficientista), la quarantenne Petrunya si ritrova per caso nel mezzo di un’affollata cerimonia religiosa ortodossa riservata agli uomini: una croce di legno viene lanciata nel fiume e chi la recupera avrà un anno di felicità e prosperità.
Contro ogni tabù religioso, afferma il suo diritto a partecipare alla gara, per ritrovare l’autostima, sfidare il mondo e colta da un impulso irresistibile: si getta in acqua, mentre nessuno dei pretendenti riesce nell’impresa, Petrunya prende la croce per prima, nello scandalo generale, poiché nessuna donna ha mai avuto il permesso di partecipare all’evento e tanto meno di vincere.
Si scatena a questo punto il ‘caso Petrunya’: invitata in ogni modo, con le buone e con le cattive, a rinunciare alla croce conquistata ed a restituirla, si rifiuta utilizzando valide argomentazioni che spiazzano i suoi nemici. Una reporter filma gli eventi, anche la violenza cui la giovane viene sottoposta, ed il suo coraggio: dalle interviste, quasi documentaristiche, emergono spaccati della società macedone, la mancanza di lavoro, il paternalismo e il maschilismo dilaganti, la crisi economica a largo raggio che devasta il Paese. Unendo impegno e ironia, divertimento e dramma, il film racconta una storia al femminile dalla forza dirompente che rappresenta un grido di libertà contro ogni pregiudizio, non solo di genere ma anche religioso, sociale, etnico. Petrunya, che incarna la forza delle donne come una divinità, avrà la sua ‘rivincita’ in un finale commovente, finalmente attraversato dalla fortuna ma anche dalla consapevolezza di sé. Nel ruolo della protagonista l’intensa attrice Zorica Nusheva.
“In molti mi chiedono se è un film femminista - racconta la regista - ma ogni film con un personaggio femminile fuori dagli schemi e dai ruoli consueti è un film femminista: per me è quasi impossibile immaginare di essere una donna e non essere femminista, cioè non fare aderire ai principi necessari di giustizia e uguaglianza. Petrunya è un simbolo di modernità che si oppone a ben due poteri consolidati, la Chiesa e lo Stato e la sua sete di giustizia, nel corso del film, le fanno accantonare a poco a poco la consueta umiltà iniziale per trasformarla in ciò che realmente è, una donna consapevole dei propri diritti che incarna la forza del cambiamento”.
Accolto con entusiasmo da pubblico e critica a Berlino e vincitore dell’ambito Premio Lux del Parlamento Europeo, ‘Dio è donna e si chiama Petrunya’ sarà nelle sale italiane dal 12 dicembre distribuito da Teodora, destinato a diventare un caso anche in Italia se resterà abbastanza a lungo nelle sale, come noi ci auguriamo.
Lascia un Commento